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Dati identificativi sentenza: cosa sono e come leggerli

Analisi dei dati identificativi di una sentenza della Corte di Cassazione penale, numero 31682 del 2025. Il documento fornito contiene esclusivamente l’intestazione del provvedimento, senza il testo integrale della decisione, motivo per cui non è possibile procedere a un’analisi di merito del caso.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Comprendere i Dati Identificativi di una Sentenza: Guida Pratica

L’analisi di un provvedimento giudiziario inizia sempre dalla sua ‘carta d’identità’. Prima di addentrarsi nelle complesse motivazioni giuridiche, è fondamentale comprendere i dati identificativi della sentenza. Questi elementi, presenti nell’intestazione, forniscono informazioni cruciali per catalogare e comprendere il contesto in cui la decisione è stata presa. Nel caso in esame, disponiamo unicamente dell’intestazione di una sentenza della Corte di Cassazione penale, che ci offre lo spunto per una guida alla sua lettura.

L’intestazione del provvedimento: cosa ci dice

L’intestazione è la parte iniziale di ogni provvedimento e contiene le informazioni essenziali per la sua individuazione. Analizziamo gli elementi presenti nel documento fornito:

* Penale Sent. Sez. 1: Indica che si tratta di una sentenza in materia penale, emessa dalla Prima Sezione della Corte di Cassazione.
* Num. 31682 Anno 2025: È il numero progressivo assegnato alla sentenza nell’anno di riferimento (il 2025). Questa coppia di dati la identifica in modo univoco.
* Presidente e Relatore: Vengono indicati i nomi dei magistrati che hanno composto il collegio giudicante, in particolare colui che ha presieduto il collegio e colui che ha redatto la motivazione (‘relatore’).
* Data Udienza: 11/06/2025: È il giorno in cui la causa è stata discussa pubblicamente prima che il collegio si riunisse in camera di consiglio per decidere.

Il ruolo dei dati identificativi della sentenza nel sistema giudiziario

I dati identificativi della sentenza non sono mere formalità. Essi sono indispensabili per diversi motivi: per reperire il testo completo del provvedimento nelle banche dati, per citarlo correttamente in altri atti giudiziari e per comprendere l’orientamento di una specifica sezione della Corte su una determinata materia. La dicitura ‘Corte di Cassazione – copia non ufficiale’ avverte che il testo non ha valore legale e potrebbe non essere la versione definitiva depositata in cancelleria.

L’impossibilità di analizzare il merito

Il documento fornito si limita all’intestazione. Non contiene la descrizione dei fatti di causa, l’esposizione dei motivi di ricorso, la decisione della Corte (il ‘dispositivo’) né le argomentazioni giuridiche che la sostengono (la ‘motivazione’). Di conseguenza, non è possibile effettuare alcuna analisi sul principio di diritto affermato o sulle implicazioni pratiche della specifica vicenda processuale.

Le motivazioni

In questa sezione, normalmente, si analizzerebbero le argomentazioni logico-giuridiche sviluppate dal collegio giudicante per giungere alla decisione. Si esaminerebbe come la Corte ha interpretato le norme di legge applicabili al caso concreto e come si è rapportata con i precedenti giurisprudenziali. Poiché il testo della motivazione non è disponibile, non è possibile procedere con tale analisi.

Le conclusioni

Le conclusioni riassumerebbero la portata e le implicazioni della decisione. Si evidenzierebbe il principio di diritto stabilito dalla Corte e il suo potenziale impatto su casi futuri simili. Data l’assenza del contenuto della sentenza, non è possibile trarre alcuna conclusione sul merito della questione legale che era stata sottoposta al giudizio della Corte.

Cosa indicano i dati nell’intestazione di una sentenza?
Indicano le informazioni essenziali per identificare univocamente il provvedimento, come l’autorità giudiziaria che lo ha emesso (Corte di Cassazione, Sezione Penale 1), il numero progressivo, l’anno, i magistrati del collegio e la data dell’udienza di discussione.

Chi è il ‘Relatore’ in un processo?
Il Relatore è il giudice, all’interno di un collegio giudicante, al quale viene affidato lo studio specifico e approfondito degli atti di causa. Ha il compito di esporre i fatti e le questioni giuridiche agli altri membri del collegio e di redigere la bozza della motivazione della sentenza.

È possibile analizzare il merito del caso con i soli dati forniti?
No. I dati forniti costituiscono solo l’intestazione della sentenza. Per analizzare il merito del caso, comprendere i fatti, le questioni legali e la decisione della Corte, è indispensabile disporre del testo integrale del provvedimento, che include la motivazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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