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Danno tenue: no a cumulo con la ricettazione lieve

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 11459/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso, ribadendo un principio consolidato: l’attenuante comune del danno tenue (art. 62 n. 4 c.p.) non può essere concessa in aggiunta all’ipotesi speciale di ricettazione di lieve entità (art. 648 c. 4 c.p.). La Corte ha specificato che la speciale tenuità del fatto è già valutata nella norma incriminatrice speciale e non può essere considerata due volte a favore dell’imputato.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danno Tenue e Ricettazione Lieve: la Cassazione Ribadisce il Divieto di Doppio Sconto

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi su un tema di notevole interesse pratico nel diritto penale: la compatibilità tra l’attenuante comune del danno tenue e l’ipotesi speciale di ricettazione di lieve entità. La decisione conferma un orientamento ormai consolidato, stabilendo che non è possibile beneficiare di un doppio “sconto” di pena quando lo stesso elemento, ovvero la scarsa entità del danno, è già considerato da una norma speciale. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti alla Base del Ricorso

Il caso trae origine dal ricorso di un imputato condannato per il reato di ricettazione. La difesa lamentava il mancato riconoscimento della circostanza attenuante comune prevista dall’articolo 62, n. 4 del codice penale, relativa all’aver cagionato un danno patrimoniale di speciale tenuità. Secondo il ricorrente, tale attenuante avrebbe dovuto essere concessa in aggiunta a quella già applicata per la fattispecie di ricettazione di particolare tenuità, disciplinata dall’articolo 648, comma 4 del codice penale. In sostanza, si chiedeva una duplice valutazione favorevole dello stesso presupposto fattuale: la lieve entità del valore del bene ricettato.

La Decisione della Cassazione sul Danno Tenue

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo non solo riproduttivo di censure già esaminate e respinte correttamente dal giudice di merito, ma anche manifestamente infondato. Gli Ermellini hanno ribadito un principio cardine del nostro ordinamento penale, spesso riassunto nella locuzione latina ne bis in idem (non due volte per la stessa cosa).

Secondo la Corte, l’ipotesi attenuata speciale prevista per il reato di ricettazione (art. 648, c. 4 c.p.) già include e assorbe la valutazione della speciale tenuità del fatto. Di conseguenza, il medesimo elemento non può essere preso in considerazione una seconda volta per applicare anche l’attenuante comune del danno tenue (art. 62, n. 4 c.p.). Concedere entrambe le attenuanti si tradurrebbe in una violazione di tale principio, portando a una ingiustificata e duplicata riduzione della pena.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione dell’ordinanza si fonda su una solida e costante giurisprudenza di legittimità, richiamando anche una storica pronuncia delle Sezioni Unite (n. 13330/1989). Il ragionamento è lineare: quando il legislatore crea una fattispecie autonoma di reato attenuato (come la ricettazione lieve), lo fa proprio per calibrare la sanzione in base a uno specifico elemento di minor gravità, in questo caso il valore esiguo del bene. Questa previsione speciale prevale sulla norma generale e la “assorbe”.

La Corte ha sottolineato come la tesi del ricorrente si ponesse in “palese contrasto con il dato normativo e con la consolidata giurisprudenza di legittimità sul punto”. Pertanto, il tentativo di ottenere un doppio beneficio è stato considerato privo di fondamento giuridico, portando alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La decisione in esame, pur non introducendo novità, consolida un principio fondamentale per l’applicazione delle circostanze attenuanti. L’ordinanza serve da monito per gli operatori del diritto: non è possibile invocare l’applicazione di un’attenuante comune quando l’elemento su cui si fonda è già stato valorizzato da una norma incriminatrice speciale. Questo principio di “assorbimento” garantisce coerenza e razionalità al sistema sanzionatorio, evitando che la stessa circostanza di fatto possa produrre effetti favorevoli duplicati e sproporzionati per l’imputato. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende sancisce la chiara infondatezza delle sue pretese.

È possibile applicare l’attenuante del danno di speciale tenuità al reato di ricettazione di particolare tenuità?
No, la Corte di Cassazione ha confermato che non è possibile. La circostanza attenuante speciale prevista per la ricettazione lieve (art. 648, c. 4 c.p.) assorbe già l’elemento del danno patrimoniale di speciale tenuità (art. 62, n. 4 c.p.), quindi lo stesso elemento non può essere considerato una seconda volta per un’ulteriore riduzione della pena.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente per due ragioni: era riproduttivo di motivi già correttamente respinti nei gradi precedenti e, soprattutto, era manifestamente infondato, poiché la tesi sostenuta era in palese contrasto con la normativa e la consolidata giurisprudenza della stessa Corte di Cassazione.

Cosa significa che una circostanza attenuante speciale ‘assorbe’ una comune?
Significa che quando una norma specifica prevede una forma attenuata di un reato basandosi su un determinato elemento (come la lieve entità del danno), quella norma speciale prevale sulla norma generale che considera lo stesso elemento. Di conseguenza, si applica solo l’attenuante speciale, poiché la valutazione di quell’elemento è già stata compiuta dal legislatore nella previsione specifica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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