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Danneggiamento in luogo pubblico: procedibilità d’ufficio

La Corte di Cassazione ha stabilito che il reato di danneggiamento in luogo pubblico, come una stazione ferroviaria, rimane procedibile d’ufficio. Il caso riguardava un individuo che aveva danneggiato un distributore automatico all’interno di una stazione. La Corte ha annullato la decisione di primo grado che aveva erroneamente archiviato il caso per mancanza di querela, chiarendo che la recente riforma legislativa non si applica alle ipotesi aggravate di danneggiamento.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danneggiamento in luogo pubblico: resta la procedibilità d’ufficio

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8980/2024, interviene per fare chiarezza sugli effetti della recente riforma legislativa sul reato di danneggiamento. La pronuncia sottolinea un principio fondamentale: il danneggiamento in luogo pubblico continua ad essere un reato per cui lo Stato deve procedere d’ufficio, senza necessità di una querela da parte della persona offesa. Questa decisione ribadisce la speciale tutela accordata ai beni situati in contesti accessibili a tutti.

I Fatti del Caso: un Distributore Danneggiato in Stazione

Un uomo, in preda a un forte stato di agitazione, si trovava all’interno di una stazione ferroviaria. In questo contesto, si scagliava con violenza contro un distributore automatico di gadget, posizionato vicino alla biglietteria. La furia dell’uomo era tale da sradicare il macchinario dai suoi fissaggi a pavimento e scaraventarlo sul marciapiede, causando la rottura di diverse sue parti e del cavo di alimentazione elettrica.
A seguito di questi fatti, l’uomo veniva citato a giudizio per il reato di danneggiamento aggravato.

La Decisione del Tribunale e il Ricorso del PM

In prima istanza, il Tribunale dichiarava di non doversi procedere, ritenendo l’azione penale improcedibile per mancanza di querela. Il giudice di merito aveva interpretato la recente riforma (D.Lgs. 150/2022) nel senso di aver esteso il regime della procedibilità a querela anche a diverse ipotesi di danneggiamento aggravato.
Il Pubblico Ministero, non condividendo questa lettura, proponeva ricorso per cassazione. La Procura sosteneva che il Tribunale avesse commesso un errore, non riconoscendo che il fatto rientrava in una specifica ipotesi aggravata prevista dal secondo comma dell’art. 635 del codice penale, ovvero il danneggiamento di cose situate in stabilimenti pubblici, che rimane procedibile d’ufficio.

Danneggiamento in luogo pubblico: l’Analisi della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Pubblico Ministero, ritenendolo fondato e annullando la sentenza del Tribunale. I giudici di legittimità hanno offerto una lettura chiara e sistematica della normativa vigente.

La Distinzione tra Danneggiamento Semplice e Aggravato

Il punto centrale della decisione è la netta distinzione tra le diverse fattispecie di danneggiamento. La Corte ha chiarito che la riforma del 2022 ha reso procedibile a querela di parte solo l’ipotesi base di danneggiamento, descritta nel primo comma dell’art. 635 c.p. Al contrario, l’intervento normativo non ha minimamente toccato le ipotesi aggravate previste dal secondo comma dello stesso articolo, che continuano a essere perseguibili d’ufficio.

La Stazione come “Stabilimento Pubblico”

La Corte ha qualificato senza esitazioni la stazione ferroviaria come “stabilimento pubblico”. Di conseguenza, il distributore automatico, essendo installato al suo interno, deve considerarsi un bene collocato in uno stabilimento pubblico. Questo fa scattare l’aggravante specifica che rende il reato di danneggiamento in luogo pubblico procedibile d’ufficio. A supporto di questa tesi, la Corte ha richiamato un precedente, sebbene risalente, che considerava una cabina telefonica all’interno di una stazione come un complemento dello stabilimento pubblico stesso.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte si fonda su un’interpretazione letterale e sistematica della legge. I giudici hanno evidenziato come il Tribunale abbia errato nel non considerare che il secondo comma dell’art. 635 c.p. elenca una serie di circostanze (tra cui, appunto, il fatto commesso su cose esistenti in uffici o stabilimenti pubblici) che mantengono il regime della procedibilità d’ufficio. La condotta dell’imputato, avvenuta all’interno di una stazione ferroviaria e in prossimità della biglietteria, era inequivocabilmente riconducibile a tale ipotesi aggravata. Pertanto, la mancanza di querela era irrilevante ai fini della procedibilità dell’azione penale.

Le Conclusioni

Con questa sentenza, la Corte di Cassazione riafferma un importante principio di tutela per i beni situati in luoghi pubblici o aperti al pubblico. La decisione chiarisce che le recenti riforme, pur orientate a deflazionare il carico giudiziario, non hanno indebolito la protezione penale per i beni esposti alla collettività. Il danneggiamento in luogo pubblico rimane un illecito grave, per il quale lo Stato ha il dovere di intervenire a prescindere dalla volontà della parte lesa. La sentenza impugnata è stata dunque annullata con rinvio alla Corte d’Appello per un nuovo giudizio.

Danneggiare un oggetto all’interno di una stazione ferroviaria è un reato procedibile solo su denuncia?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che una stazione ferroviaria è considerata uno “stabilimento pubblico”. Pertanto, il danneggiamento di un bene al suo interno rientra nell’ipotesi aggravata prevista dall’art. 635, comma 2, c.p., che è procedibile d’ufficio, cioè senza necessità di una querela.

La recente riforma legislativa (D.Lgs. 150/2022) ha modificato le regole per tutti i tipi di danneggiamento?
No. La riforma ha reso procedibile a querela solo l’ipotesi base di danneggiamento (art. 635, comma 1, c.p.). Le ipotesi aggravate, come quella del danneggiamento di beni in stabilimenti pubblici, rimangono procedibili d’ufficio.

Cosa succede quando la Cassazione annulla una sentenza con rinvio?
Significa che la sentenza del giudice precedente è stata cancellata perché ritenuta errata. Il processo non si conclude, ma viene “rinviato”, cioè trasmesso a un altro giudice (in questo caso la Corte d’Appello), che dovrà svolgere un nuovo giudizio attenendosi ai principi di diritto stabiliti dalla Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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