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Danneggiamento in carcere: non serve la querela

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26365/2025, ha dichiarato inammissibili i ricorsi di due detenuti condannati per resistenza, oltraggio e danneggiamento in carcere. La Corte ha stabilito che il reato di danneggiamento di beni all’interno di uno stabilimento pubblico, come un penitenziario, rimane procedibile d’ufficio e non richiede la querela della persona offesa, a differenza di quanto previsto da una recente riforma per i beni esposti alla pubblica fede.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danneggiamento in Carcere: La Cassazione Spiega la Procedibilità d’Ufficio

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 26365/2025, affronta un tema di grande attualità: il danneggiamento in carcere e le sue condizioni di procedibilità. La decisione chiarisce l’impatto della recente Riforma Cartabia e dei suoi decreti attuativi sulla perseguibilità di atti vandalici commessi all’interno di istituti penitenziari. Il caso specifico riguardava due detenuti condannati per aver distrutto beni nella loro cella durante una protesta.

I Fatti: Vandalismo e Resistenza in Cella

La vicenda ha origine all’interno della casa circondariale di Teramo, dove due detenuti, in stato di agitazione, hanno posto in essere gravi atti vandalici. All’interno della loro cella, hanno distrutto un televisore, spezzato le gambe di un tavolo e dato fuoco a indumenti per opporsi all’intervento di un agente di polizia penitenziaria. Uno dei due era stato inoltre condannato per oltraggio a un sovrintendente.
La Corte d’Appello di L’Aquila aveva confermato la condanna di primo grado per i reati di resistenza a pubblico ufficiale, oltraggio e danneggiamento aggravato.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

I due imputati hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione sollevando diverse questioni giuridiche.
1. Uno dei ricorrenti ha invocato l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) per il reato di danneggiamento, sostenendo che il danno economico fosse esiguo.
2. L’altro ricorrente ha contestato la sussistenza del reato di oltraggio a pubblico ufficiale, argomentando la mancanza del requisito della “presenza di più persone”, poiché l’unico “civile” presente era un infermiere intervenuto per ragioni di servizio.
3. Infine, è stata sollevata la questione più rilevante: la presunta improcedibilità del reato di danneggiamento. Secondo la difesa, una recente modifica legislativa (d.lgs. n. 31/2024) avrebbe reso il reato procedibile solo a querela di parte, querela che nel caso di specie non era stata presentata dall’amministrazione penitenziaria.

La Decisione sul Danneggiamento in Carcere

La Corte di Cassazione ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili, fornendo una motivazione cruciale sul tema del danneggiamento in carcere. I giudici hanno chiarito che la nuova normativa, che ha introdotto la procedibilità a querela per il danneggiamento di cose esposte “per necessità o per consuetudine o per destinazione alla pubblica fede”, non si applica ai beni che si trovano all’interno di uffici o stabilimenti pubblici.
Il combinato disposto delle norme, infatti, riserva la procedibilità a querela a una specifica categoria di beni, ma lascia inalterata la procedibilità d’ufficio per il danneggiamento di beni “esistenti in uffici o stabilimenti pubblici”. I beni distrutti nella cella (televisore, tavolo), essendo di proprietà dell’amministrazione penitenziaria e collocati all’interno di un istituto pubblico, rientrano pienamente in questa seconda categoria. Di conseguenza, l’azione penale non necessitava di alcuna querela per essere avviata.

Le Altre Questioni: Oltraggio e Tenuità del Fatto

La Corte ha ritenuto inammissibili anche gli altri motivi di ricorso.
* Oltraggio: Pur concordando che l’infermiere in servizio non potesse essere conteggiato ai fini della pluralità di persone, la Corte ha ritenuto altamente inverosimile, dato il contesto di “sommossa in carcere”, che altri detenuti non avessero assistito alla scena, rendendo il motivo di ricorso infondato.
* Tenuità del fatto: L’esclusione della non punibilità è stata considerata correttamente motivata dalla Corte d’Appello, che ha esercitato il proprio potere discrezionale basandosi sul numero di beni distrutti, un criterio sufficiente a giustificare la decisione senza dover analizzare tutti i parametri dell’art. 133 c.p.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su un’attenta interpretazione letterale e sistematica delle norme. Il punto centrale della motivazione risiede nella distinzione operata dal legislatore tra diverse tipologie di beni oggetto di danneggiamento. La riforma mirava a deflazionare il carico giudiziario per reati minori, come il danneggiamento di un’auto parcheggiata in strada (bene esposto a pubblica fede), ma non ha inteso ridurre la tutela penale per i beni appartenenti allo Stato e collocati all’interno delle sue strutture. La motivazione sottolinea la coerenza del sistema: proteggere con maggiore intensità, e quindi con la procedibilità d’ufficio, il patrimonio pubblico situato in luoghi come carceri, uffici e scuole. Per gli altri motivi, la Corte ha ribadito principi consolidati, evidenziando come la valutazione sulla tenuità del fatto sia un apprezzamento di merito insindacabile in sede di legittimità se correttamente motivato, e come l’onere della prova riguardo all’assenza di testimoni nel reato di oltraggio gravi sul ricorrente.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: il danneggiamento in carcere, o in qualsiasi altro ufficio o stabilimento pubblico, continua a essere un reato grave, perseguito automaticamente dallo Stato. La decisione ha importanti implicazioni pratiche, confermando che gli atti di vandalismo contro il patrimonio pubblico all’interno delle strutture statali non beneficiano delle recenti aperture verso la procedibilità a querela. La pronuncia serve da monito, riaffermando che la tutela dei beni della collettività rimane una priorità per l’ordinamento giuridico, anche nel contesto di riforme orientate alla deflazione processuale.

Per il reato di danneggiamento di beni all’interno di un carcere è necessaria la querela della persona offesa?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che i beni presenti in stabilimenti pubblici, come un carcere, non rientrano nella categoria di ‘cose esposte alla pubblica fede’ per cui una recente riforma ha introdotto la procedibilità a querela. Pertanto, il danneggiamento in carcere rimane procedibile d’ufficio.

Chi può essere conteggiato nel requisito della ‘presenza di più persone’ per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale?
Possono essere conteggiate solo persone estranee alla pubblica amministrazione (‘civili’) o pubblici ufficiali che non sono presenti per lo stesso motivo d’ufficio legato alla condotta oltraggiosa. Secondo la sentenza, un infermiere intervenuto per ragioni di servizio non può essere conteggiato a tal fine.

Quando è possibile escludere l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
La sua applicazione richiede una valutazione complessiva del caso. La sentenza conferma che i giudici di merito possono motivatamente escluderla anche sulla base di un singolo elemento ritenuto rilevante, come in questo caso il numero di beni distrutti, senza la necessità di esaminare tutti i parametri previsti dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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