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DASPO: nullo se non rispetta il termine di 48 ore

La Corte di Cassazione ha annullato la convalida di un provvedimento DASPO con obbligo di presentazione, poiché il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) ha emesso la sua decisione prima che fosse trascorso il termine dilatorio di 48 ore dalla notifica al destinatario. Questo termine è considerato una garanzia fondamentale per il diritto di difesa. La violazione di questa tempistica procedurale ha comportato la nullità della convalida e l’inefficacia dell’obbligo di firma.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

DASPO e Diritto di Difesa: Annullato se la Convalida è Intempestiva

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha ribadito un principio fondamentale a tutela del diritto di difesa nell’ambito delle misure di prevenzione come il DASPO. Un provvedimento di convalida emesso dal Giudice prima dello scadere del termine di 48 ore dalla notifica al destinatario è nullo. Questo caso sottolinea come il rispetto delle garanzie procedurali sia un requisito imprescindibile per la legittimità di atti che incidono sulla libertà personale.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da scontri tra tifoserie avvenuti in concomitanza di un incontro di calcio di Serie C. A seguito di questi eventi, il Questore di una città siciliana emetteva un provvedimento di DASPO nei confronti di un tifoso. La misura, della durata di cinque anni, non solo gli vietava l’accesso ai luoghi interessati da manifestazioni sportive, ma gli imponeva anche l’obbligo di presentarsi presso un ufficio di polizia in occasione delle partite della sua squadra.

Il provvedimento veniva notificato all’interessato il 19 novembre alle ore 16:15. Successivamente, il Pubblico Ministero richiedeva la convalida al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), il quale la concedeva in data 21 novembre. Il destinatario del DASPO, tramite il proprio difensore, presentava ricorso per cassazione, lamentando proprio la violazione dei termini procedurali.

La Violazione del Termine nel DASPO

Il cuore del ricorso si basava su un’unica, ma decisiva, doglianza: la violazione del termine dilatorio di 48 ore. La legge e la consolidata interpretazione giurisprudenziale prevedono che, dalla notifica del provvedimento del Questore, il destinatario abbia a disposizione 48 ore per presentare memorie difensive all’autorità giudiziaria che dovrà decidere sulla convalida.

Nel caso specifico, essendo la notifica avvenuta il 19 novembre alle 16:15, il termine sarebbe scaduto il 21 novembre alla stessa ora. La convalida del GIP, tuttavia, era intervenuta nel corso della giornata del 21 novembre, ma in un momento certamente antecedente alla scadenza del termine, non garantendo così al ricorrente il pieno esercizio del suo diritto di difesa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno chiarito che la procedura di convalida del DASPO, pur essendo snella, deve rigorosamente rispettare le garanzie difensive. La facoltà per l’interessato di presentare osservazioni al GIP entro 48 ore dalla notifica non è una mera formalità, ma un presidio essenziale del diritto di difesa.

L’esigenza di assicurare un esercizio effettivo di tale diritto impone che il GIP non possa pronunciarsi prima che questo termine sia interamente decorso. L’adozione del provvedimento di convalida in un momento anteriore, come avvenuto nel caso di specie, determina una lesione insanabile del diritto di difesa e, di conseguenza, la nullità del provvedimento stesso per “intempestività”. La Corte ha quindi proceduto all’annullamento senza rinvio dell’ordinanza impugnata, dichiarando l’inefficacia dell’obbligo di presentazione a carico del ricorrente.

Le Conclusioni

La sentenza in esame riafferma con forza un principio cardine dello stato di diritto: le misure che limitano la libertà personale, anche se di natura preventiva come il DASPO, devono essere assistite da solide garanzie procedurali. Il rispetto del termine di 48 ore è un baluardo a tutela del cittadino, che deve avere la possibilità concreta di esporre le proprie ragioni prima che un giudice confermi una misura così incisiva. Questa pronuncia serve da monito per le autorità procedenti, ricordando che la fretta non può mai prevalere sul diritto fondamentale alla difesa.

Qual è il termine che deve essere rispettato tra la notifica di un DASPO e la sua convalida da parte del giudice?
La legge e l’interpretazione della Corte di Cassazione prevedono che debba trascorrere un termine dilatorio di 48 ore dalla notifica del provvedimento al suo destinatario prima che il GIP possa procedere alla convalida.

Cosa succede se il giudice convalida il DASPO prima che siano trascorse 48 ore dalla notifica?
La convalida emessa prima dello scadere del termine di 48 ore è nulla. Questa violazione procedurale comporta l’annullamento del provvedimento di convalida e rende inefficaci le prescrizioni in esso contenute, come l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Perché il termine di 48 ore è così importante?
Questo termine è una garanzia fondamentale del diritto di difesa. Serve a consentire alla persona colpita dal provvedimento di avere il tempo necessario per preparare e presentare al giudice le proprie osservazioni e memorie difensive prima che la misura venga resa definitiva dalla convalida.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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