LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Danno di speciale tenuità: no se c’è lesione morale

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per rapina. La Corte ha stabilito che per la concessione dell’attenuante del danno di speciale tenuità, non basta considerare il modesto valore economico del bene sottratto, ma è necessario valutare l’intero pregiudizio subito dalla vittima, inclusi i danni fisici e morali, data la natura plurioffensiva del reato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danno di speciale tenuità nella rapina: la Cassazione valuta anche il danno morale

L’attenuante per danno di speciale tenuità può essere applicata a un reato come la rapina solo considerando il valore del bottino? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22143/2024, ha fornito una risposta netta: no. La valutazione deve essere complessiva e tenere conto non solo del pregiudizio patrimoniale, ma anche dell’impatto fisico e morale sulla vittima. Questo principio ribadisce la natura plurioffensiva della rapina, un reato che colpisce la persona nella sua interezza.

I fatti del caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Palermo. L’imputato era stato condannato per reati legati alla detenzione di armi (ai sensi della L. 895/1967) e per rapina. Tra i motivi del ricorso in Cassazione, due erano i punti principali: la contestazione sulla sussistenza stessa del reato e la richiesta di riconoscimento della circostanza attenuante del danno di speciale tenuità, prevista dall’art. 62, n. 4, del codice penale.

L’imputato sosteneva che il danno causato alla vittima fosse di entità talmente modesta da giustificare una riduzione di pena. La Corte d’Appello, tuttavia, aveva già respinto questa tesi, ritenendo che il danno, nel suo complesso, non potesse essere considerato di lieve entità.

L’analisi del danno di speciale tenuità da parte della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in toto la decisione dei giudici di secondo grado. Per quanto riguarda il primo motivo, la Corte ha rilevato che si trattava di una semplice riproposizione di argomentazioni già esaminate e respinte in appello, senza un reale confronto con le motivazioni della sentenza impugnata. Questo ha reso il motivo ‘aspecifico’ e quindi irricevibile.

Il punto cruciale della decisione, però, riguarda il secondo motivo. La Suprema Corte ha chiarito che l’analisi del danno di speciale tenuità in un reato come la rapina non può limitarsi a una mera conta economica. La rapina è un reato complesso, ‘plurioffensivo’, perché non aggredisce solo il patrimonio della vittima, ma anche la sua integrità fisica e la sua libertà morale. La violenza o la minaccia sono elementi costitutivi del reato e producono un danno non patrimoniale che deve essere attentamente ponderato.

Le motivazioni

I giudici hanno spiegato che la valutazione del danno deve essere globale. Anche se il valore dei beni sottratti è modesto, il trauma, la paura e la lesione della dignità personale subiti dalla vittima possono essere significativi. Pertanto, l’attenuante può essere concessa solo quando la valutazione complessiva del pregiudizio, sia patrimoniale che non, risulta di speciale tenuità.

La Corte ha specificato che questa valutazione costituisce un ‘apprezzamento di merito’, riservato ai giudici delle prime due istanze processuali. La Corte di Cassazione può intervenire solo se tale apprezzamento è viziato da illogicità o da errori di diritto, cosa che non è avvenuta nel caso di specie. La Corte d’Appello aveva infatti fornito una motivazione coerente e logica per escludere la particolare modestia del danno, rendendo la sua decisione incensurabile in sede di legittimità.

Le conclusioni

Con questa ordinanza, la Cassazione rafforza un principio fondamentale nella valutazione dei reati contro la persona e il patrimonio. La decisione sottolinea che la giustizia penale non può ignorare l’impatto umano di un crimine, riducendolo a una mera questione contabile. Per la rapina, il danno alla persona è intrinseco e spesso più grave di quello al portafoglio. Di conseguenza, l’accesso a benefici come l’attenuante per danno di speciale tenuità diventa giustamente più selettivo, richiedendo una valutazione attenta e completa di tutte le conseguenze dannose subite dalla vittima.

Che cos’è l’attenuante del danno di speciale tenuità?
È una circostanza prevista dall’art. 62, n. 4, del codice penale, che consente una riduzione della pena quando il danno patrimoniale causato dal reato è di entità molto modesta.

Perché nel caso di rapina non basta che il valore della refurtiva sia basso per ottenere questa attenuante?
Perché la rapina è un reato ‘plurioffensivo’ che non lede solo il patrimonio, ma anche l’integrità fisica e morale della vittima. La Corte stabilisce che la valutazione del danno deve essere complessiva, includendo anche gli effetti dannosi non patrimoniali subiti dalla persona offesa.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘aspecifico’ e perché porta all’inammissibilità?
Un motivo è ‘aspecifico’ quando non si confronta adeguatamente con le ragioni della decisione che si sta impugnando, ma si limita a riproporre le stesse argomentazioni già respinte in precedenza. Questa mancanza di specificità lo rende inammissibile perché non consente al giudice superiore di svolgere il proprio ruolo di controllo sulla corretta applicazione della legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati