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DASPO: il termine di 48 ore per la difesa è sacro

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida di un DASPO con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, poiché emessa prima della scadenza del termine di 48 ore concesso all’interessato per presentare le proprie difese. Secondo la Corte, il mancato rispetto di questo termine costituisce una violazione insanabile del diritto di difesa, che porta all’annullamento della convalida, a prescindere dal fatto che l’interessato abbia poi effettivamente depositato o meno una memoria difensiva.

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Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

DASPO e Obbligo di Firma: Perché il Termine di 48 Ore è Intoccabile

Il diritto di difesa rappresenta un pilastro fondamentale del nostro ordinamento giuridico. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito con forza questo principio nel contesto delle misure di prevenzione, specificamente in relazione al DASPO e all’obbligo di presentazione alla polizia. La Corte ha chiarito che il termine di 48 ore concesso al destinatario del provvedimento per presentare memorie difensive non può essere compresso o ignorato dal Giudice in sede di convalida, pena la nullità dell’atto. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere l’importanza delle garanzie procedurali anche in contesti di urgenza.

I Fatti del Caso

A un soggetto, a seguito del suo coinvolgimento in disordini avvenuti durante un incontro di calcio, veniva notificato un provvedimento del Questore (DASPO). Tale misura, oltre a vietargli l’accesso ai luoghi delle manifestazioni sportive, gli imponeva l’obbligo di presentarsi presso un commissariato di Polizia durante lo svolgimento delle partite.
La cronologia degli eventi è stata decisiva:
1. Il provvedimento del Questore veniva notificato all’interessato il 25 ottobre alle ore 11:15.
2. La richiesta di convalida dell’obbligo di firma veniva presentata dal Pubblico Ministero il 26 ottobre.
3. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) emetteva l’ordinanza di convalida il 27 ottobre alle ore 10:15.
L’interessato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso per cassazione, lamentando proprio la violazione del suo diritto di difesa, poiché la convalida era intervenuta prima che spirasse il termine di 48 ore dalla notifica, a lui concesso per legge per depositare eventuali memorie difensive.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza del GIP. La decisione si fonda su un’interpretazione rigorosa delle norme procedurali a tutela del diritto di difesa. I giudici hanno stabilito che l’ordinanza di convalida, essendo stata emessa prima delle ore 11:15 del 27 ottobre (ovvero prima della scadenza esatta del termine di 48 ore), era illegittima. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato l’inefficacia del provvedimento del Questore, ma limitatamente alla parte relativa all’obbligo di presentazione.

Le Motivazioni: Il Diritto di Difesa e il Termine di 48 ore

Il cuore della motivazione risiede nella natura del termine di 48 ore. La Corte di Cassazione ha spiegato che questo lasso di tempo non è una mera formalità, ma una garanzia sostanziale posta a tutela del diritto di difesa del cittadino. Esso serve a consentire all’interessato e al suo avvocato di esaminare gli atti e preparare una difesa scritta da sottoporre al Giudice prima che questi decida sulla convalida.
La violazione di questo termine, anche per pochi minuti, costituisce un vizio insanabile del procedimento. La Corte ha sottolineato che l’interesse a impugnare il provvedimento di convalida sorge proprio per l’omesso rispetto di questa scansione temporale, e non è subordinato alla circostanza che l’interessato abbia poi effettivamente depositato una memoria difensiva. In altre parole, il diritto di difesa viene leso nel momento in cui viene negata in astratto la possibilità di esercitarlo pienamente entro i tempi previsti dalla legge. La convalida prematura è, sic et simpliciter (in sé e per sé), illegittima perché comprime una facoltà difensiva essenziale.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza invia un messaggio chiaro alle autorità giudiziarie: le garanzie procedurali devono essere rispettate con la massima precisione, anche quando si tratta di misure di prevenzione considerate urgenti. Il principio stabilito ha importanti implicazioni pratiche:
Per i Giudici: impone un controllo scrupoloso delle tempistiche prima di procedere alla convalida di misure restrittive della libertà personale, come l’obbligo di firma.
Per gli Avvocati: fornisce un solido argomento difensivo per contestare provvedimenti di convalida emessi prematuramente, rafforzando la tutela dei diritti dei loro assistiti.
Per i Cittadini: ribadisce che il diritto di avere un tempo adeguato per difendersi è inviolabile e non può essere sacrificato sull’altare della celerità procedurale. La decisione conferma che la forma, nel diritto processuale, è garanzia di sostanza.

Può il Giudice convalidare l’obbligo di presentazione del DASPO prima che siano trascorse 48 ore dalla notifica?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la convalida del provvedimento del Questore che impone l’obbligo di presentazione non può intervenire prima dello scadere del termine di 48 ore concesso al destinatario per esaminare gli atti e presentare memorie difensive.

Cosa succede se la convalida avviene prima della scadenza del termine di 48 ore?
Il mancato rispetto di tale termine costituisce una violazione di legge che determina un vizio insanabile del procedimento. La conseguenza è l’annullamento dell’ordinanza di convalida e, pertanto, l’inefficacia dell’obbligo di presentazione imposto.

È rilevante che l’interessato non abbia poi effettivamente presentato memorie difensive?
No. Secondo la Corte, la circostanza che la difesa non abbia depositato alcuna memoria, neanche successivamente, è irrilevante. La violazione del diritto di difesa si perfeziona con il solo mancato rispetto della scansione temporale prevista dalla legge, che è posta a tutela della possibilità stessa di esercitare tale diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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