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Danneggiamento e querela: Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per danneggiamento aggravato di un contatore. La decisione si fonda sulla recente modifica legislativa che ha reso il reato di danneggiamento a cose esposte alla pubblica fede procedibile a querela. Poiché la querela mancava e la corte di merito aveva erroneamente considerato un’aggravante non contestata, l’azione penale è stata dichiarata improcedibile.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danneggiamento e Querela: la Cassazione Annulla Condanna per Vizio Procedurale

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del diritto processuale penale, annullando una condanna per danneggiamento aggravato a causa di una modifica legislativa che ha cambiato le regole sulla procedibilità. Il caso, che riguarda il rapporto tra danneggiamento e querela, dimostra l’importanza delle condizioni di procedibilità e dei limiti del potere del giudice nel definire l’accusa.

I Fatti del Caso

Un individuo era stato condannato sia in primo grado dal Tribunale monocratico sia in secondo grado dalla Corte di Appello per il reato di danneggiamento aggravato. L’accusa si riferiva al danneggiamento di un contatore elettrico, un bene considerato “esposto alla pubblica fede”, aggravante prevista dall’articolo 625, comma primo, n. 7 del codice penale.

Il Ricorso in Cassazione: la questione su danneggiamento e querela

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su diversi motivi. Il più importante, e infine decisivo, riguardava la violazione di legge e di norme processuali per mancanza di una valida querela. La difesa ha sottolineato che una nuova normativa, il d.lgs. n. 31 del 2024, aveva modificato il regime di procedibilità per il reato di danneggiamento aggravato su cose esposte alla pubblica fede, rendendolo perseguibile solo a seguito di querela della persona offesa.

L’Errore della Corte d’Appello

La Corte di Appello, pur consapevole della questione pendente e di un rinvio in attesa di una decisione della Corte Costituzionale, aveva deciso di confermare la condanna. Il suo ragionamento si basava sull’idea che nel caso specifico sussistesse un’altra aggravante, quella della destinazione del bene a pubblico servizio o utilità (art. 625, n. 7 cod. pen.), che avrebbe reso il reato procedibile d’ufficio, rendendo irrilevante la mancanza di querela.

Tuttavia, la Corte di Cassazione ha evidenziato un vizio fondamentale in questo ragionamento: l’aggravante della pubblica utilità non era mai stata formalmente contestata all’imputato nel capo di imputazione. L’accusa si era limitata a contestare l’aggravante dell’esposizione del bene alla pubblica fede.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il primo motivo di ricorso, annullando la sentenza impugnata senza rinvio. La motivazione è chiara e rigorosa: l’azione penale era improcedibile per mancanza di querela. Con l’entrata in vigore del d.lgs. n. 31 del 2024, il reato di danneggiamento aggravato per esposizione del bene alla pubblica fede è diventato procedibile a querela. La Corte d’Appello ha commesso un errore di diritto nel ritenere il reato procedibile d’ufficio sulla base di un’aggravante (la pubblica utilità) mai menzionata nel capo di imputazione. Il ragionamento dei giudici di merito è stato definito “viziato e non corretto in diritto”, in quanto confuso e ambiguo nel richiamare aggravanti non formalmente imputate al ricorrente. Di conseguenza, l’unica aggravante rilevante era quella che, per effetto della nuova legge, richiedeva la querela. In assenza di tale atto, il processo non poteva proseguire.

le conclusioni

La sentenza rappresenta un importante promemoria sull’intangibilità del capo di imputazione e sul rispetto del principio di correlazione tra accusa e sentenza. Un giudice non può “salvare” un’azione penale divenuta improcedibile facendo leva su circostanze non contestate, poiché ciò violerebbe il diritto di difesa dell’imputato. Questa decisione consolida gli effetti della nuova disciplina sul danneggiamento e querela, stabilendo che in assenza di quest’ultima, nei casi previsti dalla nuova legge, l’unica conseguenza possibile è la declaratoria di improcedibilità dell’azione penale, anche per fatti commessi prima dell’entrata in vigore della riforma.

Il reato di danneggiamento di cose esposte alla pubblica fede è sempre procedibile d’ufficio?
No, in base alla nuova normativa richiamata dalla sentenza (d.lgs. n. 31 del 2024), questa specifica ipotesi di danneggiamento aggravato è diventata procedibile a querela della persona offesa.

Un giudice può considerare una circostanza aggravante non formalmente contestata all’imputato?
No, la sentenza chiarisce in modo inequivocabile che un giudice non può basare la sua decisione su un’aggravante che non è stata oggetto di specifica contestazione nel capo di imputazione, poiché ciò lederebbe il diritto di difesa.

Cosa succede se manca la querela per un reato che è diventato procedibile a querela dopo la sua commissione?
L’azione penale diventa improcedibile. In questo caso, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna senza rinvio, dichiarando l’improcedibilità del procedimento proprio per la mancanza della querela richiesta dalla nuova legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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