Decadenza del Teste: La Cassazione Sancisce l’Importanza dei Termini
Nel processo penale, la gestione delle prove è un’attività cruciale che richiede rigore e tempestività. Un errore, anche apparentemente piccolo, può avere conseguenze definitive sull’esito del giudizio. L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come la negligenza nella citazione di un testimone porti alla cosiddetta decadenza del teste, un istituto che preclude alla parte la possibilità di avvalersi di quella fonte di prova. Analizziamo la decisione per comprendere la logica del sistema e le implicazioni pratiche per la difesa.
Il Caso in Esame: Un Appello per Evasione
Il caso riguarda un ricorso presentato da un imputato, condannato in primo e secondo grado per il reato di evasione previsto dall’art. 385 del codice penale. L’imputato si rivolge alla Corte di Cassazione, sollevando tre motivi di doglianza:
1. Errata motivazione del Tribunale: secondo il ricorrente, il giudice di primo grado avrebbe erroneamente dichiarato la decadenza dalla prova testimoniale per omessa citazione di un teste a discarico.
2. Mancata rinnovazione dell’istruttoria in appello: la difesa lamentava che la Corte d’Appello avesse respinto la richiesta di sentire il testimone non esaminato in primo grado.
3. Insussistenza del dolo: si contestava la motivazione sulla sussistenza dell’elemento psicologico del reato di evasione.
La Corte di Cassazione ha ritenuto tutti i motivi manifestamente infondati e, di conseguenza, ha dichiarato il ricorso inammissibile.
La Decadenza del Teste per Negligenza della Parte
Il punto centrale della decisione riguarda la decadenza del teste. La Corte Suprema ribadisce un orientamento ormai consolidato: il termine fissato per la citazione dei testimoni ha natura perentoria. Ciò significa che la sua violazione, dovuta a mera negligenza della parte, comporta la perdita irrevocabile del diritto a quella prova.
La sequenza procedimentale, spiega la Corte, è strutturata in modo da non ammettere ritardi o rinvii che possano compromettere la ragionevole durata del processo. Nel caso specifico, la difesa non solo non aveva citato il testimone, ma era anche assente all’udienza fissata per l’esame, senza mai fornire prova di aver adempiuto al proprio onere. Pertanto, la decisione del Tribunale di dichiarare la decadenza è stata ritenuta corretta.
Il Precedente Giurisprudenziale Invocato
Il ricorrente aveva tentato di opporre un recente precedente giurisprudenziale che, a suo dire, sosteneva una tesi contraria. Tuttavia, la Cassazione ha smontato tale argomentazione, chiarendo che il caso citato era inconferente. Esso riguardava un’ipotesi del tutto diversa, ovvero un giudizio abbreviato condizionato proprio all’esame di un teste, dove l’escussione è un elemento fondante del rito stesso. Non è, quindi, paragonabile a un rito ordinario in cui la parte onerata della citazione si dimostra negligente.
La Rinnovazione Istruttoria in Appello: Un’Eccezione, non la Regola
Anche il secondo motivo di ricorso, relativo alla mancata rinnovazione dell’istruttoria in appello, è stato respinto. La Corte ha evidenziato come la Corte d’Appello avesse già motivato la superfluità dell’esame del testimone (il padre del ricorrente), in quanto tutti gli aspetti rilevanti ai fini della decisione erano già stati chiariti da un altro teste esaminato. La rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale in appello è un istituto eccezionale, non un’opportunità per rimediare a precedenti negligenze procedurali.
le motivazioni
La Corte di Cassazione fonda la sua decisione su principi procedurali e sostanziali chiari e consolidati. La motivazione dell’ordinanza si articola attorno ai seguenti punti cardine:
* Natura Perentoria dei Termini: I termini procedurali per la citazione dei testimoni sono stabiliti per garantire l’efficienza e la celerità del processo e non possono essere derogati per negligenza delle parti. La loro violazione comporta la decadenza dalla prova.
* Onere della Prova sulla Parte: Spetta alla parte che ha richiesto l’ammissione di un teste dimostrare di averlo regolarmente e tempestivamente citato. L’assenza a un’udienza cruciale, senza giustificazione, aggrava la posizione della parte inadempiente.
* Superfluità della Prova: La richiesta di rinnovazione dell’istruttoria in appello è stata legittimamente respinta perché la prova richiesta è stata ritenuta non necessaria ai fini della decisione, essendo gli elementi di fatto già stati acquisiti tramite altre testimonianze.
