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Data commissione reato: la Cassazione annulla revoca

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di un Tribunale che aveva revocato la sospensione condizionale della pena a un imputato per un reato paesaggistico. Il nodo centrale era la corretta individuazione della data commissione reato. Il giudice dell’esecuzione aveva fissato una data che impediva la prescrizione del reato, ma la Cassazione ha ritenuto tale determinazione errata e in contrasto con le risultanze del processo di cognizione, rinviando gli atti per un nuovo esame.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Data Commissione Reato: La Cassazione Annulla la Revoca della Pena Sospesa

La corretta individuazione della data commissione reato è un elemento cruciale nel diritto penale, capace di determinare l’esito di un intero procedimento. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio, annullando un’ordinanza che aveva revocato la sospensione condizionale della pena a un imputato per un reato paesaggistico. La decisione sottolinea i limiti del giudice dell’esecuzione nel modificare gli accertamenti già consolidati nel giudizio di cognizione.

I Fatti del Caso: Un Abuso Edilizio e la Questione del Tempo

La vicenda giudiziaria ha origine da una condanna per la realizzazione di un manufatto abusivo in una zona paesaggisticamente vincolata. L’imputato era stato condannato a dieci mesi di reclusione con pena sospesa, subordinata alla demolizione delle opere illecite. Inizialmente, il reato era stato qualificato come delitto, con un termine di prescrizione più lungo.

Successivamente, un intervento della Corte Costituzionale ha riclassificato l’illecito come contravvenzione, un reato minore con tempi di prescrizione più brevi. Questa modifica ha reso fondamentale stabilire con esattezza la data commissione reato per verificare se fosse intervenuta l’estinzione per prescrizione.

La Decisione della Corte di Cassazione e la data commissione reato

In fase di esecuzione, il Tribunale, chiamato a decidere sulla revoca della sospensione condizionale per mancata demolizione, ha stabilito che il reato era stato commesso nel 2008. Tale datazione impediva il maturare della prescrizione prima delle sentenze di merito.

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che il giudice dell’esecuzione avesse erroneamente fissato la data, in contrasto con quanto emerso nel processo di primo grado, il quale indicava una commissione del fatto a ridosso del 2005. Se fosse stata corretta questa prima indicazione, il reato si sarebbe prescritto.

I Limiti del Giudice dell’Esecuzione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, affermando un principio fondamentale: il giudice dell’esecuzione non può modificare la data commissione reato se questa è stata accertata, anche implicitamente, nel giudizio di cognizione con sentenza passata in giudicato. Modificare tale dato equivarrebbe a una revisione del merito della causa, non consentita in fase esecutiva.

L’Importanza della data commissione reato ai fini della prescrizione

La Corte ha evidenziato come la sentenza di primo grado avesse chiaramente indicato l’impossibilità di provare con precisione la data, ritenendo però la condotta posta in essere “a ridosso del 2005”. Il giudice dell’esecuzione, invece, basandosi su altri elementi, ha fissato la data al 5 maggio 2008, travisando le risultanze processuali e incorrendo in una lacuna logica.

Le Motivazioni

La motivazione della Cassazione si fonda sul rispetto del giudicato. Se il processo di merito ha accertato, o comunque presunto sulla base delle prove, un determinato momento per la commissione del reato, tale accertamento non può essere sovvertito in sede esecutiva. Il giudice dell’esecuzione deve limitarsi a interpretare il titolo esecutivo (la sentenza definitiva), senza compiere nuove e diverse valutazioni di merito. Nel caso specifico, l’ordinanza impugnata si era discostata da questo principio, attribuendo al fatto una datazione non supportata in modo univoco dal giudicato formatosi nei precedenti gradi di giudizio.

Le Conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha annullato l’ordinanza impugnata e ha rinviato il caso al Tribunale per un nuovo esame. Il giudice del rinvio dovrà attenersi scrupolosamente a quanto emerso nel giudizio di cognizione per determinare il tempo di commissione del reato e, di conseguenza, verificare se sia maturata la prescrizione. Questa sentenza riafferma la netta distinzione tra la fase di cognizione e quella di esecuzione, tutelando la certezza del diritto e l’autorità del giudicato.

Il giudice dell’esecuzione può modificare la data di commissione di un reato già accertata in una sentenza definitiva?
No. Secondo la sentenza, il giudice dell’esecuzione non può modificare la data del commesso reato se questa è stata accertata con sentenza passata in giudicato, poiché ciò violerebbe i limiti delle sue competenze e invaderebbe il merito della decisione.

Perché la data di commissione del reato era così importante in questo caso?
Era cruciale perché, a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale, il reato era stato riqualificato da delitto a contravvenzione, che ha un termine di prescrizione più breve. Se il reato fosse stato commesso nel 2005, come sostenuto dalla difesa, si sarebbe estinto per prescrizione prima della condanna, rendendo illegittima la revoca della sospensione condizionale.

Cosa succede se un reato si estingue per prescrizione?
Se un reato si estingue per prescrizione, lo Stato perde il potere di perseguire penalmente l’autore. Di conseguenza, devono essere revocate non solo la condanna principale, ma anche le statuizioni accessorie come l’ordine di demolizione di un’opera abusiva, poiché questo può essere impartito solo in caso di sentenza di condanna.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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