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Danno di speciale tenuità: esclusione per furto

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto pluriaggravato, che chiedeva il riconoscimento dell’attenuante del danno di speciale tenuità. La Corte ha confermato che un danno patrimoniale di circa 8.000 euro non può essere considerato ‘lievissimo’ o ‘irrisorio’, requisito fondamentale per l’applicazione di tale attenuante, ribadendo che i motivi del ricorso non possono essere una mera ripetizione di quelli già esaminati nei gradi precedenti.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danno di Speciale Tenuità: Quando il Valore del Furto Impedisce l’Attenuante

L’applicazione delle circostanze attenuanti nel diritto penale rappresenta un momento cruciale per la determinazione della pena. Tra queste, l’attenuante del danno di speciale tenuità assume un ruolo centrale nei reati contro il patrimonio. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti applicativi di questa attenuante, specialmente quando il valore dei beni sottratti è considerevole. Analizziamo la decisione per comprendere perché un danno di 8.000 euro sia stato ritenuto incompatibile con il concetto di ‘tenuità’.

Il Contesto del Ricorso in Cassazione

Il caso trae origine da una condanna per furto pluriaggravato, confermata sia in primo grado che in appello. L’imputato, condannato a una pena detentiva e a una multa, ha deciso di proporre ricorso per cassazione, lamentando principalmente la mancata applicazione di alcune attenuanti.

La Condanna per Furto Pluriaggravato

La Corte d’Appello di Roma aveva confermato la sentenza del Tribunale, che riconosceva la colpevolezza dell’imputato per il reato di furto pluriaggravato. La pena inflitta era di 1 anno e 4 mesi di reclusione, oltre a 200 euro di multa. Oggetto del furto erano beni per un valore complessivo stimato in circa 8.000 euro.

I Motivi del Ricorso

L’imputato ha basato il suo ricorso su due doglianze principali:
1. La mancata concessione dell’attenuante del danno patrimoniale di modesta entità.
2. La mancata esclusione di un’altra aggravante specifica (art. 61 n. 5 c.p.).

Questi motivi, tuttavia, sono stati considerati dalla Suprema Corte come una mera riproposizione di argomenti già presentati e respinti nel giudizio d’appello.

La Valutazione della Corte sul Danno di Speciale Tenuità

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo una chiara spiegazione sul perché il danno di speciale tenuità non potesse trovare applicazione nel caso di specie.

Inammissibilità per Genericità dei Motivi

In primo luogo, i giudici di legittimità hanno sottolineato che i motivi proposti non erano specifici, ma si risolvevano in una ‘pedissequa reiterazione’ delle argomentazioni già puntualmente disattese dalla Corte di merito. Un ricorso in Cassazione, per essere ammissibile, deve contenere una critica argomentata e specifica contro la sentenza impugnata, non limitarsi a ripetere le stesse difese. Di conseguenza, i motivi sono stati giudicati solo ‘apparenti’.

L’Analisi del Valore Economico

La Corte territoriale aveva già motivato in modo specifico l’esclusione dell’attenuante, evidenziando l’elevato valore dei beni sottratti, pari a circa 8.000 euro. La Cassazione ha confermato che tale valore è del tutto incompatibile con i presupposti dell’attenuante in questione.

Le Motivazioni

Il cuore della decisione risiede nella riaffermazione di un principio giurisprudenziale consolidato. L’attenuante del danno di speciale tenuità presuppone necessariamente che il pregiudizio cagionato alla persona offesa sia ‘lievissimo’, ovvero di valore economico ‘pressoché irrisorio’. Per questa valutazione, il giudice deve considerare non solo il valore intrinseco della cosa sottratta, ma anche gli eventuali ulteriori effetti pregiudizievoli subiti dalla vittima a causa del reato. Al contrario, è irrilevante la capacità economica del soggetto passivo di sopportare il danno. Un valore di 8.000 euro, secondo la Corte, non può in alcun modo essere qualificato come ‘irrisorio’. Di conseguenza, i motivi del ricorso sono stati giudicati non solo generici ma anche manifestamente infondati.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un punto fermo nell’interpretazione giuridica: l’attenuante del danno di speciale tenuità ha un ambito di applicazione molto ristretto, limitato a situazioni in cui l’offesa al patrimonio è minima. La decisione sancisce l’inammissibilità del ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questo provvedimento serve da monito sulla necessità di formulare ricorsi specifici e fondati, evitando di riproporre argomentazioni già vagliate e respinte, soprattutto quando i fatti, come l’elevato valore del danno, rendono palesemente inapplicabile la norma invocata.

Quando si può applicare l’attenuante del danno di speciale tenuità?
L’attenuante del danno di speciale tenuità è applicabile solo quando il pregiudizio economico causato alla vittima è considerato ‘lievissimo’, ossia di valore ‘pressoché irrisorio’. La valutazione tiene conto sia del valore della cosa sottratta sia di eventuali ulteriori effetti dannosi, indipendentemente dalla capacità economica della vittima di sopportare la perdita.

Un furto del valore di 8.000 euro può essere considerato di speciale tenuità?
No. Secondo la Corte di Cassazione, un valore di 8.000 euro è considerato elevato e quindi incompatibile con il concetto di danno ‘lievissimo’ richiesto per l’applicazione di questa attenuante.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano una semplice e pedissequa reiterazione di quelli già dedotti e respinti nel giudizio d’appello. Tali motivi sono stati considerati non specifici ma soltanto apparenti, e comunque manifestamente infondati nel merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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