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Danneggiamento aggravato: quando serve la querela?

Un uomo è stato condannato per resistenza e danneggiamento aggravato contro un funzionario. La Cassazione ha annullato la condanna per il danneggiamento, chiarendo che l’aggravante dell’esposizione a pubblica fede non sussiste se il proprietario del bene è presente, rendendo il reato procedibile solo a querela, in questo caso mancante.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danneggiamento aggravato: quando la presenza del proprietario esclude il reato?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7291/2024, offre un importante chiarimento sui limiti di applicabilità del reato di danneggiamento aggravato. Il caso analizzato riguarda un episodio di danneggiamento di un’autovettura avvenuto alla presenza del proprietario. La Suprema Corte ha stabilito che, in tali circostanze, non sussiste l’aggravante dell’esposizione alla pubblica fede, rendendo il reato procedibile solo a querela di parte. Analizziamo insieme la vicenda e le motivazioni della Corte.

I fatti di causa: resistenza e danneggiamento durante una procedura esecutiva

Un uomo, nel contesto di una procedura di esecuzione immobiliare, veniva condannato in primo grado e in appello per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato. L’imputato aveva minacciato il funzionario delegato dal giudice per l’esecuzione e aveva deliberatamente colpito per tre volte con la propria auto la vettura del funzionario, impedendogli di prendere possesso dell’immobile.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso in Cassazione, sollevando due questioni principali: il mancato riconoscimento della continuazione con un altro reato e l’improcedibilità del delitto di danneggiamento.

Il ricorso: continuazione e procedibilità del danneggiamento aggravato

La difesa ha contestato la decisione dei giudici di merito su due fronti.

In primo luogo, si è lamentata del mancato riconoscimento della continuazione tra i reati del 2017 (oggetto del giudizio) e altri reati simili (resistenza e lesioni) commessi nel 2019, per i quali l’imputato era già stato condannato. Secondo la difesa, tutti gli episodi rientravano in un unico disegno criminoso volto a ostacolare la procedura esecutiva.

In secondo luogo, e con maggior successo, ha sostenuto l’improcedibilità del reato di danneggiamento per mancanza di querela. La difesa ha argomentato che l’aggravante dell’esposizione del bene alla pubblica fede (art. 625, n. 7, c.p.) non poteva applicarsi, poiché il danneggiamento dell’auto era avvenuto alla diretta presenza del proprietario. Senza tale aggravante, che rende il reato procedibile d’ufficio, sarebbe stata necessaria la querela della persona offesa, che nel caso di specie non era stata presentata.

La decisione della Corte sul danneggiamento aggravato e l’assenza di querela

La Corte di Cassazione ha rigettato il primo motivo di ricorso, relativo alla continuazione. Ha ritenuto che il notevole lasso di tempo trascorso tra i due episodi (oltre due anni) rendesse improbabile una programmazione unitaria e che la motivazione della Corte d’Appello fosse sufficiente.

Ha invece accolto il secondo motivo, annullando senza rinvio la sentenza per quanto riguarda il reato di danneggiamento. La Corte ha chiarito un principio fondamentale relativo all’aggravante dell’esposizione alla pubblica fede.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha spiegato che la ratio della maggiore tutela accordata ai beni esposti alla pubblica fede risiede nella loro minorata possibilità di difesa. Questa condizione si verifica quando i beni sono posti al di fuori della sfera di diretta vigilanza del proprietario e sono, quindi, affidati interamente al senso di onestà e rispetto della collettività.

Nel caso specifico, il danneggiamento dell’automobile è avvenuto sotto gli occhi del suo proprietario, il funzionario giudiziario. La sua presenza garantiva una diretta vigilanza sul bene, facendo venire meno il presupposto dell’aggravante. Citando precedenti conformi, la Corte ha affermato che è sufficiente che il proprietario o un’altra persona addetta alla sorveglianza abbia la diretta percezione di quanto sta accadendo per escludere tale circostanza.

Le conclusioni

Esclusa l’aggravante, il delitto di danneggiamento diventa perseguibile solo a querela della persona offesa. Poiché tale querela non risultava presentata, la Corte ha dichiarato l’improcedibilità dell’azione penale per questo specifico reato. Di conseguenza, la condanna è stata annullata limitatamente al capo d’imputazione del danneggiamento e la pena complessiva è stata ricalcolata, riducendo quella finale inflitta all’imputato per il solo reato di resistenza a pubblico ufficiale.

Quando il reato di danneggiamento è procedibile solo a querela?
Il reato di danneggiamento è procedibile a querela della persona offesa quando non sussistono le circostanze aggravanti previste dalla legge (come quelle dell’art. 635 c.p.). In assenza di aggravanti, lo Stato può procedere penalmente solo se la vittima ne fa esplicita richiesta.

La presenza del proprietario vicino al bene danneggiato esclude l’aggravante della pubblica fede?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, l’aggravante dell’esposizione alla pubblica fede non si applica se il danneggiamento avviene alla presenza del titolare del bene o di chi ne ha la custodia. La ratio di tale aggravante è proteggere i beni lasciati incustoditi, ma se il proprietario può vigilare direttamente, questa esigenza di maggior tutela viene meno.

Un lungo intervallo di tempo tra due reati impedisce di riconoscere la continuazione?
Non in modo assoluto, ma lo rende molto più difficile da provare. La Corte di Cassazione ha stabilito che, in presenza di un notevole lasso di tempo, sono necessari indici particolarmente forti e concludenti per dimostrare che i vari reati erano parte di un unico programma criminoso deliberato in anticipo. In assenza di tale prova, si presume che i reati siano frutto di decisioni estemporanee.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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