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Custodia cautelare ultrasettantenni: quando è lecita?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11708/2025, ha stabilito che la custodia cautelare ultrasettantenni è legittima in presenza di esigenze cautelari di eccezionale rilevanza. Nel caso esaminato, un soggetto di 74 anni, già ai domiciliari, ha visto confermata la detenzione in carcere per il concreto e altissimo rischio di reiterazione dei reati. La Corte ha chiarito che il Tribunale del Riesame può integrare la motivazione del primo giudice se questa, pur non menzionando l’età, descrive fatti che dimostrano l’eccezionalità del pericolo.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Custodia Cautelare Ultrasettantenni: La Cassazione Fissa i Paletti

La custodia cautelare ultrasettantenni rappresenta un tema delicato nel nostro ordinamento, bilanciando le esigenze di sicurezza della collettività con la tutela di soggetti in età avanzata. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 11708 del 2025, ha offerto un chiarimento fondamentale sui presupposti che possono giustificare il carcere per un indagato con più di 70 anni, anche quando il primo giudice abbia omesso di considerare esplicitamente l’età. Vediamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un uomo di 74 anni, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per reati gravi, tra cui associazione a delinquere finalizzata alla truffa per erogazioni pubbliche, riciclaggio e autoriciclaggio. L’indagato ha presentato ricorso sostenendo la nullità del provvedimento, in quanto il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) non aveva tenuto conto della sua età avanzata, omettendo di motivare in merito alle ‘esigenze cautelari di eccezionale rilevanza’, requisito indispensabile per disporre il carcere per un ultrasettantenne.
Il Tribunale del Riesame, pur riconoscendo l’omissione, aveva respinto la richiesta, integrando la motivazione del GIP e confermando la misura detentiva. Contro questa decisione, l’indagato ha proposto ricorso in Cassazione.

## La Custodia Cautelare Ultrasettantenni e il Potere Integrativo del Riesame

Il ricorrente lamentava che il Tribunale del Riesame avesse illegittimamente ‘sanato’ un vizio genetico dell’ordinanza originale. A suo dire, di fronte a una motivazione carente su un punto così cruciale, il Tribunale avrebbe dovuto annullare il provvedimento, non integrarlo.
La difesa sosteneva che il potere integrativo del giudice del riesame non può spingersi fino a colmare una lacuna così profonda, che riguarda un presupposto normativo specifico previsto a tutela dell’indagato anziano.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, ritenendolo infondato e fornendo una lettura chiara dei poteri del Tribunale del Riesame. I giudici hanno affermato che, anche dopo le riforme legislative, il riesame può integrare una motivazione insufficiente, a meno che non sia del tutto mancante o meramente apparente. Nel caso specifico, l’ordinanza del GIP, pur non menzionando l’età di 74 anni, aveva ampiamente e dettagliatamente giustificato la scelta della misura più afflittiva.
Il punto chiave della decisione risiede nell’analisi della condotta dell’indagato. Egli, infatti, aveva commesso i reati per cui si procedeva mentre si trovava già agli arresti domiciliari per una condanna irrevocabile per bancarotta e reati tributari. Questo comportamento, secondo la Corte, dimostrava in modo inequivocabile:
1. L’assoluta inefficacia di misure meno severe del carcere.
2. Un’eccezionale gravità del rischio di recidiva, che diventava una ‘certezza’.
La Corte ha quindi stabilito che l’affermazione di ‘esigenze cautelari di eccezionale rilevanza’ non necessita di formule sacramentali. Può emergere implicitamente, ma chiaramente, dalla descrizione di una situazione fattuale di straordinario pericolo, come quella in esame. Di conseguenza, il Tribunale del Riesame ha agito correttamente, esplicitando ciò che era già sostanzialmente presente nella valutazione del primo giudice e confermando la legittimità della custodia cautelare ultrasettantenni.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: il limite di età per la custodia in carcere non è un tabù invalicabile. La tutela dell’indagato anziano cede il passo quando il suo comportamento dimostra una pericolosità sociale talmente elevata da rendere ogni altra misura inadeguata. La decisione consolida inoltre il ruolo del Tribunale del Riesame come giudice del ‘merito’ della misura cautelare, autorizzato a integrare e rafforzare la motivazione del provvedimento impugnato, purché non si trovi di fronte a un vuoto argomentativo assoluto.

È possibile applicare la custodia cautelare in carcere a una persona con più di 70 anni?
Sì, ma solo in presenza di ‘esigenze cautelari di eccezionale rilevanza’. La legge presume che tale misura non sia adeguata, ma questa presunzione può essere superata se il pericolo che l’indagato commetta nuovi reati è considerato eccezionalmente grave.

Se il giudice non menziona l’età dell’indagato nell’ordinanza, questa è automaticamente nulla?
No. Secondo questa sentenza, se l’ordinanza descrive in modo approfondito fatti che dimostrano un’eccezionale pericolosità (come commettere reati mentre si è già ai domiciliari), il Tribunale del Riesame può integrare la motivazione, riconoscendo la sussistenza delle esigenze eccezionali e sanando l’omissione.

Cosa si intende per ‘esigenze cautelari di eccezionale rilevanza’?
La sentenza chiarisce che non sono necessarie formule specifiche. Tali esigenze emergono da una gravità straordinaria dei pericoli per la collettività (‘pericula libertatis’), dimostrata dai fatti concreti. Nel caso di specie, la commissione di nuovi reati durante una misura restrittiva già in atto è stata considerata prova di un pericolo di recidiva talmente elevato da giustificare il carcere nonostante l’età avanzata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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