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Danno lieve e carte di credito: l’attenuante non vale

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2252/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che chiedeva l’applicazione dell’attenuante del danno lieve per un reato avente ad oggetto una carta di credito. La Corte ha ribadito che, in questi casi, il danno non va commisurato al valore materiale del supporto plastico, ma al suo potenziale utilizzo illecito, un valore non determinabile e quindi non qualificabile come di ‘particolare tenuità’.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danno Lieve e Carte di Credito: Quando l’Attenuante non si Applica

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, torna a fare chiarezza su un tema di grande attualità: la configurabilità dell’attenuante del danno lieve nei reati che coinvolgono strumenti di pagamento come le carte di credito. Questa pronuncia offre spunti fondamentali per comprendere come la giurisprudenza valuti il danno in relazione a beni il cui valore non è meramente materiale, ma potenziale.

Il Caso in Esame: Un Ricorso contro la Mancata Concessione dell’Attenuante

Il caso trae origine dal ricorso di un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. Il ricorrente lamentava la mancata concessione della circostanza attenuante del danno patrimoniale di particolare tenuità, prevista dall’articolo 62, n. 4 del Codice Penale. L’oggetto del reato era una carta di credito, e la difesa sosteneva che la mancata concessione dell’attenuante fosse basata su una motivazione illogica. La questione sottoposta alla Suprema Corte era, quindi, se il furto o la ricettazione di una carta di credito potesse essere considerato un reato da danno lieve.

La Decisione della Corte sul Danno Lieve e gli Strumenti di Pagamento

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I giudici hanno richiamato un principio di diritto già consolidato con una precedente sentenza (n. 21790 del 2022), che risolve in modo netto la questione. Secondo tale principio, l’attenuante del danno patrimoniale di particolare tenuità non è applicabile quando il reato ha per oggetto carte di credito.

Le Motivazioni

La motivazione alla base della decisione è cruciale. La Corte spiega che, per valutare l’entità del danno, non si deve guardare al valore intrinseco del supporto materiale, ovvero il pezzo di plastica di cui è fatta la carta. Il vero valore, e quindi il potenziale danno, risiede nella ‘potenziale utilizzabilità seriale dello strumento di pagamento’. In altre parole, il danno non è il costo della carta, ma la capacità della stessa di essere utilizzata ripetutamente per effettuare pagamenti, prelievi o acquisti illeciti. Questo danno potenziale è, per sua natura, non determinabile a priori e certamente non di ‘particolare tenuità’. La Corte sottolinea come l’oggetto giuridico protetto non sia il mero possesso del bene fisico, ma la sicurezza delle transazioni e la fiducia nel sistema dei pagamenti elettronici.

Le Conclusioni

L’ordinanza conferma un orientamento giurisprudenziale rigoroso e coerente con la moderna realtà economica. L’esclusione dell’attenuante del danno lieve per i reati legati a carte di credito e altri strumenti di pagamento ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, rafforza la tutela penale contro questi tipi di crimini, riconoscendone la potenziale gravità a prescindere dall’effettivo utilizzo che ne viene fatto. In secondo luogo, chiarisce che il ‘danno’ in ambito penale non è sempre un concetto puramente economico e quantificabile, ma può includere la lesione di beni immateriali come la sicurezza e la fede pubblica. La decisione serve quindi da monito, stabilendo che la sottrazione di uno strumento di pagamento è un fatto intrinsecamente grave, il cui danno potenziale impedisce qualsiasi qualificazione di lieve entità.

È possibile ottenere l’attenuante del danno di particolare tenuità per un reato che ha come oggetto una carta di credito?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che tale attenuante non è configurabile perché il danno da considerare non è il valore del supporto materiale (la plastica), ma quello, non determinabile, derivante dalla potenziale utilizzabilità seriale dello strumento di pagamento.

Quale valore si considera per valutare il danno in caso di reati con carte di credito?
Si considera il valore derivante dalla potenziale capacità della carta di essere usata per pagamenti e transazioni. Questo valore non è quello del supporto materiale, ma un danno potenziale e non quantificabile a priori.

Qual è stato l’esito del ricorso esaminato in questa ordinanza?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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