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Danno di speciale tenuità: no se c’è violenza

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per tentata rapina impropria e furto aggravato. La Corte ha stabilito che l’attenuante del danno di speciale tenuità non può essere concessa quando, oltre al danno patrimoniale di modesta entità, si verifica una lesione alla persona attraverso violenza o minaccia, come nel caso di un addetto alla sicurezza colpito e travolto durante la fuga.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danno di Speciale Tenuità: Quando il Valore del Bottino non Basta

L’applicazione dell’attenuante per danno di speciale tenuità è spesso oggetto di dibattito nelle aule di giustizia, specialmente quando si tratta di reati complessi come la rapina. Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale: per valutare la tenuità del danno non si può considerare solo il valore economico della refurtiva, ma bisogna tener conto di tutte le conseguenze negative del reato, inclusa la violenza sulla vittima. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva condannato in primo e secondo grado per una serie di reati, tra cui una tentata rapina impropria e un furto aggravato ai danni di un supermercato. La difesa dell’imputato decideva di ricorrere in Cassazione, lamentando il mancato riconoscimento dell’attenuante del danno di speciale tenuità, prevista dall’articolo 62, n. 4 del codice penale. Secondo il ricorrente, il modesto valore della merce sottratta (circa 150 euro per un furto e 237 euro per la tentata rapina) avrebbe dovuto giustificare una riduzione di pena.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno ribadito un principio consolidato nella giurisprudenza: la valutazione del danno non può essere meramente aritmetica, ma deve essere complessiva.

Le motivazioni del danno di speciale tenuità

La Corte ha spiegato che, per concedere l’attenuante del danno di speciale tenuità, il pregiudizio causato alla vittima deve essere ‘lievissimo’, quasi ‘irrisorio’. Questa valutazione non si limita al valore della ‘res’, ovvero della cosa sottratta. Bisogna considerare anche tutti gli altri effetti pregiudizievoli derivanti dall’azione criminale.

Nel caso specifico della rapina, che è un reato ‘plurioffensivo’ (cioè che lede più beni giuridici, in questo caso il patrimonio e l’incolumità personale), la valutazione deve necessariamente includere gli effetti dannosi causati dalla violenza o dalla minaccia. La sentenza impugnata aveva correttamente evidenziato come il danno non fosse solo il valore della merce, ma anche le conseguenze del colpo inferto all’addetto alla sicurezza del supermercato, che era stato poi travolto dall’imputato nel tentativo di garantirsi la fuga.

Di conseguenza, la Corte ha concluso che un danno comprensivo di violenza fisica contro una persona non può mai essere considerato ‘irrisorio’, a prescindere dal valore economico del bottino.

Le conclusioni

La sentenza ribadisce un principio di giustizia sostanziale: nei reati contro la persona e il patrimonio, l’integrità fisica della vittima ha un peso preponderante. La Cassazione chiarisce che la valutazione del danno di speciale tenuità in reati come la rapina o l’estorsione deve essere olistica. Non basta guardare al portafoglio della vittima; è cruciale considerare l’impatto complessivo dell’azione, specialmente quando questa comporta violenza. La dichiarazione di inammissibilità del ricorso, dovuta alla manifesta infondatezza delle argomentazioni, ha comportato per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende.

Quando si applica l’attenuante del danno di speciale tenuità?
Si applica quando il pregiudizio causato alla vittima, sia economico che non, è complessivamente lievissimo, ossia di valore quasi irrisorio. La valutazione non si limita al solo valore economico della cosa sottratta.

Perché in questo caso di tentata rapina non è stata riconosciuta l’attenuante, nonostante il basso valore della merce?
Perché la rapina è un reato plurioffensivo che lede sia il patrimonio sia la persona. La valutazione del danno deve includere anche gli effetti della violenza o della minaccia esercitata. Nel caso specifico, la violenza contro l’addetto alla sicurezza ha reso il danno complessivo non irrisorio, impedendo l’applicazione dell’attenuante.

Cosa comporta la declaratoria di inammissibilità del ricorso?
Comporta, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro a favore della Cassa delle Ammende a titolo di sanzione pecuniaria, poiché si ritiene che abbia proposto il ricorso per colpa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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