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Danno di speciale tenuità: quando è escluso?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per ricettazione di merce contraffatta. La Corte ha confermato la decisione di merito che negava l’attenuante del danno di speciale tenuità, sottolineando che il valore dei beni, seppur non elevato, non era trascurabile. È stata inoltre respinta un’eccezione procedurale sulla notifica, ritenuta valida perché eseguita correttamente prima dello stato di detenzione dell’imputato.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danno di Speciale Tenuità: La Cassazione Chiarisce i Limiti di Applicabilità

Una recente sentenza della Corte di Cassazione torna a fare luce su un concetto chiave del diritto penale: l’attenuante del danno di speciale tenuità. La pronuncia offre spunti fondamentali per comprendere quando il valore economico di un bene illecito possa essere considerato talmente irrisorio da giustificare uno sconto di pena. Il caso in esame riguarda un’imputazione per ricettazione di merce contraffatta, dove la difesa ha tentato, senza successo, di far valere la minima entità del danno patrimoniale.

I Fatti del Caso

L’imputato era stato condannato in primo grado e in appello per i reati di ricettazione, nell’ipotesi attenuata, e detenzione a fini di vendita di tre paia di scarpe con marchio contraffatto. La pena inflitta era di due mesi di reclusione e 200 euro di multa. Contro la sentenza della Corte di Appello di Roma, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, affidandosi a due principali motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il ricorso si fondava su due argomentazioni principali, una di natura sostanziale e una di carattere procedurale.

Il Primo Motivo: Il Mancato Riconoscimento del Danno di Speciale Tenuità

La difesa sosteneva un’erronea applicazione dell’articolo 62 n. 4 del codice penale, che prevede una diminuzione della pena quando l’agente ha cagionato un danno patrimoniale di speciale tenuità. Secondo il ricorrente, trattandosi di soli tre paia di scarpe, il danno doveva essere considerato minimo, giustificando così l’applicazione dell’attenuante. Si lamentava, inoltre, una motivazione illogica e apparente da parte della Corte di Appello su questo punto.

Il Secondo Motivo: La Presunta Nullità della Notifica

Il secondo motivo sollevava una questione procedurale. Il ricorrente affermava di trovarsi in stato di detenzione carceraria da novembre 2023. Di conseguenza, a suo dire, la notifica del decreto di citazione per il giudizio di appello avrebbe dovuto essergli consegnata personalmente in istituto penitenziario, e non presso il domicilio dichiarato, rendendo nulla la sentenza per violazione del diritto di difesa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per genericità, analizzando e respingendo entrambi i motivi.

In merito al primo punto, la Corte ha stabilito che la valutazione della Corte di Appello sul diniego dell’attenuante era congrua e priva di vizi logici. I giudici di merito avevano affermato che i beni ricettati non erano di valore economico ‘particolarmente esiguo’. La Cassazione ha ribadito il suo orientamento costante: per applicare l’attenuante del danno di speciale tenuità, non è sufficiente che il danno sia lieve, ma deve essere di ‘rileva minima e di entità quasi trascurabile’. La valutazione di tale requisito è un accertamento di fatto rimesso al giudice di merito e, se motivato logicamente come in questo caso, non è sindacabile in sede di legittimità. Il ricorrente, inoltre, non aveva fornito alcun elemento concreto per confutare tale valutazione.

Anche il secondo motivo è stato ritenuto inammissibile. La Corte ha evidenziato due criticità: in primo luogo, l’affermazione dello stato di detenzione era ‘aspecifica’, in quanto non supportata da alcuna documentazione. In secondo luogo, e in modo dirimente, la deduzione era in contrasto con gli atti processuali. Dal carteggio emergeva infatti che il decreto di citazione era stato notificato a settembre 2023, ovvero in un’epoca ‘ben antecedente’ all’inizio della detenzione indicata dal ricorrente (novembre 2023). La notifica era avvenuta correttamente presso il domicilio che l’imputato stesso aveva dichiarato, e non, come erroneamente indicato, presso il difensore.

Le Conclusioni

La sentenza consolida due importanti principi. Primo, l’attenuante del danno di speciale tenuità richiede una valutazione rigorosa del valore del bene, che deve essere quasi irrilevante, e tale giudizio spetta al giudice di merito. Secondo, le eccezioni procedurali sollevate in Cassazione devono essere specifiche, documentate e non in contrasto con le evidenze processuali. Affermazioni generiche o non provate non possono fondare un valido motivo di ricorso e portano inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Quando si applica l’attenuante del danno di speciale tenuità?
Secondo la sentenza, questa attenuante si applica solo quando il danno patrimoniale è di rilevanza minima e di entità quasi trascurabile. La valutazione è rimessa al giudice di merito, che deve considerare il valore effettivo della cosa e non è sufficiente che esso sia semplicemente lieve.

Un’eccezione sulla notifica può essere basata su una semplice affermazione dell’imputato?
No. La Corte ha ritenuto l’eccezione ‘aspecifica’ e quindi inammissibile perché il ricorrente si è limitato a dichiarare il suo stato di detenzione senza fornire alcuna documentazione a supporto. Le affermazioni in sede di legittimità devono essere provate e circostanziate.

La notifica al domicilio dichiarato è valida se l’imputato viene arrestato successivamente?
Sì. Nel caso di specie, la notifica è stata ritenuta perfettamente valida perché è stata eseguita correttamente presso il domicilio dichiarato dall’imputato in un momento precedente all’inizio dello stato di detenzione da lui lamentato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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