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Danneggiamento aggravato: quando la querela è valida

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22827/2025, ha chiarito importanti aspetti del reato di danneggiamento aggravato. Il caso riguardava il danneggiamento di un’autovettura esposta alla pubblica fede. La Corte ha stabilito che la presenza accidentale del proprietario non esclude l’aggravante e che la videosorveglianza non costituisce una vigilanza idonea a prevenire il reato. Inoltre, ha confermato che anche il detentore qualificato del bene, non solo il proprietario formale, è legittimato a sporgere querela e a costituirsi parte civile, e che tale costituzione equivale a una valida manifestazione della volontà di punire il colpevole.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danneggiamento aggravato: la Cassazione chiarisce i requisiti

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 22827 del 2025, offre importanti spunti di riflessione sul reato di danneggiamento aggravato e sulle condizioni di procedibilità. La pronuncia analizza due questioni cruciali: la sussistenza dell’aggravante dell’esposizione alla pubblica fede e la legittimazione a sporgere querela. Comprendere questi aspetti è fondamentale per tutelare i propri diritti in caso di danni subiti a beni come le autovetture.

I fatti del caso

Un individuo veniva condannato in primo e secondo grado per il reato di danneggiamento di un’autovettura. La condanna includeva una pena detentiva e il risarcimento del danno in favore della parte civile. L’imputato, tramite il suo difensore, presentava ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali. In primo luogo, contestava la sussistenza dell’aggravante dell’esposizione del veicolo alla pubblica fede, sostenendo che la presenza della persona offesa e di un suo dipendente al momento del fatto, nonché l’esistenza di un sistema di videosorveglianza, escludessero tale condizione. In secondo luogo, eccepiva il difetto di querela, argomentando che la persona costituitasi parte civile non era il proprietario del veicolo al momento del fatto, ma un semplice intermediario per la vendita, e che quindi non fosse legittimato a sporgere querela.

Il danneggiamento aggravato e l’esposizione alla pubblica fede

Il primo motivo di ricorso si concentrava sull’interpretazione dell’art. 625, n. 7, c.p. La difesa sosteneva che l’auto non fosse realmente affidata alla pubblica fede. La Cassazione ha respinto questa tesi, ribadendo principi consolidati. L’aggravante sussiste quando il titolare del bene non può esercitare una vigilanza continua su di esso. La Corte ha precisato che la presenza accidentale del proprietario al momento del reato non è sufficiente a escludere l’aggravante, specialmente se, come nel caso di specie, la condotta delittuosa era già iniziata prima del suo arrivo. Inoltre, la presenza di telecamere di videosorveglianza non costituisce una vigilanza idonea a impedire il reato, ma solo uno strumento utile per la successiva identificazione dell’autore. Pertanto, l’aggravante è stata correttamente ritenuta sussistente.

Legittimazione alla querela nel danneggiamento aggravato

Il secondo motivo toccava un punto procedurale complesso. Il ricorrente sosteneva che la persona offesa, non essendo proprietaria del veicolo, non potesse sporgere querela. La Cassazione ha smontato questa argomentazione sotto un duplice profilo.

La figura del detentore qualificato

In primo luogo, la Corte ha accertato che, contrariamente a quanto sostenuto, la persona offesa era di fatto proprietaria del veicolo al momento del danneggiamento, avendolo acquistato pochi giorni prima e venduto subito dopo. Ma, anche qualora non fosse stato il proprietario formale, egli era comunque un detentore qualificato del bene. La giurisprudenza costante della Cassazione riconosce che il diritto di querela per il reato di danneggiamento spetta non solo al proprietario, ma a chiunque, per un titolo giuridico, utilizzi il bene o ne ricavi un’utilità. Di conseguenza, il venditore che deteneva l’auto per la vendita era pienamente legittimato a sporgere querela come persona offesa.

Costituzione di parte civile e volontà di punire

La Corte ha inoltre affrontato la questione della validità della querela alla luce di una recente modifica legislativa (d.lgs. n. 31/2024), che ha reso il danneggiamento aggravato su cose esposte alla pubblica fede procedibile a querela, mentre prima era procedibile d’ufficio. La Cassazione ha confermato l’orientamento secondo cui la costituzione di parte civile, se non revocata, equivale a una chiara e legittima manifestazione della volontà di perseguire penalmente l’autore del reato. Di conseguenza, la querela era da considerarsi validamente e tempestivamente proposta.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la condanna. Le motivazioni si fondano su una rigorosa applicazione dei principi giurisprudenziali in materia. Per quanto riguarda l’aggravante dell’esposizione alla pubblica fede, è stato ribadito che ciò che conta è l’impossibilità oggettiva di una sorveglianza continua, non la presenza fortuita del proprietario o sistemi di videosorveglianza. Sul piano processuale, la Corte ha sottolineato l’ampia nozione di ‘persona offesa’ nel reato di danneggiamento, includendovi anche il detentore qualificato, e ha riconosciuto piena validità alla volontà punitiva manifestata tramite la costituzione di parte civile, anche alla luce delle sopravvenute modifiche normative sul regime di procedibilità.

Le conclusioni

La sentenza consolida due importanti principi. Primo: il concetto di esposizione alla pubblica fede è ampio e non viene meno per circostanze occasionali che non garantiscono una protezione continua ed efficace del bene. Secondo: la tutela penale per il reato di danneggiamento si estende oltre la mera proprietà formale, riconoscendo la legittimazione a sporgere querela anche a chi ha una relazione giuridicamente qualificata con il bene danneggiato. Questa pronuncia offre quindi una tutela più robusta a chi, pur non essendo proprietario, detiene e utilizza legittimamente un bene, subendone un danno diretto.

La presenza casuale del proprietario esclude il danneggiamento aggravato per esposizione alla pubblica fede?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la presenza accidentale del titolare del bene al momento della commissione del fatto non esclude l’aggravante, la quale sussiste se il bene è lasciato in condizioni tali da non poter essere sorvegliato in modo continuo.

Chi può sporgere querela per il danneggiamento di un’auto: solo il proprietario o anche chi la utilizza?
Non solo il proprietario. La Corte ha stabilito che il diritto di querela per il reato di danneggiamento spetta anche al legittimo detentore del bene, ovvero a chiunque lo utilizzi o ne ricavi un’utilità in base a un qualsiasi titolo giuridico, come ad esempio un venditore che ne ha la disponibilità.

La costituzione di parte civile in un processo penale vale come querela?
Sì. La Cassazione ha confermato il principio secondo cui la costituzione di parte civile, se non viene revocata, costituisce una manifestazione inequivocabile della volontà della persona offesa di ottenere la punizione del colpevole, ed è quindi equiparabile a una valida querela.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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