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Danno patrimoniale: quando si applica l’attenuante?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per la spendita di banconote false. La Corte ha confermato la decisione di merito che negava l’applicazione dell’attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità, ritenendo che un valore di 200 euro in banconote false, destinate ad essere spese in un piccolo esercizio commerciale, non costituisce un danno di lieve entità.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danno Patrimoniale: la Cassazione chiarisce i limiti dell’attenuante

La valutazione del danno patrimoniale è un elemento cruciale in molti procedimenti penali, in quanto può determinare l’applicazione di importanti circostanze attenuanti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. n. 21083/2024) offre un’analisi dettagliata sui criteri per riconoscere l’attenuante della speciale tenuità del danno, in particolare nel contesto del reato di spendita di monete false.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un individuo condannato per aver utilizzato una banconota falsa da 100 euro per acquistare generi alimentari di modesto valore presso un piccolo esercizio commerciale. Durante i controlli, l’imputato è stato trovato in possesso di un’altra banconota falsa dello stesso taglio. La difesa aveva richiesto l’applicazione dell’attenuante comune prevista dall’art. 62 n. 4 del codice penale, sostenendo che il danno causato fosse di speciale tenuità.

Il Percorso Giudiziario e il Principio del Danno Patrimoniale

Il Tribunale e, successivamente, la Corte d’Appello avevano inizialmente negato l’attenuante. A seguito di un primo ricorso, la Corte di Cassazione aveva annullato la sentenza d’appello, ordinando ai giudici di secondo grado di fornire una motivazione più approfondita sulla sussistenza o meno dei presupposti per l’applicazione della citata attenuante.

La Corte d’Appello, nel nuovo giudizio, ha nuovamente escluso l’attenuante, argomentando che la condotta dell’imputato non permetteva di qualificare il danno come particolarmente lieve. L’imputato ha quindi presentato un nuovo ricorso in Cassazione, ritenendo errata tale valutazione.

L’Applicabilità dell’Attenuante ai Reati contro la Fede Pubblica

La Corte di Cassazione ha ribadito un orientamento consolidato: l’attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità può essere applicata anche ai reati che, come la spendita di monete false (art. 455 c.p.), offendono primariamente la fede pubblica. Tuttavia, ciò è possibile solo a due condizioni:

1. Il fatto deve essere stato commesso per motivi di lucro.
2. Sia l’evento dannoso o pericoloso per la vittima, sia il vantaggio patrimoniale per l’autore del reato devono essere di entità modesta.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo aspecifico e confermando la correttezza della decisione della Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno sottolineato che la valutazione della Corte territoriale era stata logica e coerente. Questa aveva correttamente evidenziato che la spendita di una banconota da 100 euro in un piccolo negozio, unita al possesso di una seconda banconota identica, rendeva prevedibile la volontà di incrementare il proprio illecito profitto. Il valore complessivo di 200 euro in moneta falsa è stato considerato incompatibile con la nozione di “speciale tenuità” del danno. Di conseguenza, il giudice del rinvio ha adempiuto correttamente al suo compito, fornendo una motivazione adeguata per escludere l’attenuante, basata su un’analisi concreta e non contestata delle prove.

Le Conclusioni

Con questa sentenza, la Corte di Cassazione rafforza un principio fondamentale: la concessione dell’attenuante per danno di speciale tenuità non è automatica ma richiede una valutazione complessiva e contestualizzata del fatto. Non è sufficiente considerare solo il valore del singolo acquisto, ma occorre analizzare l’intera condotta dell’agente e il potenziale danno complessivo. La decisione chiarisce che un importo di 200 euro, nel contesto di un reato come la spendita di denaro falso, supera la soglia della “modestia” richiesta dalla norma, escludendo così la possibilità di una riduzione di pena per tale motivo.

L’attenuante per danno di speciale tenuità è applicabile al reato di spendita di banconote false?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che l’attenuante prevista dall’art. 62 n. 4 c.p. è applicabile anche ai reati contro la fede pubblica, come la spendita di monete false, a condizione che il fatto sia commesso per lucro e che sia l’evento dannoso per la vittima sia il vantaggio per l’autore siano di modesta entità.

Perché nel caso specifico è stata negata l’applicazione dell’attenuante?
L’attenuante è stata negata perché il valore complessivo delle banconote false in possesso dell’imputato era di 200 euro. Secondo la Corte, tale importo, unito al contesto (spendita in un piccolo esercizio commerciale e possesso di una seconda banconota), non è compatibile con la nozione di “speciale tenuità” del danno e del lucro.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione?
La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende. La sentenza della Corte d’Appello, che aveva negato l’attenuante, è stata quindi confermata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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