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Decreto di citazione nullo: annullata la sentenza

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna della Corte d’Appello per resistenza a pubblico ufficiale. La decisione è stata motivata da un vizio procedurale: il decreto di citazione nullo, che indicava erroneamente gli estremi della sentenza di primo grado impugnata. Questo errore ha creato un’incertezza insuperabile sull’oggetto del giudizio, rendendo necessaria la celebrazione di un nuovo processo d’appello. La Corte ha invece rigettato il motivo relativo alla sussistenza del dolo nel reato.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Decreto di Citazione Nullo: Quando un Errore Formale Annulla la Sentenza

Nel processo penale, la forma è sostanza. Un errore, anche se apparentemente piccolo, può avere conseguenze devastanti per l’esito di un giudizio. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio fondamentale, annullando una condanna d’appello a causa di un decreto di citazione nullo. Questo caso dimostra come la precisione degli atti giudiziari sia una garanzia imprescindibile per il diritto di difesa dell’imputato.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una condanna in primo grado per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. L’imputato, alla guida di un’autovettura, non si era fermato all’alt imposto dalle forze dell’ordine. Ne era scaturito un inseguimento durante il quale l’uomo aveva posto in essere una guida pericolosa, non fermandosi a un semaforo rosso, procedendo a forte velocità e ‘zigzagando’ tra le altre auto, mettendo a rischio l’incolumità degli altri utenti della strada e degli stessi agenti. Una volta fermato, aveva inoltre strattonato gli operanti per sottrarsi al controllo.

La Condanna e l’Appello

Il Tribunale monocratico aveva condannato l’uomo a due anni di reclusione, riconoscendo le attenuanti generiche come equivalenti alla recidiva contestata. La Corte di appello, successivamente, aveva confermato in toto la sentenza di primo grado.

Il Decreto di Citazione Nullo e i Motivi del Ricorso

L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso in Cassazione lamentando due vizi principali.

L’Errore Fatale nell’Atto di Citazione

Il primo e decisivo motivo di ricorso riguardava la nullità del giudizio d’appello. Il decreto di citazione, ovvero l’atto che convoca le parti per l’udienza, indicava erroneamente la sentenza impugnata. Invece di fare riferimento alla corretta sentenza emessa dal Tribunale di Napoli nel 2016, citava una sentenza completamente diversa, emessa da un altro Tribunale (Santa Maria Capua Vetere) in un’altra data (2023). Questo errore, secondo la difesa, aveva generato un’incertezza assoluta e insuperabile sull’oggetto del processo d’appello, violando il diritto di difesa.

La Questione sul Dolo

Il secondo motivo, invece, contestava la motivazione della Corte d’appello riguardo all’elemento psicologico del reato, il dolo. La difesa sosteneva che i giudici non avessero adeguatamente considerato le doglianze presentate in appello su questo punto.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha esaminato entrambi i motivi, giungendo a conclusioni opposte per ciascuno di essi.

Le Motivazioni

La Corte ha ritenuto manifestamente infondato il motivo relativo al dolo. I giudici di legittimità hanno confermato che la condotta dell’imputato – una fuga pericolosa con manovre finalizzate a ostacolare l’inseguimento e il successivo contatto fisico con gli agenti – integra pienamente il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Per la sussistenza di questo reato, è sufficiente la coscienza e volontà di usare violenza o minaccia per opporsi a un atto d’ufficio, a prescindere dallo scopo finale (come quello di fuggire).

Di contro, la Corte ha accolto il primo motivo, dichiarando la nullità della sentenza d’appello. I giudici hanno stabilito che l’erronea indicazione sia dell’autorità giudiziaria emittente sia degli estremi della sentenza impugnata nell’atto di citazione crea una ‘obiettiva insuperabile incertezza’ sull’oggetto del giudizio. Non è sufficiente, secondo la Corte, che altri dati (come il numero di registro generale) siano corretti. Non si può porre a carico dell’appellante l’onere di attivarsi per decifrare a quale processo si riferisca un atto palesemente errato. Tale errore lede in modo insanabile il diritto di difesa, poiché non consente all’imputato di comprendere con certezza per quale procedimento sia stato citato a giudizio.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata. Tuttavia, non ha deciso nel merito, ma ha disposto la trasmissione degli atti alla Corte di appello di Napoli. Questo significa che il processo d’appello dovrà essere celebrato nuovamente, partendo da un nuovo e corretto decreto di citazione. Questa pronuncia riafferma con forza che la correttezza formale degli atti processuali non è un mero cavillo, ma un pilastro fondamentale su cui si regge la tutela dei diritti nel sistema giudiziario penale.

Un errore nell’indicazione della sentenza impugnata nel decreto di citazione rende nullo il giudizio d’appello?
Sì. Secondo la sentenza, un’erronea indicazione nell’atto di citazione che riguardi sia l’Autorità giudiziaria che ha emesso la sentenza, sia gli estremi della sentenza stessa, causa un’incertezza insuperabile sull’oggetto del giudizio, portando alla nullità del procedimento e della relativa sentenza.

Cosa costituisce il reato di resistenza a pubblico ufficiale durante una fuga in auto?
Commette il reato di resistenza a pubblico ufficiale non solo chi fugge, ma chi, durante la fuga, compie una serie di manovre finalizzate a impedire l’inseguimento (come guidare a forte velocità e ‘zigzagando’ tra le auto), ostacolando l’esercizio della funzione pubblica e creando un pericolo per gli inseguitori. Anche lo strattonare gli agenti una volta fermati costituisce tale reato.

Qual è la conseguenza di un decreto di citazione nullo per un errore insuperabile?
La conseguenza è l’annullamento della sentenza emessa in quel grado di giudizio. Nel caso specifico, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte di Appello e ha disposto la trasmissione degli atti alla stessa corte territoriale affinché il giudizio di appello venga celebrato di nuovo, partendo da un atto di citazione corretto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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