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Danneggiamento aggravato: telecamere non escludono reato

La Corte di Cassazione conferma una condanna per danneggiamento aggravato, stabilendo che la presenza di telecamere di videosorveglianza non è sufficiente a escludere l’aggravante dell’esposizione del bene alla pubblica fede. Viene inoltre respinta la richiesta di attenuante per danno di lieve entità, poiché la valutazione del pregiudizio deve considerare il danno nella sua interezza, inclusi i costi di ripristino degli elementi di supporto.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danneggiamento Aggravato: La Videosorveglianza Salva dalla Condanna?

Un recente caso esaminato dalla Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sul reato di danneggiamento aggravato. La sentenza analizza due questioni fondamentali: se la presenza di telecamere di sicurezza possa escludere l’aggravante dell’esposizione del bene alla pubblica fede e come debba essere valutato il danno per riconoscere l’attenuante della speciale tenuità. La decisione conferma un orientamento consolidato, sottolineando che i sistemi di videosorveglianza non costituiscono, di per sé, una protezione sufficiente a impedire il reato.

I Fatti del Caso: Il Danneggiamento di un Bene Pubblico

La vicenda giudiziaria ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di danneggiamento. L’imputato, dopo la conferma della sentenza in Corte d’Appello, ha presentato ricorso in Cassazione. I fatti contestati riguardavano il danneggiamento di un posacenere e del suo supporto di ancoraggio, collocati all’esterno di un locale pubblico.

I Motivi del Ricorso: Telecamere e Danno Lieve

La difesa ha basato il ricorso su due principali argomenti:
1. Violazione di legge sull’aggravante: Si sosteneva che l’aggravante dell’esposizione alla pubblica fede (art. 625 n. 7 c.p.) non dovesse essere applicata. La presenza di una telecamera di sicurezza, che riprendeva costantemente l’area, avrebbe eliminato la condizione di affidamento al senso civico generale, poiché il bene era sotto un controllo continuo.
2. Mancata applicazione dell’attenuante: Si lamentava il mancato riconoscimento dell’attenuante del danno di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.). La difesa quantificava il danno in circa cinquanta euro, valore del solo posacenere, ritenendolo irrisorio e criticando i giudici di merito per aver considerato anche i costi di ripristino del piedistallo e della staccionata, elementi, a loro dire, non inclusi nella contestazione originaria.

Le motivazioni della Cassazione sul Danneggiamento Aggravato

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambi i motivi. Per quanto riguarda l’aggravante, i giudici hanno ribadito un principio consolidato: la videosorveglianza non esclude l’esposizione alla pubblica fede. Un sistema di telecamere, infatti, è uno strumento di ausilio per l’identificazione successiva dei responsabili e non un mezzo idoneo a garantire l’interruzione immediata dell’azione criminale. Solo una sorveglianza specificamente efficace, come quella umana e continua, potrebbe impedire la sottrazione o il danneggiamento del bene e, quindi, far venir meno l’aggravante. Questo principio, già affermato per il furto, viene esteso per analogia (mutatis mutandis) anche al delitto di danneggiamento.

Le conclusioni: la Valutazione del Danno e l’Inammissibilità

Anche il secondo motivo è stato giudicato infondato. La Corte ha chiarito che l’imputazione non si riferiva solo al posacenere, ma anche al “relativo supporto di ancoraggio”. Pertanto, i giudici di merito hanno correttamente valutato il danno nel suo complesso, includendo i costi per il ripristino del piedistallo. Secondo la giurisprudenza, l’attenuante del danno di speciale tenuità richiede un pregiudizio “lievissimo” o “irrisorio”, valutazione che deve considerare non solo il valore intrinseco del bene, ma tutti gli effetti pregiudizievoli subiti dalla persona offesa. Il valore complessivo per la riparazione del posacenere e del suo supporto non è stato ritenuto irrisorio. La Corte ha inoltre sottolineato che la stima di cinquanta euro, proposta dalla difesa, era generica e non supportata da prove, dato che la querela non era stata allegata al ricorso. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.

La presenza di una telecamera di sicurezza esclude l’aggravante dell’esposizione alla pubblica fede nel reato di danneggiamento?
No. Secondo la Corte di Cassazione, un sistema di videosorveglianza è uno strumento per l’identificazione successiva dei colpevoli e non è idoneo a interrompere l’azione criminosa. Pertanto, la sua presenza non fa venir meno l’aggravante, che sussiste quando il bene è lasciato incustodito in un luogo pubblico.

Come si valuta il “danno di speciale tenuità” in un caso di danneggiamento?
La valutazione non si limita al valore commerciale del singolo oggetto danneggiato. Per applicare l’attenuante, il giudice deve considerare il pregiudizio economico complessivo subito dalla vittima, includendo i costi necessari per il ripristino completo della funzionalità del bene, come la riparazione di supporti o strutture collegate.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la sua reiezione senza un esame nel merito. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, in caso di colpa nella proposizione del ricorso, a versare una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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