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Danno di speciale tenuità: quando si applica?

La Corte di Cassazione chiarisce i limiti per l’applicazione dell’attenuante del danno di speciale tenuità. In un caso di furto aggravato con un danno di 100.000 euro, la Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’imputato, stabilendo che tale attenuante richiede un danno ‘lievissimo’ e non può essere concessa per importi così significativi.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danno di Speciale Tenuità: la Cassazione esclude l’attenuante per un danno da 100.000 euro

L’applicazione dell’attenuante del danno di speciale tenuità, prevista dall’articolo 62, n. 4, del codice penale, è spesso oggetto di dibattito nelle aule di giustizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un importante chiarimento sui limiti di questa circostanza, escludendone l’applicabilità in un caso di furto in abitazione che aveva causato un danno quantificato in almeno 100.000 euro. Analizziamo insieme la decisione per capire il principio di diritto affermato dai giudici supremi.

I fatti del caso

La vicenda giudiziaria ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di furto in abitazione aggravato. Dopo la conferma della condanna da parte della Corte di Appello, l’imputato ha presentato ricorso per Cassazione. L’unico motivo di doglianza riguardava il mancato riconoscimento dell’attenuante comune del danno di speciale tenuità, che, se accolta, avrebbe potuto comportare una significativa riduzione della pena inflitta.

Il ricorso e il concetto di danno di speciale tenuità

La difesa del ricorrente insisteva per l’accoglimento del ricorso, sostenendo che il danno, sebbene ingente, dovesse essere considerato di lieve entità in relazione ad altri parametri non specificati. Il fulcro dell’argomentazione difensiva era la richiesta di applicare una mitigazione della pena in virtù della presunta modesta offensività del fatto dal punto di vista patrimoniale.

L’attenuante in questione è pensata per i reati contro il patrimonio in cui il danno economico causato alla vittima è talmente esiguo da apparire quasi trascurabile. La sua applicazione è rimessa alla valutazione discrezionale del giudice, che deve considerare l’entità del danno in termini oggettivi.

Le motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per due ragioni fondamentali.

In primo luogo, il motivo è stato ritenuto generico. Secondo i giudici, il ricorso non specificava gli elementi concreti su cui si basava la critica alla sentenza impugnata, impedendo così alla Corte di esercitare il proprio sindacato di legittimità. Il ricorso si limitava a contestare la decisione senza fornire argomentazioni specifiche in grado di scalfire la logicità della motivazione della Corte d’Appello.

In secondo luogo, e nel merito, il ricorso è stato giudicato manifestamente infondato. La Corte ha ribadito un principio consolidato nella sua giurisprudenza: per poter applicare l’attenuante del danno di speciale tenuità, il danno deve essere ‘lievissimo’. Un danno quantificato in almeno 100.000 euro, per sua stessa natura, non può essere considerato tale. I giudici hanno sottolineato come l’interpretazione proposta dal ricorrente fosse in palese contrasto non solo con il dato normativo, ma anche con l’orientamento costante della giurisprudenza di legittimità. Pertanto, un danno di tale entità, anche se definito ‘modesto’ negli atti difensivi, non può in alcun modo essere qualificato come di ‘speciale tenuità’.

Conclusioni

La decisione riafferma con chiarezza che l’attenuante del danno di speciale tenuità ha un ambito di applicazione molto ristretto, limitato a situazioni in cui il pregiudizio economico è veramente minimo. L’ordinanza serve da monito: non è possibile invocare questa attenuante in presenza di danni patrimoniali rilevanti, anche se si tenta di sminuirne la portata. La valutazione deve essere oggettiva e basata sull’effettivo valore del danno, che, nel caso di specie, era tutt’altro che trascurabile. La conseguenza per il ricorrente è stata non solo la conferma della condanna, ma anche il pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Quando si applica l’attenuante del danno di speciale tenuità?
Secondo la Corte di Cassazione e la giurisprudenza consolidata, questa attenuante si applica solo quando il danno patrimoniale derivante dal reato è ‘lievissimo’, ovvero di entità talmente esigua da essere considerato quasi irrilevante.

Un danno di 100.000 euro può essere considerato di speciale tenuità?
No. La Corte ha stabilito in modo inequivocabile che un danno quantificato in una somma così ingente non può in alcun modo essere considerato di ‘speciale tenuità’, escludendo quindi l’applicazione della relativa attenuante.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Come stabilito nel provvedimento, quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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