* Sussistenza del Dolo: Per il reato di evasione, il volontario allontanamento dal luogo di detenzione è di per sé sufficiente a integrare l’elemento soggettivo del dolo. Eventuali giustificazioni, se non accompagnate da una richiesta di autorizzazione all’autorità competente, sono irrilevanti.
le conclusioni
L’ordinanza in esame è un monito sull’importanza della diligenza processuale. La decadenza del teste non è una mera formalità, ma una sanzione procedurale grave che può impedire alla difesa di presentare prove potenzialmente a favore dell’imputato. La decisione sottolinea che il diritto alla prova deve essere esercitato nel rispetto delle regole e dei termini stabiliti dal codice. Per gli avvocati, ciò si traduce nella necessità di una gestione impeccabile delle scadenze e degli adempimenti processuali, poiché un errore può compromettere irrimediabilmente la strategia difensiva e, in ultima analisi, l’esito del processo per il proprio assistito.
Cosa succede se la difesa non cita un testimone che era stato ammesso dal giudice?
La parte perde il diritto di far esaminare quel testimone. Questo istituto, noto come decadenza del teste, scatta perché i termini per la citazione sono perentori e la loro violazione a causa di negligenza non è sanabile.
È possibile chiedere in appello di sentire un testimone non esaminato in primo grado a causa della decadenza?
Sì, è possibile chiedere la rinnovazione dell’istruttoria, ma la sua concessione è eccezionale. La Corte d’Appello la autorizza solo se ritiene l’esame del testimone assolutamente indispensabile per la decisione, cosa che nel caso di specie è stata esclusa perché la prova è stata giudicata superflua.
Come viene valutato il dolo nel reato di evasione?
Secondo la Corte, per dimostrare il dolo nel reato di evasione è sufficiente il volontario allontanamento dal luogo di detenzione. Le giustificazioni addotte dall’imputato sono considerate irrilevanti se non ha preventivamente richiesto e ottenuto un’adeguata autorizzazione dalle autorità competenti.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 29867 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 29867 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 04/07/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a MODENA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 29/05/2023 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata; esaminato il ricorso di COGNOME NOME;
OSSERVA
Ritenuto che i motivi dedotti nel ricorso, afferenti alla condanna del ricorrente per il reato d all’art. 385 cod. pen., con cui si censura la motivazione in ordine all’ordinanza con cui il Tribuna ritenuto la decadenza del teste per omessa citazione, la mancata rinnovazione istruttoria e la ritenu responsabilità quanto a dolo del reato, sono inammissibili in quanto, manifestamente infondati e riproduttivi di identiche censure adeguatamente confutate dalla Corte di appello;
rilevato, infatti, che, quanto al primo motivo, la Corte di appello ha fornito corretta risp riportando orientamento ormai consolidato di questa Corte secondo cui la mancata citazione dei testimoni già ammessi dal giudice comporta la decadenza della parte dalla prova, poiché il termine per la citazione dei testimoni è inserito in una sequenza procedimentale che non ammette ritardi o rinv dovuti alla mera negligenza delle parti ed ha, pertanto, natura perentoria (ex multis, Sez. 4, n. 31541 del 13/10/2020, Rv. 279758); che inconferente risulta il prospettato recente indirizzo recente, che assume andare di contrario avviso (Sez. 2, n. 25136 del 07/03/2023, Rv. 284636), essendo la questione relativa ad ipotesi di giudizio abbreviato condizionato proprio all’esame del teste, evenienza in cui la escussione è posta a fondamento del rito per come richiesto dalla parte e disposto dal Giudice e non certo confrontabile con quella sottoposta al vaglio nella quale la difesa, assente all’udienza in cui necessario escutere il teste, non aveva mai dato prova, neppure nel successivo grado di appello, di aver citato il teste in questione;
rilevato che analogo limite incontra il secondo motivo con cui si censura la mancata rinnovazione istruttoria tesa all’esame del teste, padre del ricorrente, avendo la Corte territoriale evidenzi superfluità del relativo esame in quanto tutti gli aspetti erano stati chiariti dal teste esaminato;
rilevato che egualmente inammissibile risulta il terzo motivo attraverso il quale si censura l motivazione in ordine al dolo del reato di evasione, la cui sussistenza risulta adeguatament argomentata dal riferimento al volontario allontanamento e dall’irrilevanza delle giustificazioni rese non avrebbero comunque impedito, qualora vere, di chiedere adeguata autorizzazione;
ritenuto che il ricorso deve pertanto essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 04/07/2024.