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DASPO: quando è legittima l’urgenza del provvedimento?

La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di un DASPO urgente emesso nei confronti di un tifoso coinvolto in scontri. Il provvedimento, che include un divieto di accesso agli stadi per 8 anni e l’obbligo di firma per 4, è stato ritenuto giustificato dalla pericolosità sociale del soggetto, desunta da un precedente specifico, e dall’imminenza di altre partite. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che l’identificazione tramite video e la valutazione dei fatti non sono sindacabili in sede di legittimità.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

DASPO Urgente: La Cassazione Conferma la Misura Basata su Pericolosità e Precedenti

L’applicazione del DASPO (Divieto di Accesso alle manifestazioni SPOrtive) rappresenta uno strumento cruciale per la gestione della sicurezza pubblica durante gli eventi sportivi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sui presupposti di necessità e urgenza che legittimano l’adozione di tale misura, anche in assenza di una valutazione esplicita di memorie difensive. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un provvedimento emesso dal Questore a carico di un tifoso, a seguito della sua partecipazione a violenti scontri avvenuti in occasione di una partita di calcio. L’uomo era stato identificato grazie alle immagini dei circuiti di videosorveglianza. La misura preventiva applicata era particolarmente severa: un divieto di accesso a tutti gli stadi del territorio nazionale per un periodo di otto anni, accompagnato dall’obbligo di presentazione presso la Questura 15 minuti prima e 15 minuti dopo ogni partita della sua squadra per i successivi quattro anni.

L’Ordinanza del Tribunale e i Motivi del Ricorso

Il GIP (Giudice per le Indagini Preliminari) del Tribunale competente aveva convalidato il provvedimento del Questore. Contro questa decisione, il tifoso ha proposto ricorso per cassazione, articolando tre motivi principali:

1. Violazione di legge e vizio di motivazione: Il ricorrente lamentava la mancanza dei presupposti per l’adozione della misura e la totale assenza di valutazione di una memoria difensiva da lui presentata.
2. Mancata motivazione sulla pericolosità sociale: Si contestava che l’ordinanza non avesse adeguatamente spiegato le ragioni che dimostravano la sua pericolosità sociale, elemento che avrebbe dovuto giustificare il provvedimento. L’omessa valutazione della memoria difensiva era vista come un vulnus al diritto di difesa.
3. Omessa motivazione sulla necessità e urgenza: Infine, si criticava la mancanza di argomentazioni a sostegno della necessità e dell’urgenza che avevano portato all’emissione del DASPO.

La Decisione della Cassazione sul DASPO

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, rigettando tutte le doglianze del ricorrente e confermando la piena legittimità del provvedimento impugnato.

Inammissibilità del Ricorso e Valutazione dei Fatti

In primo luogo, la Corte ha ribadito un principio fondamentale: il ricorso per cassazione non è una sede per riesaminare i fatti. L’identificazione del tifoso tramite i video è un accertamento fattuale, operato nella fase amministrativa e convalidato dal giudice, che non può essere rimesso in discussione in sede di legittimità.

Per quanto riguarda l’omessa valutazione della memoria difensiva, i giudici hanno sottolineato che tale omissione non comporta un’automatica nullità del provvedimento. La nullità si verifica solo se le argomentazioni difensive ignorate erano di carattere “decisivo”, cioè capaci di influenzare l’esito della decisione. Nel caso di specie, il ricorrente non aveva nemmeno specificato il contenuto di tali deduzioni, rendendo il motivo di ricorso generico e, quindi, inammissibile.

La Pericolosità Sociale e l’Urgenza del DASPO

La Corte ha ritenuto pienamente soddisfatti i requisiti di legge per l’adozione del DASPO. La semplice partecipazione ai tumulti integrava la condizione formale prevista dalla normativa. Il requisito della necessità e urgenza è stato plausibilmente desunto da due elementi chiave:

1. La personalità del soggetto: Il ricorrente non era nuovo a comportamenti violenti in ambito sportivo, avendo già ricevuto un provvedimento analogo in passato (nel 2015). Questa circostanza è stata considerata un forte indicatore della sua inidoneità a rispettare le regole della convivenza civile e i provvedimenti dell’Autorità, giustificando così non solo il divieto ma anche la misura accessoria dell’obbligo di presentazione.
2. L’imminenza di altri eventi sportivi: Al momento dell’adozione del provvedimento, era imminente la disputa di altre competizioni calcistiche. Questa situazione creava un rischio concreto che il soggetto potesse reiterare condotte violente, offrendo lo spunto per ulteriori disordini.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su una chiara distinzione tra il giudizio di fatto e quello di legittimità. L’identificazione del soggetto e la valutazione della sua condotta sono aspetti che non possono essere rivalutati in Cassazione. La legittimità del DASPO urgente risiede, invece, nella capacità del giudice di inferire la pericolosità sociale da elementi concreti, come i precedenti specifici, e dal contesto temporale, come l’imminenza di nuove occasioni di rischio. La Corte ha quindi stabilito che un provvedimento restrittivo della libertà personale come il DASPO è legittimo quando si basa su una valutazione complessiva che tiene conto sia della condotta specifica sia della personalità del soggetto, proiettata nel futuro prossimo.

Le Conclusioni

La sentenza consolida l’orientamento secondo cui la pericolosità sociale di un individuo può essere desunta da elementi concreti e pregressi, giustificando l’adozione di un DASPO con carattere di urgenza per prevenire future condotte violente. L’esistenza di un precedente specifico assume un ruolo decisivo nel rafforzare la valutazione di pericolosità. Infine, viene ribadito che i motivi di ricorso per cassazione devono essere specifici e non possono limitarsi a una generica contestazione delle valutazioni di merito o a lamentare l’omessa analisi di atti difensivi senza dimostrarne la decisività.

Quando è giustificato un provvedimento di DASPO emesso con urgenza?
La misura è giustificata quando emergono fattori che dimostrano la pericolosità sociale della persona e il rischio concreto di ripetizione di comportamenti violenti. Elementi come una precedente misura analoga e l’imminenza di nuovi eventi sportivi sono sufficienti a legittimare l’urgenza del provvedimento.

La mancata valutazione di una memoria difensiva rende nullo il provvedimento del giudice?
No, non automaticamente. Secondo la Corte, la nullità si verifica solo nel caso in cui la memoria contenga argomentazioni “decisive”, ovvero in grado di cambiare l’esito della decisione, e il ricorrente dimostri che tali argomenti sono stati completamente ignorati dal giudice.

È possibile contestare in Cassazione l’identificazione di una persona tramite video sorveglianza?
No. L’identificazione basata su prove come i filmati di videosorveglianza costituisce un accertamento di fatto. La Corte di Cassazione ha il compito di giudicare esclusivamente sulla corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità) e non può riesaminare nel merito i fatti del caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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