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DASPO: nullità per convalida anticipata del GIP

La Corte di Cassazione ha annullato la convalida di un provvedimento DASPO con obbligo di presentazione, poiché il Giudice non ha rispettato il termine perentorio di 48 ore concesso all’interessato per presentare le proprie difese. La sentenza sottolinea che la violazione di questo termine, finalizzato a garantire un effettivo contraddittorio, determina la nullità insanabile del provvedimento di convalida e l’inefficacia della misura restrittiva, in applicazione del principio del favor rei.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

DASPO: La Convalida del GIP è Nulla se Non Rispetta i Termini per la Difesa

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4763 del 2024, ha ribadito un principio fondamentale a tutela del diritto di difesa nell’ambito delle misure di prevenzione come il DASPO. La decisione chiarisce che la convalida da parte del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di un provvedimento del Questore, che impone l’obbligo di presentazione alla polizia, è nulla se interviene prima che siano trascorse 48 ore dalla notifica all’interessato. Questo termine dilatorio è essenziale per garantire un contraddittorio effettivo, seppur documentale.

I Fatti del Caso

Un tifoso era stato raggiunto da un’ordinanza del Questore di Brescia che gli interdiceva l’accesso alle manifestazioni sportive su tutto il territorio nazionale per dieci anni. Inoltre, il provvedimento gli imponeva, per otto di questi anni, di presentarsi presso gli uffici di Polizia in occasione degli incontri disputati dalla squadra del Brescia Calcio.

Il GIP del Tribunale di Brescia convalidava tale ordinanza. L’interessato, ritenendo leso il proprio diritto di difesa, proponeva ricorso per cassazione, lamentando principalmente che la convalida fosse avvenuta prima della scadenza del termine di 48 ore a sua disposizione per presentare memorie difensive.

Il Ricorso in Cassazione e la violazione del diritto di difesa nel DASPO

Il motivo principale del ricorso si è concentrato su un vizio procedurale radicale. La difesa ha sostenuto che il GIP avesse emesso il provvedimento di convalida in violazione dell’art. 6, comma 3, della legge n. 401 del 1989. Questa norma prevede la facoltà per l’interessato di presentare, personalmente o tramite difensore, memorie o deduzioni al giudice competente per la convalida.

La giurisprudenza consolidata interpreta questa facoltà come un diritto che deve essere tutelato da un termine minimo: la convalida del DASPO non può intervenire prima che siano trascorse 48 ore dalla notifica del provvedimento del Questore. Nel caso di specie, il provvedimento era stato notificato il 24 luglio alle ore 15:20, mentre l’ordinanza di convalida del GIP era stata depositata il 26 luglio, senza un’indicazione oraria precisa.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza impugnata e dichiarando l’inefficacia del provvedimento del Questore, limitatamente all’obbligo di presentazione. La Corte ha ritenuto fondato e assorbente il motivo relativo alla violazione del termine dilatorio di 48 ore.

Le Motivazioni: Il Principio del Contraddittorio Cartolare

La Corte ha ribadito che la fase di convalida del provvedimento questorile è caratterizzata da un principio di “contraddittorio cartolare” o documentale. Per assicurare l’effettività di tale principio, è necessario che all’interessato sia garantito un lasso di tempo congruo per esercitare il proprio diritto di difesa. Questo tempo è stato individuato, per analogia con il termine concesso al Pubblico Ministero per richiedere la convalida, in 48 ore dalla notifica.

Il mancato rispetto di questo termine, finalizzato a consentire un effettivo esercizio del diritto di difesa, costituisce una nullità di ordine generale ai sensi dell’art. 178, lett. c), del codice di procedura penale. Dato che l’ordinanza del GIP non riportava un orario di deposito, la Corte, in applicazione del principio del favor rei (la regola interpretativa più favorevole all’accusato), ha presunto che il deposito fosse avvenuto prima delle ore 15:20 del 26 luglio, e quindi prima della scadenza del termine di 48 ore. Questa presunzione ha reso inevitabile la declaratoria di nullità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza rafforza un importante presidio di garanzia procedurale. Le implicazioni pratiche sono significative:
1. Obbligo di verifica per i GIP: I Giudici per le Indagini Preliminari devono verificare scrupolosamente l’orario di notifica del provvedimento del Questore prima di procedere alla convalida, assicurandosi che il termine di 48 ore sia interamente decorso.
2. Strumento di tutela per i cittadini: Per i destinatari di un DASPO con obbligo di firma, il controllo della tempistica della convalida diventa un elemento cruciale per un’eventuale impugnazione. Una convalida “prematura” costituisce un vizio che porta all’annullamento della misura restrittiva della libertà personale.
3. Chiarezza procedurale: La decisione conferma che il diritto di difesa, anche in procedure rapide e basate su atti scritti, non può essere compresso o svuotato di significato, pena l’invalidità dell’intero procedimento di convalida.

Quanto tempo ha una persona per presentare le proprie difese dopo la notifica di un provvedimento del Questore con obbligo di presentazione?
La persona interessata ha un termine di quarantotto ore, decorrente dalla notifica del provvedimento, per presentare personalmente o tramite un difensore memorie o deduzioni al giudice competente per la convalida.

Cosa succede se il Giudice per le indagini preliminari (GIP) convalida il provvedimento prima che siano trascorse le 48 ore?
Se il GIP convalida il provvedimento prima della scadenza del termine di 48 ore, l’ordinanza di convalida è affetta da nullità di ordine generale per violazione del diritto di difesa, come stabilito dall’art. 178, lett. c), del codice di procedura penale.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato il provvedimento in questo caso specifico?
La Corte ha annullato l’ordinanza perché, in assenza di un’indicazione precisa dell’orario di deposito della convalida del GIP, ha applicato il principio del favor rei (la soluzione più favorevole all’interessato), presumendo che il termine di 48 ore per la difesa non fosse stato rispettato. Questo vizio procedurale ha comportato l’annullamento senza rinvio della convalida e l’inefficacia dell’obbligo di presentazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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