LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Decreto di sequestro: quando è legittimo?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro un’ordinanza del Tribunale del Riesame che confermava un decreto di sequestro probatorio. Il decreto, emesso in un’indagine per furto aggravato, era motivato con rinvio a un’informativa di polizia inizialmente segreta. La Corte ha stabilito che la successiva discovery degli atti nel giudizio di riesame sana il vizio, e che il ricorso deve confrontarsi con la motivazione del Riesame, non solo con quella del provvedimento originario.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Decreto di Sequestro e Atti Segreti: La Cassazione Fa Chiarezza

Un decreto di sequestro può basarsi su un’informativa di polizia ancora coperta da segreto? E cosa succede se la difesa può visionare tale atto solo in un secondo momento? Con la sentenza n. 7399/2024, la Corte di Cassazione affronta un’importante questione procedurale, stabilendo principi chiari sulla validità dei provvedimenti cautelari reali e sui limiti del diritto di difesa.

I Fatti del Caso: Furto, Indagini e Sequestro

Il caso trae origine da un’indagine per furto aggravato. Sulla base delle immagini di un sistema di videosorveglianza, gli inquirenti individuano un’automobile e alcuni indumenti ritenuti compatibili con quelli utilizzati per commettere il reato. Il Pubblico Ministero emette quindi un decreto di perquisizione e sequestro probatorio nei confronti di tre persone. La motivazione del decreto si basa, in parte, su un rinvio (per relationem) a un’informativa di polizia giudiziaria. Tuttavia, quando la difesa chiede di accedere a tale informativa, la richiesta viene respinta perché l’atto è ancora coperto dal segreto istruttorio.

Il Ricorso in Cassazione: Le Doglianze della Difesa

Gli indagati, dopo aver visto respinta la loro istanza dal Tribunale del Riesame, ricorrono in Cassazione lamentando due vizi principali:

1. Violazione di legge per carenza di motivazione: La difesa sostiene che il decreto di sequestro sia nullo perché motivato con riferimento a un atto (l’informativa) di cui non potevano conoscere il contenuto, vedendo così compresso il loro diritto di difesa.
2. Illegittimità dell’estensione del sequestro: Si contesta la mancanza di un solido quadro indiziario (fumus indiziario) nei confronti di uno degli indagati, il cui coinvolgimento era stato ipotizzato sulla base di un precedente procedimento penale per fatti analoghi, che però non aveva avuto esiti di condanna.

L’Analisi della Corte: Le Ragioni dell’Inammissibilità

La Corte di Cassazione dichiara i ricorsi inammissibili, ritenendoli generici e infondati. L’analisi della Corte si concentra su alcuni punti procedurali e sostanziali di fondamentale importanza.

Il Confronto con il Provvedimento del Riesame e la Discovery Successiva

Il primo errore della difesa, secondo la Suprema Corte, è stato quello di contestare direttamente il decreto di sequestro originario, senza confrontarsi adeguatamente con le motivazioni del Tribunale del Riesame, che era il provvedimento effettivamente impugnato. Proprio nel procedimento di riesame, infatti, l’informativa di polizia era stata depositata e resa disponibile alla difesa. La Corte sottolinea che la completa trasmissione degli atti in quella sede ha di fatto sanato il vizio iniziale, consentendo un pieno contraddittorio. La difesa, pur avendo avuto accesso a tutti gli elementi, non ha saputo indicare quale concreto pregiudizio avesse subito a causa del ritardo nella discovery.

La Validità del Decreto di Sequestro Probatorio

La Cassazione ribadisce che il decreto di sequestro probatorio era adeguatamente motivato. In linea con la giurisprudenza consolidata (incluse le Sezioni Unite), è sufficiente che il decreto, pur con motivazione concisa, dia conto della finalità perseguita per l’accertamento dei fatti. Nel caso specifico, il decreto era completo, indicando il titolo di reato e le ragioni che giustificavano la ricerca della prova. L'”intuizione investigativa” di collegare il fatto a un precedente modus operandi degli stessi soggetti è stata ritenuta una prassi inquirente del tutto legittima, a prescindere dall’esito del procedimento precedente.

Le Motivazioni della Sentenza

La sentenza chiarisce che un’impugnazione non può limitarsi a una censura puramente formale, ma deve dimostrare una lesione concreta del diritto di difesa. Il fatto che un atto d’indagine sia inizialmente segreto non invalida automaticamente il provvedimento che vi fa riferimento, a condizione che la sua conoscenza sia garantita in una fase successiva e utile a esercitare il diritto di impugnazione, come il riesame. Inoltre, il ricorso in Cassazione deve sempre attaccare le ragioni della decisione impugnata (in questo caso, l’ordinanza del Riesame), non limitandosi a riproporre le stesse censure contro l’atto genetico. La Corte, pertanto, privilegia un approccio sostanziale: senza la prova di un pregiudizio effettivo, il vizio procedurale non è sufficiente a determinare l’annullamento.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia offre importanti indicazioni pratiche. Per la difesa, evidenzia l’inutilità di ricorsi basati su vizi formali se non si è in grado di dimostrare come questi abbiano concretamente danneggiato la strategia difensiva. Per l’accusa, conferma la legittimità di motivare i decreti di sequestro anche tramite rinvio ad atti inizialmente coperti da segreto, purché la loro ostensione sia garantita nel successivo giudizio di riesame. In definitiva, la Corte riafferma il principio secondo cui la validità degli atti processuali va valutata nella loro sostanza e nell’effettiva capacità di garantire il contraddittorio tra le parti.

Un decreto di sequestro può essere motivato facendo riferimento a un’informativa di polizia non ancora accessibile alla difesa?
Sì, ma la difesa deve poter accedere a tale informativa almeno nella fase successiva del riesame. La Corte ha chiarito che la completa trasmissione degli atti in sede di riesame sana l’eventuale vizio iniziale, garantendo il diritto al contraddittorio.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile principalmente perché generico: si confrontava con il decreto di sequestro originale anziché con la motivazione del provvedimento del Tribunale del Riesame, che era l’atto effettivamente impugnato. Inoltre, la difesa non ha specificato quale concreto pregiudizio avesse subito dal ritardo nella discovery degli atti.

È legittimo indagare una persona per un nuovo reato basandosi su un’indagine precedente che non ha avuto esiti penali a suo carico?
Sì. La Corte ha ritenuto legittima l'”intuizione investigativa” di confrontare un furto con un episodio precedente commesso con modalità simili dagli stessi soggetti, a prescindere dall’esito di quel procedimento penale. L’esito passato non impedisce nuove indagini su fatti nuovi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati