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Custodia animali: responsabile anche il non proprietario

Un uomo subisce lesioni cadendo mentre difende il proprio cane dall’aggressione di un altro animale, fuggito da un’abitazione il cui cancello era stato lasciato aperto dall’imputato, figlio della proprietaria. La Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità civile del figlio, pur non essendo il proprietario del cane. La Corte ha stabilito che, aprendo il cancello, l’imputato ha assunto una relazione di fatto con l’animale, diventandone detentore temporaneo e assumendo una ‘posizione di garanzia’. Questo implica un obbligo di custodia animali per prevenire danni a terzi, rendendolo civilmente responsabile per l’accaduto.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Custodia Animali: Chi Risponde se il Cane Scappa e Causa Danni?

La corretta custodia animali è un dovere fondamentale non solo per i proprietari, ma anche per chiunque ne abbia la temporanea detenzione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito che la responsabilità per i danni causati da un animale può estendersi anche a chi, pur non essendone il proprietario, crea con il suo comportamento le condizioni per un evento lesivo. Analizziamo questo caso per capire i contorni di questa responsabilità.

I Fatti del Caso: un Cancello Aperto e le Conseguenze

Una mattina, una persona stava passeggiando con il proprio cane al guinzaglio quando un altro cane, uscito da un’area recintata di un’abitazione, li ha aggrediti. Nel tentativo di difendere il proprio animale, il padrone è caduto a terra, riportando lesioni a un polso.

Le indagini hanno rivelato che il cane aggressore era fuggito perché il cancello dell’abitazione era stato lasciato aperto. Inizialmente, il Giudice di Pace aveva assolto il figlio della proprietaria del cane, ritenendo incerta l’identità di chi avesse aperto il cancello. Tuttavia, la vicenda è approdata in appello.

La Decisione dei Giudici sulla custodia animali

Dal Giudice di Pace al Tribunale: un Ribaltamento della Sentenza

Il Tribunale, in funzione di giudice d’appello, ha riformato la decisione di primo grado. Dopo aver riesaminato la persona offesa, ha ritenuto provato che fosse stato proprio il figlio della proprietaria, un giovane convivente con lei, ad aprire il cancello senza adottare le cautele necessarie per impedire la fuga del cane. Di conseguenza, lo ha dichiarato civilmente responsabile e condannato al risarcimento dei danni e al pagamento delle spese legali.

L’Intervento della Cassazione e la Conferma della Responsabilità

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo di non essere il proprietario del cane, di non averne la detenzione e che l’evento non fosse prevedibile. La Suprema Corte, però, ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile e confermando la condanna al risarcimento.

Le Motivazioni della Corte sulla responsabilità per la custodia animali

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione su un principio giuridico cruciale: la posizione di garanzia. I giudici hanno spiegato che, nel momento in cui l’imputato ha aperto il cancello, ha intrapreso una relazione di fatto con l’animale, assumendone di fatto la detenzione, seppur temporanea. Questo gesto ha fatto sorgere in capo a lui una posizione di garanzia, ovvero l’obbligo giuridico di controllare quella fonte di pericolo (il cane) e di prevenire danni a terzi.

La Corte ha specificato che la stretta parentela e la coabitazione con la madre (proprietaria del cane) implicavano una sicura conoscenza della presenza dell’animale e delle modalità della sua custodia. Pertanto, l’imputato avrebbe dovuto prevedere che, aprendo il cancello, il cane avrebbe potuto uscire e creare un pericolo. Non aver adottato alcuna contromisura per evitare la fuga costituisce una condotta negligente che è alla base della sua responsabilità civile.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza ribadisce un concetto fondamentale in materia di custodia animali: la responsabilità non è legata esclusivamente al titolo formale di proprietà. Chiunque, anche temporaneamente, assuma la detenzione o il controllo di un animale, ha il dovere di agire con prudenza per evitare che questo possa arrecare danno ad altri. Aprire un cancello, far uscire il cane per una passeggiata o accudirlo in assenza del proprietario sono tutte situazioni che possono far sorgere una posizione di garanzia. La decisione sottolinea quindi l’importanza della diligenza e della prevedibilità: chi interagisce con un animale deve sempre considerare i potenziali rischi e adottare tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza di terzi.

Chi è responsabile se un cane non di mia proprietà, ma che si trova a casa mia, scappa e fa danni?
Secondo la sentenza, anche chi non è proprietario dell’animale può essere ritenuto responsabile. Se una persona compie un’azione (come aprire un cancello) che consente all’animale di fuggire, assume una relazione di fatto con esso (detenzione temporanea) e una ‘posizione di garanzia’, diventando responsabile per i danni che ne conseguono.

La responsabilità del detentore temporaneo esclude quella del proprietario?
No, la sentenza suggerisce che può esserci una corresponsabilità. Il proprietario ha sempre doveri di custodia e buon governo dell’animale. La responsabilità di chi ha temporaneamente l’animale in custodia si aggiunge, e non sostituisce, a quella del proprietario.

Cosa significa ‘posizione di garanzia’ in relazione agli animali?
Significa che chiunque assuma il controllo di un animale, anche per un breve periodo, ha l’obbligo giuridico di impedire che l’animale possa causare danni a persone o cose. Questo obbligo nasce dalla relazione di fatto che si crea con l’animale, indipendentemente dalla proprietà.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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