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Danno patrimoniale rilevante: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28634/2025, ha annullato una condanna per bancarotta, specificando un principio cruciale: in presenza di più reati fallimentari, l’aggravante del danno patrimoniale rilevante deve essere valutata separatamente per ogni singola condotta e non in modo cumulativo. La Corte ha estinto per prescrizione il reato di bancarotta preferenziale e ha rinviato alla Corte d’Appello la valutazione sull’aggravante per la bancarotta fraudolenta.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danno Patrimoniale Rilevante: La Cassazione detta le regole per la Bancarotta

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema di grande importanza nel diritto fallimentare: la corretta valutazione dell’aggravante del danno patrimoniale rilevante quando un imputato è accusato di molteplici reati di bancarotta. La decisione chiarisce che il danno deve essere valutato per ogni singolo reato, senza effettuare una somma complessiva. Questa pronuncia offre spunti fondamentali per la difesa e l’accusa nei procedimenti per reati fallimentari.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda l’amministratore di una società operante nel settore delle telecomunicazioni, dichiarata fallita. L’amministratore era stato condannato in primo e secondo grado per due distinti reati:
1. Bancarotta fraudolenta patrimoniale: per aver venduto attrezzature e due furgoni a una società riconducibile ai propri figli a un prezzo notevolmente inferiore al valore contabile, generando una significativa minusvalenza. Inoltre, subito dopo la vendita, aveva stipulato un contratto di noleggio per gli stessi furgoni a un canone sproporzionato, creando un ulteriore debito per la società fallita.
2. Bancarotta preferenziale: per aver effettuato pagamenti per oltre 400.000 euro a favore di un’altra società da lui stesso amministrata, violando così il principio della parità di trattamento tra i creditori.

La Corte d’Appello aveva confermato la responsabilità penale, applicando le attenuanti generiche come equivalenti all’aggravante del danno patrimoniale rilevante, ritenuta sussistente sulla base del danno complessivo causato dalle diverse condotte.

La Decisione della Corte sul Danno Patrimoniale Rilevante

La Corte di Cassazione ha accolto parzialmente il ricorso della difesa, concentrandosi proprio sulla questione dell’aggravante. Il punto centrale della decisione è che, nonostante l’istituto della cosiddetta “continuazione fallimentare” (art. 219 Legge Fallimentare) unifichi i reati ai soli fini sanzionatori, ogni condotta illecita mantiene la propria autonomia ontologica.

Di conseguenza, l’aggravante del danno patrimoniale rilevante non può essere valutata considerando il danno totale derivante da tutti i reati contestati. Al contrario, il giudice deve verificare se il danno causato da ciascuna singola condotta di bancarotta (in questo caso, la fraudolenta e la preferenziale) sia, di per sé, di rilevante gravità.

La Corte d’Appello aveva invece commesso un errore, motivando la sussistenza dell’aggravante facendo riferimento principalmente alla somma sottratta con la bancarotta preferenziale, e applicandola implicitamente anche alla bancarotta fraudolenta.

Prescrizione e Annullamento

La Corte di Cassazione ha inoltre dichiarato l’estinzione per prescrizione del reato di bancarotta preferenziale. Questo ha comportato, di conseguenza, il venir meno anche della “continuazione fallimentare”, che presuppone l’esistenza di più reati.

Per il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale, invece, la responsabilità dell’imputato è stata confermata nei suoi elementi essenziali. Tuttavia, la sentenza è stata annullata con rinvio ad un’altra sezione della Corte d’Appello limitatamente alla valutazione sull’aggravante del danno patrimoniale rilevante e alla conseguente rideterminazione della pena.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda su un principio consolidato, ribadito anche dalle Sezioni Unite: la continuazione fallimentare è una disciplina speciale per la determinazione della pena, ma non fonde i reati in un’unica entità. Ogni reato conserva la sua individualità per ogni altro aspetto giuridico, inclusa la valutazione delle circostanze aggravanti e i termini di prescrizione.

Pertanto, la Corte d’Appello, nel giudicare l’aggravante, avrebbe dovuto analizzare specificamente il danno derivato dalla vendita sottocosto e dal successivo noleggio oneroso dei furgoni (condotta di bancarotta fraudolenta), senza “contaminare” tale valutazione con l’ingente somma distratta attraverso i pagamenti preferenziali (condotta di bancarotta preferenziale). Poiché tale valutazione separata era mancata, la motivazione sul punto è stata ritenuta incongrua e viziata.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante promemoria sull’obbligo di un’analisi rigorosa e puntuale in materia di reati fallimentari. Le implicazioni pratiche sono notevoli: l’accusa deve contestare e provare l’aggravante del danno rilevante per ogni singola fattispecie, e il giudice deve motivare la sua sussistenza in modo autonomo per ciascuna di esse. Questo principio garantisce una maggiore aderenza ai fatti e una più corretta commisurazione della pena, evitando che la gravità di una condotta si estenda automaticamente ad altre, pur commesse nel medesimo contesto di crisi aziendale.

In caso di più reati di bancarotta, come si valuta l’aggravante del danno patrimoniale di rilevante gravità?
L’aggravante deve essere verificata e motivata in riferimento a ciascuna singola condotta di bancarotta. Non è corretto valutare il danno in modo cumulativo, sommando gli effetti patrimoniali di tutti i reati commessi.

La “continuazione fallimentare” unisce i diversi reati di bancarotta in un unico crimine?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la continuazione fallimentare prevista dall’art. 219 Legge Fallimentare unifica i reati solo ai fini del calcolo della pena, ma non ne esclude l’autonomia ontologica. Ciascun reato rimane distinto per tutti gli altri effetti giuridici, come la prescrizione e la valutazione delle aggravanti.

Qual è stato l’esito del ricorso per il reato di bancarotta preferenziale?
La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza per questo reato, dichiarandolo estinto per intervenuta prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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