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Danneggiamento beni sequestrati: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un custode che aveva smontato parti strutturali di un’auto sequestrata. La Corte chiarisce che tale condotta integra pienamente il reato di danneggiamento di beni sequestrati, e che l’invocata buona fede non è una scusante valida, trattandosi di un irrilevante errore sulla legge penale.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danneggiamento di Beni Sequestrati: Smontare l’Auto in Custodia è Reato

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sulla responsabilità del custode di beni sottoposti a sequestro. La Corte interviene per definire i contorni del reato di danneggiamento di beni sequestrati, stabilendo che lo smontaggio di parti strutturali di un veicolo affidato in custodia integra pienamente tale delitto. Questa pronuncia ribadisce la severità con cui l’ordinamento tutela i beni vincolati da provvedimenti giudiziari.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un soggetto, nominato custode di un’autovettura sequestrata, che era stato condannato per aver smontato diverse parti del veicolo. L’imputato ha tentato di difendersi sostenendo due argomenti principali: in primo luogo, ha affermato di aver agito in buona fede, non ritenendo che la sua condotta costituisse reato; in secondo luogo, ha addotto l’impossibilità di restituire le parti asportate a causa del suo stato di detenzione. La Corte d’Appello aveva già respinto tali argomentazioni, confermando la sua responsabilità penale.

La Decisione della Cassazione e il Danneggiamento di Beni Sequestrati

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, giudicando i motivi presentati come manifestamente infondati. I giudici hanno chiarito senza mezzi termini che la condotta posta in essere, ovvero lo ‘smontaggio di parti dell’autovettura di cui si aveva la custodia’, costituisce di per sé la fattispecie di reato prevista dall’art. 334 del codice penale. Tale norma punisce chiunque sottrae, sopprime, distrugge, disperde o deteriora una cosa sottoposta a sequestro. Secondo la Corte, l’azione di smontare le parti strutturali di un veicolo rientra a pieno titolo nel concetto di ‘deterioramento’.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la propria decisione su due pilastri argomentativi solidi e chiari.

In primo luogo, ha operato una distinzione cruciale: il caso in esame non riguardava l’asportazione di oggetti riposti all’interno del veicolo, un’ipotesi per cui certa giurisprudenza in passato aveva escluso il reato. Al contrario, l’imputato aveva asportato parti strutturali dell’auto, un’azione che ne compromette l’integrità e il valore, configurando un vero e proprio deterioramento del bene sequestrato.

In secondo luogo, la Suprema Corte ha demolito la tesi della buona fede. I giudici hanno sottolineato che l’ignoranza della legge penale non può essere invocata come scusante, secondo il principio consolidato sancito dall’art. 5 del codice penale (‘ignorantia legis non excusat’). La presunta buona fede dell’imputato si risolve, quindi, in un irrilevante errore di diritto, che non esclude la sua colpevolezza. La condotta era oggettivamente illecita e l’imputato, in qualità di custode, aveva il dovere di conoscere gli obblighi legali connessi al suo ruolo.

Le Conclusioni

Le implicazioni pratiche di questa ordinanza sono significative. Essa funge da monito per chiunque assuma il ruolo di custode di un bene sequestrato: gli obblighi non si limitano a una mera conservazione passiva, ma impongono un dovere attivo di astenersi da qualsiasi atto che possa danneggiare, deteriorare o diminuire il valore del bene. La decisione rafforza la tutela dei beni vincolati dalla giustizia, assicurando che mantengano la loro integrità fino alla conclusione del procedimento. Infine, viene ribadito un principio cardine del nostro ordinamento penale: la responsabilità personale non può essere elusa adducendo la non conoscenza delle norme, specialmente quando si assumono specifici doveri legali.

Smontare le parti di un’auto sequestrata di cui si è custodi costituisce reato?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che lo smontaggio di parti strutturali di un’autovettura in custodia integra la fattispecie di reato prevista dall’art. 334 del codice penale, in quanto costituisce un’azione che deteriora la cosa.

È possibile invocare la buona fede o l’ignoranza della legge per giustificare il danneggiamento di un bene in custodia?
No, la Corte ha chiarito che la presunta buona fede si risolve in un errore sulla legge penale, che secondo l’art. 5 del codice penale non scusa. L’ignoranza della legge penale non è una giustificazione valida.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene giudicato manifestamente infondato?
Quando un ricorso è ritenuto manifestamente infondato, viene dichiarato inammissibile. Ciò comporta non solo la conferma della decisione impugnata, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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