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Danno di speciale tenuità: i criteri della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per tentato furto di una bicicletta. La Corte ha stabilito che per la concessione dell’attenuante del danno di speciale tenuità, non è sufficiente considerare solo il valore esiguo del bene, ma occorre valutare il pregiudizio complessivo arrecato alla vittima, inclusi i danni accessori come la rottura di un lucchetto. Tale valutazione, se non illogica, è un apprezzamento di merito insindacabile in sede di legittimità.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danno di speciale tenuità: Non basta il valore della refurtiva, conta il pregiudizio complessivo

Con l’ordinanza n. 8510/2024, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi sui criteri per l’applicazione dell’attenuante del danno di speciale tenuità prevista dall’art. 62 n. 4 del codice penale. La decisione chiarisce che, per valutare la lieve entità del danno, non è sufficiente guardare al solo valore economico del bene sottratto, ma è necessario considerare il pregiudizio complessivo subito dalla vittima, inclusi i danni ulteriori e accessori.

I fatti del caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un uomo condannato per il reato di tentato furto di una bicicletta. La difesa del ricorrente lamentava la mancata concessione dell’attenuante del danno di speciale tenuità e un errato bilanciamento delle circostanze da parte della Corte d’Appello. Secondo il ricorrente, il valore della bicicletta era esiguo e tale da giustificare una riduzione di pena. Tuttavia, nel tentativo di furto, era stato rotto anche il lucchetto che assicurava il veicolo.

La Corte d’Appello aveva negato l’attenuante e ritenuto le circostanze equivalenti, basando la propria decisione anche sulla personalità negativa dell’imputato, già gravato da precedenti specifici.

L’analisi della Corte sul danno di speciale tenuità

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. Il punto centrale della motivazione riguarda la corretta interpretazione del concetto di danno di speciale tenuità. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: la valutazione non può limitarsi al mero valore venale della cosa che si è tentato di sottrarre. È indispensabile un esame complessivo del pregiudizio arrecato alla persona offesa con l’azione criminosa.

Nel caso specifico, oltre al valore della bicicletta, si doveva tenere conto del danno materiale ulteriore, rappresentato dalla rottura del lucchetto. La Corte d’Appello aveva correttamente qualificato il danno come di ‘valore contenuto’, ma non ‘particolarmente esiguo’ o ‘quasi irrilevante’, come richiesto dalla norma per poter concedere l’attenuante. Questo tipo di valutazione, sottolinea la Cassazione, rientra nell’apprezzamento di merito del giudice e non è sindacabile in sede di legittimità, a meno che non sia palesemente illogico o incoerente.

Il bilanciamento delle circostanze e i limiti del giudizio di legittimità

Anche riguardo alla seconda doglianza, relativa al bilanciamento delle circostanze (art. 69 c.p.), la Corte ha respinto le argomentazioni della difesa. Il giudizio di comparazione tra circostanze di segno opposto (aggravanti e attenuanti) è una valutazione discrezionale tipica del giudice di merito.

La Corte di Cassazione può intervenire solo se tale giudizio è frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico. Nel caso in esame, la Corte d’Appello aveva adeguatamente motivato la scelta di considerare equivalenti le circostanze, facendo riferimento alla personalità dell’imputato e ai suoi precedenti penali. Pertanto, anche su questo punto, il ricorso è stato giudicato infondato.

Le motivazioni della decisione

Le motivazioni della Corte si fondano sulla netta distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. Le censure del ricorrente miravano a ottenere una nuova e diversa valutazione dei fatti (l’entità del danno, la personalità dell’imputato), attività preclusa alla Corte di Cassazione. I giudici hanno ritenuto che la sentenza impugnata fosse sorretta da una motivazione adeguata, coerente e non illogica, sia nel negare l’attenuante del danno di speciale tenuità, sia nel procedere al bilanciamento delle circostanze. La valutazione del danno complessivo, includendo la rottura del lucchetto, è stata considerata un corretto esercizio del potere discrezionale del giudice di merito.

Le conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: per l’applicazione dell’attenuante del danno di speciale tenuità, la valutazione deve essere globale. Il giudice deve considerare non solo il valore intrinseco del bene, ma l’intera gamma di conseguenze negative che l’azione criminale ha prodotto per la vittima. Un danno, seppur di valore contenuto, potrebbe non essere qualificato come ‘particolarmente esiguo’ se accompagnato da altri pregiudizi. Questa decisione conferma che le valutazioni fattuali, se logicamente motivate, sfuggono al sindacato della Corte di Cassazione, che ha il compito di vigilare sulla corretta applicazione della legge e non di riesaminare i fatti.

Quando si applica l’attenuante del danno di speciale tenuità?
L’attenuante si applica solo quando il bene sottratto ha un valore economico pressoché irrisorio e, al contempo, il pregiudizio complessivo cagionato alla vittima è lievissimo. La valutazione deve includere anche i danni accessori, come la rottura di un lucchetto.

La Corte di Cassazione può rivedere il bilanciamento tra circostanze attenuanti e aggravanti?
No, la Corte di Cassazione non può rivedere il giudizio di bilanciamento delle circostanze, poiché si tratta di una valutazione discrezionale del giudice di merito. Può intervenire solo se la decisione è frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le questioni sollevate (la valutazione dell’entità del danno e il bilanciamento delle circostanze) sono apprezzamenti di merito. La Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge, e la motivazione della Corte d’Appello è stata ritenuta logica e adeguata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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