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Danneggiamento in uffici pubblici: procedibile d’ufficio

La Corte di Cassazione ha stabilito che il reato di danneggiamento commesso su beni presenti all’interno di uffici o stabilimenti pubblici, come un istituto di pena, è sempre procedibile d’ufficio. La Suprema Corte ha annullato la decisione di un Tribunale che aveva erroneamente archiviato il caso per mancanza di querela, confondendo l’aggravante del fatto commesso in uffici pubblici con quella, diversa e procedibile a querela, del danneggiamento di cose esposte alla pubblica fede.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danneggiamento in uffici pubblici: quando è procedibile d’ufficio?

La recente sentenza della Corte di Cassazione, Sezione Penale, affronta un’importante questione sulla procedibilità del reato di danneggiamento. Il caso in esame chiarisce la netta distinzione tra il danneggiamento in uffici pubblici e quello di cose esposte alla pubblica fede, sottolineando come solo il primo sia procedibile d’ufficio. Questa pronuncia offre spunti fondamentali per comprendere quando l’azione penale possa essere avviata autonomamente dalla Procura e quando, invece, sia necessaria la querela della persona offesa.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dal comportamento di un detenuto all’interno di una Casa di lavoro. L’uomo aveva danneggiato arredi e utensili appartenenti a un reparto della struttura. A seguito di ciò, gli veniva contestato il reato di danneggiamento aggravato, ai sensi degli artt. 635 e 625 del codice penale, proprio perché il fatto era stato commesso su beni presenti all’interno di uno stabilimento pubblico.

La Decisione del Tribunale e il Ricorso del Pubblico Ministero

In prima istanza, il Tribunale di Vasto aveva dichiarato il non doversi procedere per difetto di querela. Il giudice di merito aveva erroneamente ritenuto che l’aggravante applicabile fosse quella del fatto commesso su “cose esposte per necessità o consuetudine a pubblica fede”. Secondo la normativa vigente, questa specifica ipotesi di danneggiamento è punibile solo a querela della persona offesa.

Il Pubblico Ministero, non condividendo tale interpretazione, ha presentato ricorso per cassazione. La Procura ha sostenuto che il reato dovesse essere considerato procedibile d’ufficio, in quanto l’aggravante corretta era quella di aver commesso il fatto su cose esistenti in uffici o stabilimenti pubblici, come previsto dall’art. 625, comma 1, n. 7, del codice penale, richiamato dall’art. 635.

Le Motivazioni della Cassazione sul Danneggiamento in Uffici Pubblici

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Pubblico Ministero, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno chiarito la struttura dell’articolo 635 c.p., che disciplina il reato di danneggiamento. La norma prevede la procedibilità d’ufficio per le ipotesi aggravate, tra cui rientra espressamente il danneggiamento di edifici pubblici o destinati a uso pubblico o di altre cose indicate nel numero 7 dell’articolo 625 c.p., ovvero “cose esistenti in uffici o stabilimenti pubblici, o sottoposte a sequestro o a pignoramento, o esposte per necessità o per consuetudine o per destinazione alla pubblica fede”.

Il punto cruciale, evidenziato dalla Corte, è che la legge rende punibile a querela solo una specifica sottocategoria: i fatti commessi su “cose esposte per necessità o per consuetudine o per destinazione alla pubblica fede”. Tutte le altre ipotesi aggravate, incluso il danneggiamento in uffici pubblici e stabilimenti pubblici, restano procedibili d’ufficio. Il Tribunale aveva quindi commesso un errore di diritto nel confondere le due diverse circostanze aggravanti, che il legislatore ha volutamente distinto ai fini della procedibilità.

Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: la corretta qualificazione giuridica del fatto è essenziale per determinare non solo la pena, ma anche le condizioni di procedibilità del reato. Il danneggiamento in uffici pubblici o stabilimenti assimilati, come un istituto penitenziario, lede direttamente un interesse della collettività che lo Stato ha il dovere di tutelare d’ufficio. Pertanto, per tale reato, l’azione penale deve essere promossa dal Pubblico Ministero indipendentemente dalla volontà della persona offesa. La Corte ha quindi annullato la sentenza impugnata, rinviando gli atti al Tribunale per il proseguimento del giudizio.

Quando il reato di danneggiamento è procedibile d’ufficio?
Il reato di danneggiamento è procedibile d’ufficio quando ricorrono specifiche circostanze aggravanti, come nel caso in cui il fatto sia commesso con violenza o minaccia alla persona, o quando i beni danneggiati si trovino all’interno di edifici o stabilimenti pubblici, come sancito dalla sentenza in esame.

Perché il Tribunale aveva inizialmente archiviato il caso per mancanza di querela?
Il Tribunale aveva erroneamente qualificato il fatto come danneggiamento di cose esposte alla pubblica fede. Secondo la versione aggiornata dell’art. 635 c.p., questa specifica ipotesi aggravata è l’unica, tra quelle menzionate, a richiedere espressamente la querela della persona offesa per poter procedere penalmente.

Qual è la differenza, ai fini della procedibilità, tra il danneggiamento di beni in uffici pubblici e quello di beni esposti a pubblica fede?
La differenza è cruciale: il danneggiamento di beni esistenti in uffici o stabilimenti pubblici è sempre procedibile d’ufficio, poiché lede un interesse pubblico. Al contrario, il danneggiamento di beni esposti alla pubblica fede (es. una bicicletta parcheggiata in strada) è stato reso procedibile a querela dal legislatore, richiedendo quindi l’iniziativa della vittima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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