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Custodia cautelare ultrasettantenne: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un indagato contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. La sentenza analizza i presupposti per la custodia cautelare ultrasettantenne, confermando che la gravità dei reati e la personalità dell’indagato possono costituire le “ragioni eccezionali” richieste dalla legge. La Corte ha inoltre chiarito la proroga dei termini processuali che scadono in giorni festivi e ha escluso la violazione del principio del “ne bis in idem” quando un precedente provvedimento è annullato per vizi formali e non di merito.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Custodia Cautelare Ultrasettantenne: Quando è Legittima? L’Analisi della Cassazione

La recente sentenza n. 9345/2024 della Corte di Cassazione affronta un tema delicato e di grande attualità: i limiti e le condizioni per l’applicazione della custodia cautelare ultrasettantenne. Il caso esaminato offre importanti chiarimenti su questioni procedurali, come il rispetto dei termini e il principio del ne bis in idem, e di merito, relative alla valutazione delle esigenze cautelari per soggetti in età avanzata. Analizziamo insieme la decisione degli Ermellini.

Il Caso: Un Provvedimento Cautelare Controverso

Il Tribunale di Cagliari, in sede di riesame, aveva confermato un’ordinanza di custodia in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Oristano nei confronti di un uomo di oltre settant’anni. L’accusa era relativa a gravi reati previsti dagli articoli 81 e 609-quinquies del codice penale, verosimilmente legati a reati a sfondo sessuale con l’aggravante dell’utilizzo di materiale pornografico.

La difesa dell’indagato ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo su quattro distinti motivi: la presunta tardività del deposito dell’ordinanza del riesame, la violazione del divieto di un secondo giudizio (ne bis in idem), un’errata valutazione delle esigenze cautelari e la mancanza di motivazione sulle ragioni eccezionali che giustificano il carcere per un ultrasettantenne.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile e la Custodia Cautelare Ultrasettantenne

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo tutti i motivi manifestamente infondati. Questa decisione consolida importanti principi giuridici in materia di misure cautelari, specialmente quando coinvolgono soggetti vulnerabili per età. Vediamo nel dettaglio le argomentazioni della Corte.

Le motivazioni

La Corte ha smontato punto per punto le censure difensive.

In primo luogo, ha chiarito la questione dei termini procedurali. Il termine di dieci giorni per il deposito dell’ordinanza del Tribunale del riesame scadeva di domenica. In base all’art. 172, comma 3, cod. proc. pen., se un termine scade in un giorno festivo, è prorogato di diritto al giorno successivo non festivo. Pertanto, il deposito avvenuto il lunedì era pienamente tempestivo.

In secondo luogo, è stata respinta l’eccezione sul ne bis in idem. Un precedente provvedimento cautelare era stato sì annullato, ma per un vizio puramente formale: la mancata motivazione sulle eccezionali esigenze richieste dall’art. 275, comma 4, cod. proc. pen. per la custodia cautelare ultrasettantenne. La Cassazione ha ribadito che il “giudicato cautelare” si forma solo quando la decisione entra nel merito della sussistenza degli indizi o delle esigenze cautelari, non quando l’annullamento deriva da un difetto di forma. Di conseguenza, era legittima l’emissione di una nuova ordinanza, correttamente motivata.

Sul terzo e quarto motivo, la Corte ha ritenuto che il Tribunale del riesame avesse adeguatamente motivato sia la sussistenza delle esigenze cautelari sia le ragioni eccezionali per la detenzione in carcere. La valutazione si è basata sulla gravità estrema delle condotte, commesse ai danni di una minore di dieci anni, sulla personalità negativa dell’indagato (già detenuto per violenza sessuale contro la stessa vittima) e sui suoi stretti rapporti con la famiglia della persona offesa. Questi elementi, nel loro complesso, sono stati considerati sufficienti a integrare quelle “ragioni eccezionali” che superano il generale divieto di custodia in carcere per gli ultrasettantenni, rendendo inoltre inadeguata ogni altra misura, inclusi gli arresti domiciliari.

Le conclusioni

La sentenza in esame riafferma con forza alcuni principi cardine. La tutela delle vittime di reati gravi, specialmente se minori, prevale sulla regola generale che limita la detenzione carceraria per le persone anziane, a condizione che il giudice fornisca una motivazione rafforzata e puntuale sulle ragioni eccezionali che la giustificano. Inoltre, viene confermato che i vizi formali di un provvedimento cautelare non creano preclusioni processuali, permettendo al Pubblico Ministero di riproporre la richiesta una volta sanato il difetto. Questa pronuncia costituisce un importante riferimento per gli operatori del diritto, bilanciando le garanzie individuali con le irrinunciabili esigenze di protezione sociale.

Quando un termine processuale scade in un giorno festivo, cosa succede?
Secondo l’art. 172, comma 3, del codice di procedura penale, se un termine stabilito a giorni scade in un giorno festivo, è prorogato di diritto al giorno successivo non festivo.

Se un’ordinanza di custodia cautelare viene annullata per un vizio di forma, se ne può emettere una nuova per gli stessi fatti?
Sì. La sentenza chiarisce che il principio del “ne bis in idem” cautelare non si applica se l’annullamento è avvenuto per motivi formali (come la mancanza di motivazione) e non per una valutazione nel merito della mancanza di indizi o esigenze cautelari. È quindi possibile emettere un nuovo provvedimento, purché il vizio formale sia stato corretto.

Quali “ragioni eccezionali” possono giustificare la custodia cautelare in carcere per un indagato con più di settant’anni?
La sentenza indica che la particolare gravità delle condotte (in questo caso, in danno di una minore di dieci anni), la personalità negativa dell’indagato (già detenuto per reati simili contro la stessa vittima) e la vicinanza alla persona offesa possono costituire, nel loro complesso, quelle ragioni eccezionali richieste dalla legge per applicare la custodia in carcere a un soggetto ultrasettantenne.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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