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Danneggiamento aggravato: quando è procedibile d’ufficio

Un giovane danneggia la porta di una stazione ferroviaria. Il Tribunale archivia il caso per remissione di querela, ma la Corte di Cassazione annulla la decisione. La sentenza chiarisce che il danneggiamento aggravato di beni destinati a pubblico servizio è sempre procedibile d’ufficio, rendendo irrilevante la volontà della parte offesa. Questo principio tutela l’interesse collettivo alla funzionalità dei servizi pubblici.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Danneggiamento Aggravato: Quando la Remissione di Querela Non Basta

Il nostro ordinamento distingue i reati in base alla loro modalità di persecuzione: alcuni richiedono la querela della persona offesa, altri invece sono procedibili d’ufficio. Questa distinzione è cruciale, come dimostra una recente sentenza della Corte di Cassazione in materia di danneggiamento aggravato. La Corte ha chiarito che quando il danno riguarda un bene destinato a pubblico servizio, la remissione della querela diventa irrilevante e il procedimento penale deve proseguire.

Il Fatto: un Atto Vandalico in una Stazione Ferroviaria

Il caso ha origine dal danneggiamento della porta a vetri della sala d’aspetto di una stazione ferroviaria. L’autore del gesto, un giovane, veniva accusato del reato di danneggiamento, con l’aggravante di aver colpito un bene destinato a pubblico servizio, come previsto dall’articolo 625, comma 1, n. 7 del codice penale.

In primo grado, il Tribunale dichiarava di non doversi procedere, poiché il reato si era estinto a seguito della remissione della querela da parte del legale rappresentante della società di trasporti. Una decisione apparentemente lineare, ma che non teneva conto della natura specifica del bene danneggiato.

L’Appello del Procuratore e la Procedibilità del Reato

Il Procuratore generale presso la Corte di Appello ha impugnato la sentenza, sostenendo che il Tribunale avesse commesso un errore di diritto. L’argomentazione centrale era semplice: il danneggiamento aggravato di beni destinati a pubblico servizio o a pubblica utilità è un reato procedibile d’ufficio. Di conseguenza, la remissione della querela non ha alcun effetto estintivo sul reato.

La Riforma Legislativa e la sua Interpretazione

La Corte di Cassazione ha colto l’occasione per fare chiarezza anche alla luce delle recenti modifiche legislative (D.Lgs. 31/2024). La nuova normativa ha reso procedibili a querela i delitti di danneggiamento (e furto) commessi su cose “esposte per necessità o per consuetudine o per destinazione alla pubblica fede”.

Tuttavia, la stessa riforma non ha modificato la procedibilità per le altre ipotesi previste dall’art. 625, n. 7, c.p. Pertanto, il danneggiamento di cose esistenti in uffici pubblici o destinate a pubblico servizio rimane procedibile d’ufficio. La porta di una stazione ferroviaria rientra pacificamente in questa categoria, essendo un bene funzionale all’efficienza di un servizio pubblico rivolto alla collettività.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha accolto il ricorso del Procuratore, annullando la sentenza del Tribunale. I giudici hanno sottolineato due principi fondamentali.

In primo luogo, l’aggravante era stata correttamente contestata fin dall’inizio. La rubrica imputativa non solo citava espressamente l’art. 625, n. 7, c.p., ma descriveva in modo inequivocabile il fatto: il danneggiamento di un bene (la porta) situato in una stazione ferroviaria e, quindi, implicitamente ma chiaramente destinato a pubblico servizio. Questo ha permesso all’imputato di avere piena consapevolezza dell’accusa e di esercitare il proprio diritto di difesa.

In secondo luogo, la natura del bene danneggiato è decisiva per stabilire la procedibilità. Un bene destinato a pubblico servizio, come la porta di una sala d’aspetto, non è tutelato solo nell’interesse del suo proprietario, ma nell’interesse dell’intera collettività che usufruisce di quel servizio. Per questo motivo, la legge affida allo Stato, e non al singolo, la decisione di perseguire penalmente l’autore del danno.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio di grande importanza pratica: non tutti i danneggiamenti sono uguali. Il danneggiamento aggravato contro beni che svolgono una funzione pubblica è considerato un’offesa all’intera comunità. Di conseguenza, la remissione della querela da parte del proprietario del bene (ad esempio, l’azienda di trasporti) non è sufficiente a fermare l’azione penale. Il Tribunale aveva quindi errato nel dichiarare estinto il reato, ignorando la procedibilità d’ufficio imposta dalla natura del bene danneggiato. La causa è stata quindi rinviata a un nuovo giudice per proseguire il giudizio.

Quando il reato di danneggiamento è procedibile d’ufficio?
Il reato di danneggiamento è procedibile d’ufficio quando riguarda beni destinati a pubblico servizio, pubblica utilità, difesa o reverenza, come specificato dall’art. 625, n. 7, c.p. La procedibilità a querela, a seguito delle recenti riforme, è limitata solo ai casi di cose esposte per necessità, consuetudine o destinazione alla pubblica fede.

La remissione della querela estingue sempre il reato di danneggiamento?
No. Se si tratta di danneggiamento aggravato per aver colpito beni destinati a pubblico servizio, come in questo caso, il reato è procedibile d’ufficio. Pertanto, la remissione della querela da parte della persona offesa non ha alcun effetto estintivo e il procedimento penale prosegue.

È necessario che l’atto di accusa citi esplicitamente la norma sull’aggravante?
No, secondo la Corte di Cassazione non è indispensabile una formula specifica. È sufficiente che l’aggravante sia descritta chiaramente nei fatti contestati, in modo da permettere all’imputato di avere piena conoscenza degli elementi dell’accusa e di potersi difendere adeguatamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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