LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Danno di speciale tenuità: no se occulti le scritture

La Corte di Cassazione conferma la condanna per bancarotta fraudolenta documentale e nega l’attenuante del danno di speciale tenuità. La Corte ha stabilito che l’occultamento delle scritture contabili impedisce la ricostruzione del patrimonio e l’esercizio delle azioni a tutela dei creditori, rappresentando di per sé un danno significativo che esclude la possibilità di una riduzione di pena per la lieve entità del pregiudizio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danno di Speciale Tenuità: Inapplicabile in Caso di Occultamento delle Scritture Contabili

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 11923/2024 affronta un tema cruciale nel diritto penale fallimentare: l’applicabilità dell’attenuante del danno di speciale tenuità nel caso di bancarotta fraudolenta documentale. La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: chi occulta le scritture contabili non può beneficiare di sconti di pena legati a un presunto danno minimo, poiché tale condotta impedisce di per sé una corretta valutazione del pregiudizio e ostacola la tutela dei creditori. Analizziamo nel dettaglio la vicenda e le motivazioni dei giudici.

I Fatti del Processo: Un Lungo Itinerario Giudiziario

Il caso riguarda un imprenditore condannato in primo grado per bancarotta fraudolenta documentale, per aver sottratto la contabilità della propria azienda. La Corte di Appello confermava la condanna. L’imputato ricorreva in Cassazione, lamentando, tra le altre cose, il mancato riconoscimento della circostanza attenuante del danno di speciale tenuità, prevista dall’art. 219 della Legge Fallimentare.

La Corte di Cassazione, in una prima pronuncia, accoglieva parzialmente il ricorso proprio su questo punto, ritenendo la motivazione della Corte territoriale insufficiente. Il processo veniva quindi rinviato a un’altra sezione della Corte di Appello per una nuova valutazione.

In sede di rinvio, la Corte di Appello negava nuovamente l’attenuante, argomentando che l’assenza delle scritture contabili aveva reso impossibile la ricostruzione del patrimonio e dei debiti, impedendo di fatto l’esercizio di azioni revocatorie a tutela della massa creditoria. Contro questa decisione, l’imputato proponeva un nuovo ricorso in Cassazione, che ha dato origine alla sentenza in commento.

La Questione Giuridica sul Danno di Speciale Tenuità

Il fulcro della questione legale è se un imprenditore, che commette bancarotta documentale nascondendo i libri contabili, possa comunque sostenere che il danno ai creditori sia stato minimo. L’attenuante del danno di speciale tenuità è pensata per mitigare la pena in situazioni in cui l’impatto economico del reato sulla massa creditoria è oggettivamente trascurabile.

L’imputato sosteneva che il danno fosse minimo, basandosi sul fatto che solo un creditore si era insinuato nel passivo fallimentare e che la posizione era stata definita con un accordo transattivo. Tuttavia, la Procura e i giudici di merito hanno sempre sostenuto una tesi opposta: l’occultamento della contabilità crea un danno intrinseco e grave, poiché priva il curatore fallimentare degli strumenti per accertare la reale consistenza del patrimonio e per agire contro eventuali atti distrattivi compiuti prima del fallimento.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato definitivamente il ricorso dell’imputato, ritenendo la decisione della Corte di Appello di rinvio corretta e logicamente argomentata. I giudici hanno sottolineato diversi punti chiave:

1. Impossibilità di Prova: L’occultamento delle scritture contabili crea una situazione di incertezza insuperabile. Senza documenti, è impossibile dimostrare che il danno sia stato di lieve entità. L’onere di provare la sussistenza dell’attenuante ricade sull’imputato, ma la sua stessa condotta fraudolenta rende tale prova impossibile.

2. Danno da Mancata Revocatoria: Il danno per i creditori non si limita ai debiti non pagati. Consiste anche e soprattutto nella perdita della possibilità di esercitare azioni revocatorie e altre azioni a tutela della massa. Nascondere la contabilità significa impedire al curatore di individuare e recuperare beni o somme sottratte al patrimonio aziendale prima del fallimento. Questo ostacolo rappresenta un danno significativo e non quantificabile a priori.

3. Irrilevanza della Mancata Insinuazione: La Corte ha specificato che il fatto che molti creditori non si siano insinuati nel passivo non dimostra l’assenza di danno. Al contrario, tale scelta potrebbe essere stata dettata proprio dalla consapevolezza dell’incapienza del fallimento, una situazione creata o aggravata dalla condotta dell’imputato.

In sostanza, la condotta di chi nasconde i libri contabili è talmente grave da essere incompatibile con la logica dell’attenuante del danno di speciale tenuità.

Conclusioni

La sentenza n. 11923/2024 consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso e condivisibile. Il messaggio per gli imprenditori è chiaro: la trasparenza contabile non è un’opzione. L’occultamento dei documenti contabili non solo costituisce un grave reato, ma preclude anche la possibilità di beneficiare di sconti di pena basati sulla presunta modestia del pregiudizio economico. La tutela dei creditori e del corretto funzionamento delle procedure concorsuali passa necessariamente attraverso la completa e veritiera rappresentazione della situazione patrimoniale e finanziaria dell’impresa, un principio che questa decisione riafferma con forza.

È possibile ottenere l’attenuante del danno di speciale tenuità in un caso di bancarotta fraudolenta per occultamento delle scritture contabili?
No. La sentenza stabilisce che l’occultamento delle scritture contabili, impedendo la ricostruzione del patrimonio e l’esercizio delle azioni a tutela dei creditori (come le revocatorie), di per sé preclude l’applicazione di tale attenuante.

La mancata insinuazione al passivo da parte di alcuni creditori dimostra che il danno è di lieve entità?
No. Secondo la Corte, la mancata insinuazione non equivale a un danno di particolare tenuità. Tale comportamento dei creditori potrebbe essere stato determinato da altre ragioni, come lo scoraggiamento dovuto all’impossibilità di ricostruire l’attivo fallimentare, causata proprio dall’occultamento dei documenti contabili.

Su chi ricade l’onere di provare la sussistenza del danno di speciale tenuità?
L’onere della prova ricade sull’imputato. La sentenza chiarisce che l’imputato non può limitarsi a dedurre la mancata insinuazione dei creditori, ma deve fornire allegazioni concrete sulla soddisfazione, anche parziale, dei creditori non insinuati, cosa che non è avvenuta nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati