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DASPO prescrizione: quando il reato si estingue

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per violazione di un’ordinanza DASPO. La decisione si basa sull’estinzione del reato per prescrizione, evidenziando che il decorso del tempo ha reso non più punibile la mancata presentazione alle forze dell’ordine durante le partite di calcio. La Corte ha inoltre ribadito che un DASPO legato a una squadra che cessa l’attività perde efficacia, in base al principio di tassatività.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

DASPO e Prescrizione: La Cassazione Annulla la Condanna

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4429 del 2025, è intervenuta su un interessante caso di violazione di un provvedimento DASPO, giungendo a una conclusione liberatoria per l’imputata. La decisione si fonda su un duplice binario: da un lato, riafferma il rigoroso principio di tassatività applicabile alle misure di prevenzione; dall’altro, dichiara l’estinzione del reato per il sopraggiungere della DASPO prescrizione. Analizziamo nel dettaglio questa importante pronuncia.

Il Caso: Violazione del DASPO e il Ricorso in Cassazione

Una tifosa era stata condannata nei primi due gradi di giudizio per aver violato le prescrizioni imposte da un provvedimento del Questore. In particolare, le era stato ordinato di presentarsi presso la stazione dei Carabinieri quindici minuti dopo l’inizio del secondo tempo di ogni partita disputata da una specifica squadra di calcio, la “Libertas Molfetta”.

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che il DASPO avesse perso la sua efficacia. La ragione? La società sportiva “Libertas Molfetta” era stata cancellata dai registri della Lega Calcio. Secondo il ricorrente, l’obbligo non poteva ritenersi valido per le partite di una nuova squadra sorta nella stessa città, la “Molfetta Sportiva”, poiché ciò violerebbe i principi di tassatività e determinatezza che governano le misure restrittive della libertà personale.

Principio di Tassatività del DASPO e Cessazione della Squadra

La Corte di Cassazione ha colto l’occasione per ribadire un principio già consolidato nella sua giurisprudenza. Un DASPO, essendo una misura che incide sulla libertà personale, deve essere interpretato in modo restrittivo. Se il provvedimento è legato a una determinata associazione sportiva e questa cessa la propria attività (ad esempio, venendo radiata dal campionato), il DASPO perde la sua efficacia.

Non è possibile, in base al principio di tassatività, estendere l’applicazione del divieto alle partite di una nuova società, anche se costituita nella stessa città per dare continuità alla pratica agonistica. Un’interpretazione estensiva sarebbe in contrasto con le garanzie fondamentali dell’ordinamento.

L’Intervento della Prescrizione: il fattore DASPO prescrizione

Nonostante il ricorso non fosse manifestamente infondato, la Corte ha risolto il caso dichiarando l’estinzione del reato per prescrizione. Questo istituto giuridico estingue la punibilità di un reato una volta trascorso un certo periodo di tempo fissato dalla legge, senza che sia intervenuta una condanna definitiva.

Il Calcolo dei Termini

I fatti contestati all’imputata risalivano al 17 gennaio 2017. Al momento della decisione della Cassazione (gennaio 2025), era decorso il termine massimo di prescrizione previsto per quel tipo di reato, calcolato in sette anni e sei mesi. In presenza di una causa di estinzione del reato, il giudice è tenuto a dichiararla immediatamente, a meno che non emerga con evidenza l’innocenza dell’imputato.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte Suprema ha motivato la sua decisione di annullamento senza rinvio sulla base dell’intervenuta prescrizione. Pur riconoscendo la validità delle argomentazioni difensive sul principio di tassatività del DASPO, i giudici hanno rilevato che il decorso del tempo rappresentava una causa di estinzione del reato che doveva essere dichiarata prioritariamente. La legge impone al giudice, anche in sede di legittimità, di procedere immediatamente alla declaratoria di una causa estintiva, come la prescrizione, qualora il ricorso non sia manifestamente infondato. Di conseguenza, ogni altra valutazione sul merito della questione, come la verifica se la nuova squadra fosse solo un cambio di nome o una società del tutto nuova, è stata assorbita dalla declaratoria di estinzione del reato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza offre due importanti spunti di riflessione. In primo luogo, conferma la rigidità con cui deve essere interpretato il provvedimento DASPO: il legame con una specifica squadra è essenziale e non può essere trasferito ad altri soggetti sportivi. In secondo luogo, evidenzia l’importanza della prescrizione come meccanismo di garanzia nel processo penale. Anche di fronte a una condanna nei gradi di merito, il semplice trascorrere del tempo, se raggiunge i limiti previsti dalla legge, può portare all’annullamento della sentenza e all’estinzione definitiva del reato, chiudendo così la vicenda processuale.

Un DASPO emesso per le partite di una specifica squadra di calcio rimane valido se la squadra cessa la propria attività e ne viene creata una nuova nella stessa città?
No. Secondo la Corte di Cassazione, in virtù del principio di tassatività, il provvedimento del Questore perde efficacia se la squadra di calcio per cui era stato emesso cessa la propria attività. Il divieto non può essere esteso automaticamente agli incontri di una nuova società sportiva.

Cosa succede se il reato di violazione del DASPO si prescrive durante il processo?
Se il reato si estingue per prescrizione, la sentenza di condanna deve essere annullata senza rinvio. Il giudice è obbligato a dichiarare immediatamente la causa estintiva, a meno che il ricorso non sia palesemente inammissibile o infondato.

Qual è il termine di prescrizione per il reato di violazione dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria previsto dal DASPO?
Dalla sentenza emerge che per il caso di specie, commesso nel 2017, il termine massimo di prescrizione è stato calcolato in sette anni e sei mesi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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