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DASPO violato: quando la sentenza del TAR non basta

La Corte di Cassazione ha stabilito che la condanna per un DASPO violato resta valida anche se il provvedimento è stato successivamente annullato dal Tribunale Amministrativo (TAR). La Corte ha precisato che, per poter rilevare nel processo penale, l’annullamento deve essere provato come definitivo e irrevocabile. Nel caso di specie, un tifoso era stato condannato per aver violato il divieto di accesso allo stadio e per aver acceso un fumogeno. Il suo ricorso, basato sull’annullamento del DASPO, è stato dichiarato inammissibile perché non aveva dimostrato la definitività della sentenza amministrativa.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

DASPO violato: la condanna penale resta anche se il TAR lo annulla?

Un recente caso esaminato dalla Corte di Cassazione affronta una questione cruciale per chiunque sia colpito da un DASPO: cosa succede alla condanna penale per un DASPO violato se, in un secondo momento, il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) annulla il provvedimento? La risposta della Suprema Corte è netta e stabilisce principi importanti sulla separazione tra giudizio penale e amministrativo.

I Fatti del Caso: La Violazione del DASPO e l’Uso del Fumogeno

Un tifoso, già destinatario di un DASPO emesso dal Questore, veniva condannato in primo e secondo grado per aver violato tale divieto. Nello specifico, si era recato nelle immediate vicinanze dello stadio in occasione di una partita di calcio, partecipando a una manifestazione di sostegno per la propria squadra. Durante l’evento, aveva inoltre acceso e utilizzato un fumogeno.

La sua difesa, nel ricorrere in Cassazione, presentava un argomento apparentemente decisivo: il DASPO alla base della condanna era stato annullato con sentenza dal TAR competente. Secondo il ricorrente, l’annullamento avrebbe dovuto invalidare retroattivamente il presupposto del reato, portando a una inevitabile assoluzione.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il ricorso si fondava principalmente su due argomentazioni:

1. L’illegittimità sopravvenuta del DASPO: La difesa sosteneva che il giudice penale avrebbe dovuto “disapplicare” il provvedimento del Questore, dato il suo successivo annullamento da parte del giudice amministrativo.
2. L’insussistenza del reato relativo al fumogeno: Si affermava che l’utilizzo della “torcia illuminante” era avvenuto in un contesto festoso per salutare la squadra e non durante la manifestazione sportiva vera e propria, anche a causa delle restrizioni anti-COVID che impedivano la presenza di tifosi ospiti. Pertanto, non vi sarebbe stato alcun pericolo concreto per l’ordine pubblico.

La Decisione della Cassazione sul DASPO violato

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la condanna e chiarendo punti fondamentali nel rapporto tra giurisdizione penale e amministrativa.

L’Efficacia del Provvedimento Amministrativo nel Processo Penale

Il punto centrale della decisione riguarda l’efficacia del DASPO nel processo penale. La Corte ha ribadito un principio consolidato: un provvedimento amministrativo, come il DASPO, è pienamente efficace fino a quando la sua illegittimità non viene formalmente dichiarata.

Il controllo sulla legittimità del DASPO deve avvenire in una fase specifica: quella della convalida davanti al Giudice per le Indagini Preliminari (G.I.P.). Se in quella sede la difesa non solleva eccezioni o se queste vengono respinte, il provvedimento acquista una stabilità che ne preclude un riesame nel successivo giudizio penale.

La Prova della Definitività della Sentenza Amministrativa

Anche ammettendo la rilevanza della sentenza del TAR, la Cassazione ha evidenziato una mancanza cruciale nella difesa: non era stata fornita la prova che la sentenza di annullamento fosse diventata definitiva e irrevocabile (cioè “passata in giudicato”). Un giudice penale non può basarsi su una pronuncia amministrativa che potrebbe essere ancora soggetta a impugnazione. L’onere di fornire tale prova spetta a chi intende far valere gli effetti della sentenza amministrativa.

La Qualificazione della “Torcia Bengala” come Artifizio Pirotecnico

Anche il secondo motivo di ricorso è stato respinto. La Corte ha confermato che una “torcia bengala” rientra a pieno titolo tra gli “artifizi pirotecnici” il cui possesso è vietato in occasione di manifestazioni sportive. Il reato è configurabile anche se l’oggetto viene utilizzato in un contesto collaterale all’evento sportivo, come il raduno dei tifosi prima della partita. Si tratta, infatti, di un “reato di pericolo indiretto”, che punisce condotte potenzialmente preparatorie a illeciti più gravi, come il lancio di oggetti pericolosi, anticipando la tutela della sicurezza pubblica.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si basano sulla netta distinzione tra il procedimento penale e quello amministrativo. Il giudice penale non è chiamato a sostituirsi a quello amministrativo nella valutazione della legittimità di un DASPO, se non nei limiti ristretti della fase di convalida. Un DASPO violato costituisce reato sulla base dell’esistenza e dell’efficacia del provvedimento al momento del fatto. L’eventuale annullamento successivo da parte del TAR può avere effetti solo se la sentenza amministrativa è definitiva e se le questioni di illegittimità non potevano essere sollevate in precedenza. La Corte ha inoltre sottolineato che la difesa non aveva neppure sollevato tali questioni nel giudizio d’appello, rendendole inammissibili in sede di legittimità.

Le Conclusioni

Questa sentenza rafforza un principio fondamentale: la condanna per violazione di un DASPO non viene meno automaticamente per il solo fatto che il TAR lo abbia annullato. La difesa ha l’onere di agire tempestivamente, contestando il provvedimento nelle sedi opportune (prima fra tutte, la convalida) e, in seguito, di dimostrare in modo inequivocabile la definitività della sentenza amministrativa favorevole. Per i tifosi colpiti da DASPO, ciò significa che ignorare il divieto è sempre un rischio penale concreto, anche se si ritiene che il provvedimento sia illegittimo e si intende impugnarlo.

Un DASPO annullato dal Tribunale Amministrativo (TAR) fa decadere automaticamente la condanna penale per la sua violazione?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il provvedimento amministrativo come il DASPO conserva la sua efficacia fino a quando non ne viene dichiarata l’illegittimità. Affinché la sentenza amministrativa di annullamento possa avere effetto nel processo penale, la difesa deve provare che tale sentenza sia diventata definitiva e irrevocabile (passata in giudicato).

Il giudice penale può sempre valutare la legittimità di un DASPO che sta alla base di un’imputazione?
No. Il controllo sulla legittimità dei presupposti del DASPO si esaurisce nella fase della convalida davanti al Giudice per le Indagini Preliminari (G.I.P.). Se le eccezioni di illegittimità non vengono sollevate in quella sede, o vengono respinte, il provvedimento convalidato acquista una forza che preclude ulteriori censure nel successivo giudizio di merito.

L’uso di una “torcia bengala” vicino a uno stadio, ma non durante la partita, è considerato un reato legato a manifestazioni sportive?
Sì. La Corte ha stabilito che la “torcia bengala” è un “artifizio pirotecnico” il cui possesso integra il reato previsto dall’art. 6-ter della legge 401/1989. È sufficiente che esista una relazione tra la manifestazione sportiva e l’uso del fumogeno, anche se avviene in un contesto collaterale, poiché costituisce un reato di pericolo che anticipa la tutela della sicurezza pubblica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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