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Danno tenue: valutazione del pregiudizio totale

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per furto e danneggiamento, ribadendo un principio fondamentale: la valutazione dell’attenuante del danno tenue deve considerare l’intero pregiudizio economico subito dalla vittima, inclusi i danni collaterali come la rottura del finestrino dell’auto, e non solo il valore degli oggetti rubati.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danno Tenue: La Cassazione Chiarisce i Criteri di Valutazione

Quando si parla di reati contro il patrimonio, come il furto, uno degli aspetti più discussi è la possibilità di ottenere una riduzione di pena grazie alla circostanza attenuante del danno tenue. Questa attenuante, prevista dall’articolo 62 n. 4 del codice penale, si applica quando il danno causato alla vittima è di speciale tenuità. Ma come si calcola questo danno? Basta considerare solo il valore degli oggetti rubati? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo punto, stabilendo che la valutazione deve essere complessiva e onnicomprensiva.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un individuo condannato in primo e secondo grado per i reati di furto e danneggiamento. Nello specifico, l’imputato aveva sottratto un telefono, un portamonete e dei documenti da un’autovettura, dopo averne danneggiato una parte per potervi accedere. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando due principali vizi della sentenza d’appello: in primo luogo, un difetto di motivazione sulla sua effettiva colpevolezza; in secondo luogo, la violazione di legge per il mancato riconoscimento dell’attenuante del danno tenue.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando integralmente la decisione della Corte d’Appello. La condanna dell’imputato è quindi diventata definitiva, con l’obbligo di pagare le spese processuali e una somma in favore della cassa delle ammende.

Le Motivazioni: la valutazione complessiva del danno tenue

La Corte ha basato la sua decisione su due pilastri argomentativi distinti, uno di natura processuale e uno di natura sostanziale.

Il Principio di Specificità del Ricorso

Innanzitutto, i giudici hanno ritenuto il primo motivo del ricorso inammissibile perché si limitava a una ‘pedissequa reiterazione’ delle argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello. In altre parole, l’imputato non aveva formulato una critica specifica e argomentata contro la sentenza impugnata, ma si era limitato a riproporre le stesse difese. Questo comportamento viola il principio di specificità dei motivi di ricorso, rendendo l’impugnazione inefficace.

La Nozione Oggettiva e Completa di Danno

Il punto centrale della pronuncia riguarda il secondo motivo, relativo all’attenuante del danno tenue. La Cassazione ha ribadito un orientamento consolidato: la circostanza attenuante in questione ha carattere oggettivo. Ciò significa che il giudice, per valutarne l’applicabilità, non deve limitarsi a considerare il valore intrinseco della cosa sottratta (la refurtiva), ma deve analizzare il pregiudizio complessivo arrecato alla persona offesa con l’intera azione criminosa.

Nel caso di specie, il danno non era costituito solo dal valore del telefono e del portafogli, ma includeva anche i costi e il disagio derivanti dal danneggiamento dell’autovettura. La Corte ha chiarito che i danni ulteriori, purché direttamente collegabili al reato, concorrono a definire l’entità totale del pregiudizio. Essendo il danno al veicolo una conseguenza diretta e necessaria per la commissione del furto, il suo valore economico doveva essere sommato a quello della refurtiva. L’entità complessiva del danno, così calcolata, non è stata ritenuta ‘lievissima’ dai giudici, escludendo quindi l’applicazione dell’attenuante.

Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione offre un’importante lezione pratica. Chi commette un reato non può sperare in uno sconto di pena basato sul danno tenue se la sua condotta, nel suo complesso, ha provocato un pregiudizio economico non irrilevante. La valutazione deve essere globale: si considerano non solo gli oggetti rubati, ma anche tutti i danni accessori e consequenziali direttamente legati all’azione illecita. Questa interpretazione garantisce una tutela più completa della persona offesa, il cui danno viene considerato in ogni sua componente, e stabilisce un criterio di valutazione più rigoroso e giusto per l’applicazione delle circostanze attenuanti.

Quando un ricorso in Cassazione è considerato una ‘pedissequa reiterazione’?
Quando si limita a riproporre gli stessi argomenti già esaminati e respinti nel precedente grado di giudizio, senza sollevare una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza impugnata.

Come si calcola il danno per l’applicazione dell’attenuante del danno tenue?
Il calcolo deve includere l’intero pregiudizio economico causato alla vittima, considerando non solo il valore dei beni sottratti, ma anche tutti i danni ulteriori che sono conseguenza diretta del reato.

In un furto su un’auto, il costo per riparare il veicolo conta ai fini del danno tenue?
Sì. Secondo la Corte, il danno causato al veicolo per compiere il furto (es. la rottura di un finestrino) è direttamente ricollegabile al reato e deve essere sommato al valore della refurtiva per determinare l’entità complessiva del pregiudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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