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Danno di speciale tenuità: motivazione apparente?

Tre persone vengono condannate per furto aggravato di alcuni capi di abbigliamento. La Corte d’Appello conferma la condanna negando l’attenuante del danno di speciale tenuità. La Corte di Cassazione annulla questa decisione, ritenendo la motivazione del diniego “apparente” e generica. Il caso viene rinviato alla Corte d’Appello per una nuova e più concreta valutazione sul punto, mentre la responsabilità penale per il furto diventa definitiva.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danno di speciale tenuità: la Cassazione annulla per motivazione apparente

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 6296/2024) offre un importante chiarimento sui criteri per la concessione della circostanza attenuante del danno di speciale tenuità. Il caso, riguardante un furto in un negozio, evidenzia come una motivazione generica da parte del giudice possa portare all’annullamento della sentenza. Vediamo nel dettaglio cosa è successo e quali principi ha ribadito la Suprema Corte.

I Fatti del Processo: un Furto Aggravato in un Negozio

Tre persone venivano condannate in primo e secondo grado per aver rubato, in concorso tra loro, tre capi di abbigliamento dall’interno di un negozio. Il reato contestato era furto aggravato, sia per aver agito in più persone riunite, sia perché la merce era esposta alla pubblica fede (cioè accessibile al pubblico all’interno del negozio).

La difesa, durante i processi di merito, aveva chiesto il riconoscimento della circostanza attenuante del danno di speciale tenuità, prevista dall’art. 62 n. 4 del codice penale, sostenendo che il valore della merce sottratta fosse molto modesto. Tuttavia, sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano negato tale attenuante, confermando la condanna a quattro mesi di reclusione e 400 euro di multa per ciascun imputato.

La Questione Legale: il Riconoscimento del Danno di Speciale Tenuità

Il fulcro del ricorso in Cassazione è stato proprio il mancato riconoscimento dell’attenuante. La difesa ha sostenuto che la Corte d’Appello avesse negato il beneficio con una motivazione illogica e “apparente”, cioè priva di un reale contenuto argomentativo. Secondo i ricorrenti, il valore esiguo della refurtiva avrebbe dovuto portare a una conclusione diversa.

L’attenuante del danno di speciale tenuità permette una riduzione della pena quando il danno economico causato dal reato è particolarmente lieve. La giurisprudenza ha da tempo chiarito che la valutazione non deve fermarsi al solo valore monetario del bene rubato.

Come si valuta il danno di speciale tenuità?

La Cassazione, nel decidere il caso, ha richiamato i suoi precedenti orientamenti, sottolineando che la valutazione deve essere complessiva. Per stabilire se un danno è di “speciale tenuità” occorre considerare:

* Il valore economico della cosa sottratta.
* Tutti gli ulteriori effetti pregiudizievoli che la vittima ha subito a causa del reato.

È importante notare che, ai fini di questa valutazione, è del tutto irrilevante la capacità economica della persona offesa di sopportare il danno. Non si può negare l’attenuante solo perché la vittima è benestante.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, definendo la motivazione della Corte d’Appello “del tutto apparente”. I giudici di secondo grado si erano limitati ad affermare genericamente che le circostanze dell’azione non permettevano di considerare il danno come “particolarmente lieve”, senza però specificare quali fossero queste circostanze né perché avessero un impatto tale da escludere l’attenuante.

La Suprema Corte ha evidenziato che la sentenza impugnata mancava di qualsiasi analisi concreta. Non venivano indicati gli specifici elementi che avrebbero reso le ripercussioni sulla vittima “non lievi”, né veniva considerato l’effettivo valore dei capi di abbigliamento rubati. Questa carenza motivazionale costituisce un vizio della sentenza, perché non permette di comprendere il ragionamento logico-giuridico seguito dal giudice.

Di conseguenza, la Cassazione ha annullato la sentenza limitatamente a questo punto e ha rinviato il caso ad un’altra sezione della Corte d’Appello di Napoli. Quest’ultima dovrà riesaminare la richiesta di attenuante, questa volta fornendo una motivazione completa e concreta, basata sui principi di diritto enunciati.

Conclusioni

La sentenza stabilisce due punti fermi. Primo, la responsabilità penale delle imputate per il reato di furto è ormai definitiva e non più discutibile. Secondo, e più importante per la pratica legale, un giudice non può negare un’attenuante basandosi su formule generiche o frasi di stile. La motivazione di una sentenza deve essere sempre ancorata ai fatti specifici del caso e deve spiegare in modo chiaro e logico perché si è giunti a una determinata decisione. In assenza di tale concretezza, la motivazione si definisce “apparente” e la sentenza può essere annullata. Questo principio garantisce che le decisioni giudiziarie siano sempre il risultato di un’attenta valutazione e non di un’applicazione superficiale della legge.

Quando un danno può essere considerato di “speciale tenuità” ai fini della riduzione di pena?
La valutazione deve essere globale e non basarsi solo sul valore economico dell’oggetto. Bisogna considerare tutti gli effetti pregiudizievoli subiti dalla vittima a causa del reato, ma senza tenere conto della sua capacità economica di sopportare la perdita.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’Appello?
Perché la motivazione con cui era stata negata l’attenuante del danno di speciale tenuità è stata ritenuta “apparente”. La Corte d’Appello si era limitata a una frase generica, senza spiegare quali elementi concreti del caso impedissero di considerare il danno come particolarmente lieve.

Cosa accade ora agli imputati a seguito di questa sentenza?
La loro affermazione di responsabilità penale per il reato di furto è diventata irrevocabile e quindi definitiva. Tuttavia, il processo dovrà tornare davanti a una diversa sezione della Corte d’Appello, che avrà il compito di riesaminare, con una motivazione adeguata, solo ed esclusivamente la possibile concessione dell’attenuante del danno di speciale tenuità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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