Danno di Speciale Tenuità: Quando il Valore dei Beni e le Modalità del Reato Escludono l’Attenuante
L’applicazione della circostanza attenuante del danno di speciale tenuità è spesso oggetto di dibattito nelle aule di giustizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fornisce un chiaro esempio di come i giudici valutino questo aspetto, non limitandosi al solo valore economico del bene sottratto, ma considerando anche il contesto complessivo dell’azione criminale. Nel caso di specie, la Corte ha respinto il ricorso di un imputato condannato per un furto di abiti e cellulari, confermando che il danno non poteva essere considerato di lieve entità.
I Fatti del Caso: Il Diniego in Appello
La vicenda processuale ha origine da una sentenza della Corte d’Appello che aveva condannato un individuo per un reato contro il patrimonio. La difesa dell’imputato aveva richiesto, tra le altre cose, il riconoscimento della circostanza attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità. Tuttavia, i giudici di secondo grado avevano rigettato tale richiesta, ritenendo che le caratteristiche del fatto non lo consentissero.
Il Ricorso in Cassazione: La Contestazione della Motivazione
Contro la decisione della Corte d’Appello, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione. L’unico motivo di doglianza riguardava un presunto vizio di motivazione. Secondo la difesa, la Corte di merito non avrebbe adeguatamente considerato gli elementi a favore del riconoscimento dell’attenuante, giungendo a un diniego ingiustificato.
L’Analisi della Cassazione sul Danno di Speciale Tenuità
La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, pertanto, inammissibile. Contrariamente a quanto sostenuto dal ricorrente, i giudici di legittimità hanno evidenziato come la Corte d’Appello avesse esaminato attentamente la questione. La decisione di negare l’attenuante non è stata frutto di una svista, ma di una valutazione ponderata, basata su argomenti logici e giuridicamente corretti.
Le Motivazioni della Decisione
Il rigetto si fonda su due pilastri argomentativi principali. In primo luogo, la Corte ha sottolineato l’oggettivo valore economico non irrilevante dei beni sottratti. Nello specifico, si trattava di capi di abbigliamento e telefoni cellulari il cui valore complessivo non poteva essere definito come particolarmente esiguo.
In secondo luogo, e forse in modo ancora più decisivo, sono state considerate le modalità dell’azione criminale. I giudici hanno ritenuto che il modo in cui il reato è stato perpetrato escludesse di per sé la possibilità di qualificare il danno come di ‘speciale tenuità’. Questo significa che la valutazione non è meramente quantitativa (il valore dei beni), ma anche qualitativa (il contesto e la gravità del comportamento).
Le Conclusioni: Criteri di Valutazione e Implicazioni Pratiche
La decisione della Cassazione ribadisce un principio fondamentale: per il riconoscimento dell’attenuante del danno di speciale tenuità, il giudice deve compiere una valutazione globale. Non basta che il valore economico del maltolto sia basso, ma è necessario che l’intera condotta del reo e le circostanze del fatto riflettano una minore gravità complessiva. La manifesta infondatezza del ricorso ha comportato, per il ricorrente, non solo la conferma della condanna ma anche il pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, a testimonianza della pretestuosità del motivo di appello.
Perché è stata negata l’attenuante del danno di speciale tenuità?
La circostanza attenuante è stata negata perché i giudici hanno considerato sia il valore economico non irrilevante dei beni sottratti (capi di abbigliamento e cellulari), sia le modalità dell’azione criminale, ritenendo che entrambi gli elementi escludessero la particolare lievità del danno.
Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione sul ricorso?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, giudicandolo manifestamente infondato. Ha ritenuto che la Corte d’Appello avesse correttamente e logicamente motivato il diniego dell’attenuante.
Quali sono state le conseguenze per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 34901 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 34901 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 09/07/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 27/11/2023 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso proposto nell’interesse di RAGIONE_SOCIALE;
ritenuto che l’unico motivo di ricorso, con il quale si contesta il vizio di motivazione in relazione al mancato riconoscimento della circostanza attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità, è manifestamente infondato in quanto la Corte di merito non ha affatto trascurato di prendere in esame la doglianza difensiva pervenendo al diniego dell’invocata attenuante che ha tuttavia giudicato infondata con argomenti lineari dal punto di visto logico e corretti sul piano giuridico (cfr., in particolare, pag. 7 sull’oggettivo non irrilevante valore economico dei capi di abbigliamento e dei cellulari sottratti alla vittima e sulle modalità dell’azione che escludevano la particolare tenuità del danno);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, in data 9 luglio 2024
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