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Danno di speciale tenuità: no per furto di carta credito

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due imputate condannate per furto, che includeva una carta di credito. La Corte ha stabilito che l’attenuante del danno di speciale tenuità non si applica in questi casi, poiché il valore da considerare non è quello materiale della carta, ma il suo potenziale di utilizzo seriale, che costituisce un danno non quantificabile e non irrisorio. Anche il motivo relativo all’eccessività della pena è stato respinto per genericità.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danno di speciale tenuità: escluso per il furto di una carta di credito

Il furto di un portafoglio contenente una carta di credito può sembrare un reato minore, ma le sue implicazioni legali sono significative. Con l’ordinanza n. 5696 del 2024, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: l’attenuante del danno di speciale tenuità non è applicabile quando l’oggetto del furto è uno strumento di pagamento come una carta di credito. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dal ricorso presentato da due donne condannate dalla Corte d’Appello di Firenze per il reato di furto. Tra gli oggetti sottratti vi era una carta di credito, che era stata successivamente utilizzata indebitamente. Le ricorrenti si sono appellate alla Corte di Cassazione lamentando, tra le altre cose, il mancato riconoscimento della circostanza attenuante comune del danno patrimoniale di speciale tenuità, prevista dall’articolo 62, n. 4 del Codice Penale.

Il Danno di Speciale Tenuità e la sua Applicazione

L’attenuante del danno di speciale tenuità presuppone che il pregiudizio economico causato alla vittima sia quasi irrisorio. Questa valutazione deve tenere conto non solo del valore intrinseco del bene sottratto, ma anche di tutti gli effetti pregiudizievoli che ne derivano per la persona offesa.

Le ricorrenti sostenevano che il valore della singola carta fosse minimo, ma la Corte ha seguito un orientamento consolidato, smontando completamente questa tesi.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili, confermando la decisione dei giudici di merito. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi principali: uno relativo all’inapplicabilità dell’attenuante e l’altro sulla genericità del motivo di ricorso riguardante la pena.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha fornito motivazioni chiare e in linea con la giurisprudenza precedente.

Inapplicabilità dell’Attenuante del Danno di Speciale Tenuità

Il punto cruciale della decisione riguarda la natura della carta di credito. Secondo gli Ermellini, quando si valuta il danno derivante dal suo furto, non si deve considerare il valore del supporto materiale (la tessera di plastica), che è nullo. Il vero valore risiede nella sua potenziale utilizzabilità seriale. Una carta di credito è uno strumento che abilita a una serie indeterminata di operazioni di pagamento, potenzialmente capaci di generare un danno economico enorme e non determinabile a priori.

Di conseguenza, il furto di una carta di credito crea un pregiudizio che, per sua natura, non può mai essere considerato ‘tenue’ o ‘irrisorio’. Il valore da considerare è quello, non determinabile, derivante dalla potenziale lesione del patrimonio della vittima. Pertanto, l’attenuante non può trovare applicazione.

Sulla Graduazione della Pena

Le ricorrenti avevano anche contestato l’eccessività degli aumenti di pena applicati per la continuazione tra i reati. Anche questo motivo è stato giudicato inammissibile perché generico. La Cassazione ha ricordato che la determinazione della pena è un esercizio di discrezionalità del giudice di merito. Tale decisione può essere riesaminata in sede di legittimità solo se viziata da palese illogicità o arbitrarietà.

Nel caso specifico, i giudici di merito avevano adeguatamente motivato la loro scelta, facendo riferimento ai criteri dell’art. 133 c.p. e utilizzando espressioni come ‘pena congrua’, ritenute sufficienti, specialmente quando la pena inflitta è inferiore alla media edittale.

Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un principio di estrema importanza pratica: il furto di una carta di credito o di debito è un reato che non può beneficiare di sconti di pena legati alla lieve entità del danno. La potenziale offensività dello strumento di pagamento è talmente elevata da escludere a priori la configurabilità dell’attenuante del danno di speciale tenuità. Questa decisione serve da monito, sottolineando la gravità intrinseca di tali condotte e la tutela rafforzata che l’ordinamento accorda al patrimonio e alla sicurezza delle transazioni economiche.

È possibile applicare l’attenuante del danno di speciale tenuità in caso di furto di una carta di credito?
No. La Corte di Cassazione chiarisce che il valore da considerare non è quello del supporto materiale (la plastica), ma quello, non determinabile, derivante dalla potenziale utilizzabilità seriale dello strumento di pagamento. Questo potenziale danno esclude che il pregiudizio possa essere considerato di speciale tenuità.

Come valuta la Cassazione un ricorso che contesta la misura della pena decisa dal giudice di merito?
La Corte lo dichiara inammissibile se è generico e non evidenzia un’irragionevolezza o arbitrarietà nella decisione. La graduazione della pena è un potere discrezionale del giudice di merito, e una motivazione sintetica (es. ‘pena congrua’) è sufficiente se la pena è al di sotto della media prevista dalla legge.

Quali elementi si considerano per valutare la speciale tenuità del danno?
Si valuta sia il valore economico della cosa sottratta in sé, sia gli ulteriori effetti pregiudizievoli subiti dalla parte offesa. Il pregiudizio complessivo deve risultare pressoché irrisorio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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