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Danneggiamento braccialetto elettronico: è reato?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per il danneggiamento del proprio braccialetto elettronico. La Corte ha stabilito che il dispositivo è un bene destinato a pubblico servizio, indipendentemente dalla proprietà privata del bene. Il fattore decisivo è la sua funzione di tutela dell’ordine pubblico. Il ricorso è stato respinto anche per la sua genericità, ribadendo che il danneggiamento del braccialetto elettronico configura un’ipotesi di reato aggravato.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danneggiamento Braccialetto Elettronico: Quando è Reato Aggravato?

Il tema del danneggiamento braccialetto elettronico è stato recentemente oggetto di una pronuncia della Corte di Cassazione, che ha chiarito importanti aspetti sulla natura giuridica di questo dispositivo e sulle conseguenze penali della sua manomissione. Con l’ordinanza in esame, i giudici hanno confermato che danneggiare il dispositivo di controllo a distanza costituisce un reato aggravato, indipendentemente dal fatto che sia fornito da una società privata. Analizziamo insieme i dettagli della decisione.

Il Caso: La Contestazione sul Braccialetto Elettronico

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un’imputata contro una sentenza della Corte d’Appello che la condannava per il reato di danneggiamento. L’oggetto del contendere era, appunto, un braccialetto elettronico che le era stato applicato. La difesa sosteneva che la condotta non potesse integrare l’ipotesi aggravata del reato, poiché il dispositivo era di proprietà di un’azienda privata e non di un ente pubblico. Si contestava inoltre l’attribuzione della responsabilità del danno all’imputata.

I Motivi del Ricorso e l’Inammissibilità

La Corte di Cassazione ha preliminarmente dichiarato il ricorso inammissibile per mancanza di specificità, come richiesto dall’art. 581 del codice di procedura penale. I giudici hanno osservato che i motivi presentati non costituivano una critica argomentata della sentenza impugnata, ma si limitavano a riproporre le stesse doglianze già esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio. Questo vizio procedurale impedisce alla Corte di esaminare nel merito le questioni sollevate, portando a una declaratoria di inammissibilità.

Il Danneggiamento Braccialetto Elettronico e la Nozione di Servizio Pubblico

Entrando nel cuore della questione giuridica, la Corte ha ribadito un principio fondamentale. Ai fini della configurabilità dell’aggravante prevista dall’art. 635, comma secondo, n. 1 del codice penale, ciò che rileva non è la proprietà del bene danneggiato, ma la sua destinazione all’esercizio di un pubblico servizio. Il braccialetto elettronico, pur essendo materialmente fornito da un soggetto privato, svolge una funzione eminentemente pubblicistica: la tutela dell’ordine pubblico attraverso il controllo a distanza di soggetti ritenuti pericolosi per la collettività.

le motivazioni della Corte di Cassazione

La motivazione della Suprema Corte si fonda sulla distinzione tra la titolarità del bene e la sua funzione. I giudici hanno chiarito che la connotazione pubblicistica dell’attività a cui il bene è destinato prevale sulla natura privatistica della sua proprietà. Il servizio di controllo elettronico è parte integrante del sistema di sicurezza pubblica e di esecuzione penale, operando per finalità che trascendono l’interesse privato. Di conseguenza, danneggiare un tale dispositivo significa attentare a un bene funzionale a un servizio pubblico essenziale. La Corte ha inoltre sottolineato come la motivazione della Corte d’Appello, riguardo all’attribuzione della responsabilità del danno all’imputata che indossava il braccialetto, fosse logica, adeguata e priva di contraddizioni, respingendo la tesi difensiva come una mera rilettura alternativa dei fatti, non consentita in sede di legittimità.

le conclusioni

In conclusione, l’ordinanza conferma un orientamento giurisprudenziale consolidato: il danneggiamento braccialetto elettronico integra il reato di danneggiamento aggravato. La decisione sottolinea che la funzione di un bene è il criterio determinante per qualificarlo come destinato a un pubblico servizio. Questa pronuncia ha importanti implicazioni pratiche, rafforzando la tutela penale degli strumenti di controllo utilizzati nell’ambito delle misure cautelari e dell’esecuzione della pena, e ribadendo che la natura del fornitore del servizio non attenua la gravità della condotta illecita.

Danneggiare un braccialetto elettronico fornito da una ditta privata è comunque un reato aggravato?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, è un reato aggravato. Ciò che conta è la destinazione del bene all’esercizio di un pubblico servizio, come la tutela dell’ordine pubblico, e non la natura privata della società che lo fornisce.

Per quale motivo principale il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per mancanza di specificità, in violazione dell’art. 581 cod. proc. pen. I motivi erano una mera riproposizione di argomenti già respinti nei gradi precedenti, senza una critica argomentata della sentenza impugnata.

Qual è la funzione che rende il braccialetto elettronico un bene destinato a pubblico servizio?
La funzione che lo qualifica come tale è la tutela dell’ordine pubblico attraverso il controllo a distanza di soggetti considerati pericolosi per la collettività. Questa connotazione pubblicistica dell’attività prevale sulla natura della proprietà del bene.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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