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Danno di speciale tenuità: la Cassazione chiarisce

Un imprenditore, condannato per bancarotta fraudolenta e preferenziale, ricorre in Cassazione. La Suprema Corte dichiara prescritto il reato di bancarotta preferenziale ma conferma la condanna per la distrazione di beni. Tuttavia, accoglie il motivo relativo all’attenuante del danno di speciale tenuità, stabilendo che la sua valutazione deve basarsi sul valore dei beni sottratti e non sull’ammontare complessivo dei debiti del fallimento. La sentenza viene quindi annullata con rinvio su questo specifico punto.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Bancarotta: come si valuta il danno di speciale tenuità?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10440 del 2024, torna su un tema cruciale nei reati fallimentari: la corretta valutazione del danno di speciale tenuità. Questa pronuncia chiarisce un principio fondamentale per l’applicazione dell’omonima circostanza attenuante, stabilendo che il parametro di riferimento deve essere il valore effettivo dei beni sottratti all’impresa e non l’entità totale dei debiti. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa: Le Operazioni Sospette

Il caso riguarda un imprenditore, titolare di una ditta individuale e socio di una società di persone, entrambe dichiarate fallite. L’accusa era di aver commesso più atti di bancarotta fraudolenta per distrazione e di bancarotta preferenziale. Nello specifico, l’imprenditore aveva:
1. Affittato e successivamente ceduto un ramo d’azienda (attività di autotrasporto) per un importo irrisorio (900 euro) a una società amministrata da un suo stretto familiare.
2. Ceduto un altro complesso aziendale a una società terza, che a sua volta lo aveva poi trasferito alla medesima società familiare, in un’operazione ritenuta finalizzata a spogliare l’impresa dei suoi beni.
3. Effettuato un pagamento a favore di un creditore specifico (bancarotta preferenziale) circa due anni e mezzo prima della dichiarazione di fallimento, violando così la parità di trattamento tra i creditori.

L’Iter Giudiziario e i Motivi del Ricorso in Cassazione

Condannato in primo grado e in appello, l’imprenditore ha presentato ricorso per cassazione, basandolo su tre motivi principali:
* Insussistenza del reato: La difesa sosteneva che le operazioni fossero economicamente vantaggiose, in quanto avevano alleggerito l’impresa da costi di gestione, e che al momento dei fatti non vi fosse ancora uno stato di insolvenza conclamato.
* Errata applicazione dell’aggravante: Si contestava l’applicazione dell’aggravante per la pluralità di fatti di bancarotta.
* Mancato riconoscimento dell’attenuante: Il punto cruciale del ricorso riguardava il diniego della circostanza attenuante del danno di speciale tenuità. La Corte d’Appello aveva motivato il rigetto basandosi sull’ingente passivo fallimentare, anziché sul valore dei beni oggetto delle presunte distrazioni.

La Decisione della Corte: Danno di speciale tenuità e Prescrizione

La Suprema Corte ha analizzato distintamente i vari punti del ricorso, giungendo a una decisione articolata.

L’Estinzione del Reato di Bancarotta Preferenziale

In via preliminare, i giudici hanno rilevato che il reato di bancarotta preferenziale era ormai estinto per prescrizione. Di conseguenza, su questo punto la sentenza di condanna è stata annullata senza rinvio, assorbendo le relative doglianze difensive.

La Conferma della Bancarotta per Distrazione

La Corte ha invece rigettato i motivi relativi alla bancarotta per distrazione. È stato ribadito un principio consolidato: ai fini di questo reato, non rileva il momento in cui l’atto di distrazione viene compiuto, anche se l’impresa non si trovava ancora in stato di insolvenza. Ciò che conta è che l’atto abbia depauperato il patrimonio sociale in pregiudizio dei creditori, un fatto che assume rilevanza penale al momento della successiva dichiarazione di fallimento. Le operazioni, nel loro complesso, sono state ritenute chiaramente finalizzate a sottrarre beni alla massa fallimentare.

Il Principio sul Danno di Speciale Tenuità

Il terzo motivo di ricorso è stato invece accolto. La Cassazione ha censurato la decisione della Corte d’Appello, riaffermando il proprio orientamento consolidato: per valutare la sussistenza dell’attenuante del danno di speciale tenuità, il giudice deve guardare alla diminuzione patrimoniale causata specificamente dalla condotta illecita, ovvero al valore dei beni distratti, e non all’entità complessiva del passivo fallimentare. Confondere i due parametri è un errore di diritto, poiché il passivo può dipendere da molteplici fattori legati alla gestione dell’impresa, non necessariamente dalla singola condotta criminosa.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte si fonda su una netta distinzione tra l’oggetto del reato e le conseguenze generali del fallimento. L’attenuante prevista dall’art. 219 della Legge Fallimentare è concepita per calibrare la pena in base alla gravità effettiva della condotta dell’imputato. Un passivo fallimentare di milioni di euro non esclude a priori che la singola distrazione possa aver causato un danno modesto. Il giudice di merito, pertanto, ha l’obbligo di effettuare una valutazione specifica sull’impatto economico degli atti distrattivi contestati. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva omesso questa analisi, limitandosi a richiamare l’entità del passivo, incorrendo così in un vizio di violazione di legge.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata limitatamente al punto relativo all’attenuante del danno di speciale tenuità, rinviando il caso a una diversa sezione della Corte d’Appello per un nuovo giudizio. Quest’ultima dovrà ora attenersi al principio di diritto enunciato: valutare se il danno causato dalle distrazioni, considerato nel suo valore effettivo, possa essere qualificato come “di speciale tenuità”, a prescindere dall’ammontare totale dei debiti. Questa sentenza rafforza la necessità di un’analisi puntuale e concreta della condotta illecita, garantendo una maggiore aderenza della pena alla reale gravità del fatto commesso.

Come si calcola il danno per la concessione dell’attenuante della speciale tenuità nella bancarotta fraudolenta?
La valutazione deve basarsi sull’importo della distrazione, cioè sul valore effettivo dei beni sottratti con la condotta illecita, e non sull’entità complessiva del passivo fallimentare (i debiti totali dell’impresa).

Un atto di distrazione di beni commesso molto prima della dichiarazione di fallimento è penalmente rilevante?
Sì. Secondo la Corte, i fatti di distrazione assumono rilevanza penale in qualsiasi momento siano stati commessi, anche quando l’impresa non era ancora in stato di insolvenza. Il reato si perfeziona con la dichiarazione di fallimento.

Cosa succede se un reato si prescrive durante il processo in Cassazione?
La Corte di Cassazione è obbligata a dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione e ad annullare la sentenza di condanna su quel punto. Il processo prosegue per le altre eventuali imputazioni non ancora prescritte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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