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Custodia cautelare: non blocca le misure alternative

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza del Tribunale di sorveglianza che negava le misure alternative a un condannato, solo perché sottoposto a custodia cautelare per un altro procedimento. La Suprema Corte ha chiarito che la custodia cautelare non è un impedimento assoluto, specialmente se, come nel caso di specie, era già cessata al momento della decisione.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Custodia Cautelare: Non è un Ostacolo Automatico alle Misure Alternative

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13527/2024, offre un importante chiarimento sul rapporto tra custodia cautelare per un procedimento e la possibilità di accedere a misure alternative alla detenzione per un’altra condanna. La decisione sottolinea che la presenza di una misura cautelare non può costituire un impedimento automatico e astratto alla valutazione di merito sull’istanza del condannato.

I Fatti del Caso

Un uomo, condannato con sentenza definitiva, presentava istanza al Tribunale di sorveglianza di Napoli per ottenere una misura alternativa alla detenzione. Il Tribunale rigettava la richiesta sulla base di un unico presupposto: il soggetto si trovava già in regime di arresti domiciliari. Questa misura, tuttavia, non era legata alla condanna da eseguire, ma era una custodia cautelare disposta nell’ambito di un altro e separato procedimento penale.
Il condannato, tramite il suo difensore, ricorreva in Cassazione, sostenendo che la motivazione del Tribunale fosse errata. In primo luogo, perché la giurisprudenza consolidata non ritiene la custodia cautelare un ostacolo assoluto. In secondo luogo, e in modo decisivo, perché al momento della decisione del Tribunale di sorveglianza, la misura degli arresti domiciliari era già stata revocata e sostituita con un più blando obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

La Valutazione della Cassazione sulla Custodia Cautelare

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno ribadito un principio di diritto consolidato: lo stato di custodia cautelare per una causa diversa da quella relativa al titolo in esecuzione non è, di per sé, preclusivo della valutazione di merito per l’ammissione a una misura alternativa.
La presenza di una misura cautelare incide, semmai, solo sulla possibilità pratica di dare immediata esecuzione alla misura alternativa, la cui attuazione dovrà essere posticipata alla cessazione della misura cautelare. Non può, però, impedire al giudice di sorveglianza di valutare se il condannato possiede i requisiti per accedere al beneficio.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte si basa su due pilastri fondamentali.
Il primo è il richiamo alla giurisprudenza costante, che separa nettamente la valutazione dei presupposti per la concessione di una misura alternativa (che riguarda il percorso rieducativo e la pericolosità sociale legata al reato in esecuzione) dalla gestione pratica della sua applicazione, che può essere influenzata da altre pendenze giudiziarie. Negare la valutazione nel merito equivarrebbe a violare il diritto del condannato a una decisione sulla sua istanza.
Il secondo pilastro, ancora più concreto nel caso di specie, è un errore fattuale commesso dal Tribunale di sorveglianza. La custodia cautelare (arresti domiciliari), posta a fondamento del rigetto, non era più in essere al momento della decisione. Il giudice avrebbe dovuto prendere atto della modifica della situazione personale del ricorrente, che era già stata documentata e rappresentata. L’ostacolo ritenuto insormontabile era, di fatto, già venuto meno.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza annulla l’ordinanza del Tribunale di sorveglianza e rinvia il caso per un nuovo giudizio. Quest’ultimo dovrà procedere a una valutazione effettiva e nel merito dell’istanza, senza poterla rigettare aprioristicamente sulla base della pregressa e non più attuale custodia cautelare. La decisione riafferma l’importanza di una valutazione concreta e aggiornata della situazione del condannato, distinguendo tra gli ostacoli giuridici alla concessione di un beneficio e le semplici questioni pratiche legate alla sua esecuzione.

Avere una misura di custodia cautelare per un altro reato impedisce di ottenere misure alternative alla detenzione per una condanna definitiva?
No. Secondo la Corte di Cassazione, lo stato di custodia cautelare per un’altra causa non è di per sé un motivo per negare la valutazione nel merito della richiesta di una misura alternativa. Incide solo sulla possibilità pratica di eseguire la misura, che viene posticipata alla cessazione della custodia cautelare.

Cosa succede se la custodia cautelare cessa prima che il Tribunale di sorveglianza decida sulla richiesta di misure alternative?
In questo caso, il Tribunale di sorveglianza ha il dovere di prendere atto della situazione aggiornata. Come stabilito dalla sentenza, non può rigettare l’istanza basandosi su una misura cautelare che non è più in vigore al momento della sua decisione.

Qual è stato l’esito finale di questo ricorso in Cassazione?
La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del Tribunale di sorveglianza e ha disposto il rinvio degli atti allo stesso Tribunale per un nuovo giudizio, che dovrà valutare nel merito la richiesta di misure alternative senza considerare la pregressa e non più attuale custodia cautelare come un ostacolo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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