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Danno di speciale tenuità: non basta il valore esiguo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso in un caso di estorsione, ribadendo un principio fondamentale sull’attenuante del danno di speciale tenuità. La Corte ha specificato che, data la natura plurioffensiva del reato di estorsione, non è sufficiente considerare il modesto valore economico del bene sottratto. È necessario valutare il danno complessivo subito dalla vittima, che include la lesione alla libertà e all’integrità fisica e morale. Solo se tale pregiudizio complessivo è di lieve entità, l’attenuante può essere concessa.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danno di Speciale Tenuità nell’Estorsione: La Cassazione Fa Chiarezza

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sull’applicazione dell’attenuante per danno di speciale tenuità nel contesto di reati complessi come l’estorsione. La Corte di Cassazione, con una decisione netta, ha ribadito che la valutazione non può limitarsi al solo valore economico del bene, ma deve abbracciare la totalità del pregiudizio subito dalla vittima. Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale volto a tutelare in modo più completo le vittime di reati che ledono, oltre al patrimonio, anche la sfera personale.

I Fatti del Processo

Il caso nasce dal ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Milano. Il ricorrente sollevava due principali motivi di doglianza. Il primo riguardava l’errata applicazione di una circostanza aggravante legata al coinvolgimento di un minore. Il secondo, e più rilevante ai fini della nostra analisi, lamentava il mancato riconoscimento dell’attenuante del danno di speciale tenuità, prevista dall’articolo 62, n. 4, del codice penale.

L’imputato sosteneva che il danno patrimoniale causato fosse di entità modesta e che, pertanto, dovesse beneficiare di una riduzione della pena. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ritenuto entrambi i motivi di ricorso inammissibili per la loro genericità e infondatezza nel merito.

L’Analisi della Corte e il Danno di Speciale Tenuità

Il fulcro della decisione della Suprema Corte risiede nella corretta interpretazione dell’attenuante del danno di speciale tenuità in relazione al delitto di estorsione. I giudici hanno sottolineato come l’estorsione sia un reato “plurioffensivo”. Questo termine tecnico significa che il reato non offende un solo bene giuridico (il patrimonio), ma ne aggredisce molteplici.

Nel caso specifico dell’estorsione, vengono lesi:
1. Il patrimonio: attraverso la sottrazione di un bene o il conseguimento di un profitto ingiusto.
2. La libertà personale: la vittima è costretta a compiere un’azione contro la sua volontà a causa della minaccia o della violenza.
3. L’integrità fisica e morale: la persona offesa subisce un’aggressione alla propria sfera psicofisica.

Proprio in virtù di questa natura complessa, la Corte ha stabilito che limitare la valutazione del danno al solo aspetto economico sarebbe riduttivo e contrario alla logica della norma.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione di inammissibilità del ricorso richiamando consolidati principi di diritto. Ha affermato che la Corte d’Appello aveva correttamente applicato la legge, seguendo l’orientamento secondo cui, per configurare l’attenuante in esame, non è sufficiente che il bene mobile sottratto sia di modesto valore. È invece indispensabile una valutazione complessiva degli effetti dannosi subiti dalla vittima.

Il giudice di merito deve quindi considerare l’impatto che il reato ha avuto sulla libertà, sull’integrità e sulla tranquillità della persona offesa. Solo se la valutazione complessiva di tutto questo pregiudizio porta a concludere per la sua “speciale tenuità”, allora si potrà applicare la riduzione di pena. Questa valutazione, specifica la Corte, è un apprezzamento riservato al giudice di merito che, se immune da vizi logici e giuridici come nel caso di specie, non può essere messo in discussione in sede di legittimità.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

L’ordinanza della Cassazione rafforza un principio di giustizia sostanziale: la gravità di un reato non si misura solo in euro. La pronuncia ha implicazioni pratiche significative. Per gli avvocati, diventa cruciale argomentare la richiesta di applicazione dell’attenuante non solo sulla base di perizie economiche, ma anche dimostrando il limitato impatto complessivo sulla vittima. Per i giudici, questo orientamento impone un’analisi più approfondita e sensibile della vicenda umana dietro al fascicolo processuale.

In conclusione, la decisione conferma che la tutela della persona, nella sua interezza, prevale su una visione puramente patrimoniale del danno, specialmente in reati che, come l’estorsione, minano le fondamenta della libertà individuale.

Quando si può applicare l’attenuante del danno di speciale tenuità in un caso di estorsione?
L’attenuante si applica solo quando la valutazione complessiva del pregiudizio subito dalla vittima risulta di speciale tenuità. Tale valutazione non si limita al valore economico del bene, ma deve considerare anche la lesione alla libertà e all’integrità fisica e morale della persona offesa.

Perché il valore economico del bene non è l’unico fattore da considerare nel reato di estorsione?
Perché l’estorsione è un reato definito ‘plurioffensivo’, ovvero lede più beni giuridici protetti dalla legge. Oltre al patrimonio, aggredisce la libertà e l’integrità fisica e morale della vittima, e tutti questi aspetti devono essere considerati nella valutazione del danno.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘aspecifico’?
Significa che il motivo è formulato in modo troppo generico e non individua con precisione l’errore di diritto o di logica che si contesta nella sentenza impugnata. Un motivo aspecifico non consente alla Corte di Cassazione di svolgere il proprio compito di revisione e viene quindi dichiarato inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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