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Custodia di animali pericolosi: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una donna condannata per le lesioni causate dal suo cane a un passante. La sentenza sottolinea che la corretta custodia di animali pericolosi richiede non solo un guinzaglio corto, ma anche la verifica che l’animale non abbia spazio di manovra per nuocere a terzi. Inoltre, viene chiarito che per i reati di competenza del Giudice di Pace, il ricorso in Cassazione è limitato alla sola violazione di legge, escludendo vizi di motivazione o travisamento della prova.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Custodia di Animali Pericolosi: La Cassazione e la Responsabilità del Padrone

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 12582/2024, ha ribadito importanti principi sulla custodia di animali pericolosi e sui limiti del ricorso in sede di legittimità. Il caso riguarda la condanna di una donna per le lesioni colpose causate dal suo cane di grossa taglia a un passante. Questa decisione offre spunti cruciali sulla diligenza richiesta a chi possiede un animale e chiarisce aspetti procedurali fondamentali.

I Fatti del Caso: L’Aggressione e le Condanne

Una donna veniva condannata sia in primo grado dal Giudice di Pace, sia in appello dal Tribunale, per il reato di lesioni personali colpose (art. 590 c.p.). L’imputazione nasceva da un episodio in cui il cane di grossa taglia a lei affidato, pur tenuto al guinzaglio, era riuscito ad azzannare un passante, causandogli delle ferite. La difesa della donna, nei gradi di merito, non era riuscita a convincere i giudici della sua assenza di colpa.

Il Ricorso in Cassazione e la Questione di Ammissibilità

L’imputata ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione riguardo alla sua responsabilità. Secondo la sua tesi, le regole cautelari erano state rispettate e la condanna era ingiusta. La Suprema Corte, tuttavia, ha immediatamente rilevato un ostacolo insormontabile: l’inammissibilità del ricorso.

La Corte ha ricordato che, a seguito di una riforma del 2018 (D.Lgs. n. 11/2018), i ricorsi per cassazione avverso le sentenze emesse in procedimenti di competenza del Giudice di Pace sono consentiti solo per “violazione di legge”. Ciò esclude la possibilità di contestare vizi di motivazione o il cosiddetto “travisamento della prova”, ovvero un’errata valutazione dei fatti da parte del giudice di merito. Le lamentele dell’imputata, secondo la Corte, rientravano proprio in questa categoria esclusa, mirando a una rivalutazione dei fatti già compiuta adeguatamente nei gradi precedenti.

Le Motivazioni della Cassazione sulla Custodia di Animali Pericolosi

Pur dichiarando l’inammissibilità, la Cassazione ha colto l’occasione per ribadire i principi che regolano la custodia di animali pericolosi. Il Tribunale aveva correttamente evidenziato la colpa dell’imputata, la quale aveva omesso di controllare e custodire adeguatamente l’animale.

La Corte ha specificato che la responsabilità del padrone non si esaurisce nel semplice utilizzo di un guinzaglio, anche se corto. Il dovere di custodia impone di verificare costantemente che il cane non disponga di uno spazio di manovra e di movimento tale da consentirgli di avvicinarsi e mordere altri pedoni. La semplice presenza del guinzaglio non è, di per sé, sufficiente a escludere la colpa se, di fatto, l’animale riesce a recare danno a terzi. È necessario adottare tutte le cautele necessarie a neutralizzare la pericolosità dell’animale, in relazione al contesto specifico in cui ci si trova.

Le Conclusioni: Responsabilità e Limiti del Ricorso

La decisione consolida due principi fondamentali. In primo luogo, sul piano sostanziale, la responsabilità per i danni causati da un animale non è esclusa dalla mera adozione di accorgimenti basilari come il guinzaglio. Il proprietario o custode ha un obbligo attivo di controllo che deve essere commisurato alla potenziale pericolosità dell’animale. In secondo luogo, sul piano processuale, la sentenza conferma la stretta interpretazione dei motivi di ricorso in Cassazione per i reati di competenza del Giudice di Pace, limitandoli alla sola violazione di norme di diritto e impedendo una terza revisione del merito dei fatti. A seguito della dichiarazione di inammissibilità, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro.

È sufficiente usare un guinzaglio corto per evitare la responsabilità penale in caso di aggressione da parte del proprio cane?
No. Secondo la Corte, non è sufficiente. Il custode deve verificare che, nonostante la lunghezza del guinzaglio, il cane non abbia comunque uno spazio di manovra e di movimento tale da potersi avvicinare e mordere altri pedoni. La responsabilità sussiste se non si sono adottate tutte le cautele per neutralizzare la pericolosità dell’animale.

Quali sono i limiti del ricorso in Cassazione per i reati di competenza del Giudice di Pace?
Per i reati di competenza del Giudice di Pace, il ricorso per cassazione è consentito solo per il motivo di “violazione di legge”. Non è possibile contestare vizi di motivazione (come illogicità o contraddittorietà del ragionamento del giudice) o il travisamento della prova.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende a titolo di sanzione pecuniaria, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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