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Custode veicolo sequestrato: le responsabilità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per violazione di sigilli. L’imputato sosteneva di non essere stato correttamente identificato come custode del veicolo sequestrato. La Corte ha stabilito che la firma apposta sul verbale di fermo amministrativo, nella sezione relativa alla nomina a custode, costituisce prova inconfutabile dell’assunzione dell’incarico, rendendo le doglianze sul punto una mera rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Custode Veicolo Sequestrato: la Firma sul Verbale è Prova Inconfutabile

Diventare custode di un veicolo sequestrato comporta responsabilità precise, la cui violazione può avere conseguenze penali significative. Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: la firma apposta sul verbale di nomina a custode è un atto che prova pienamente l’assunzione dell’incarico, rendendo vane le successive contestazioni basate su una presunta errata identificazione. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere i limiti del ricorso in sede di legittimità e le conseguenze di una nomina accettata, anche solo con una firma.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo contro una sentenza della Corte d’Appello che lo aveva condannato per il reato di violazione di sigilli, previsto dall’art. 349, comma 2, del codice penale. Il ricorrente, nominato custode di un veicolo sottoposto a sequestro, era accusato di non aver adempiuto ai suoi obblighi. La sua difesa si basava su un unico motivo: un vizio di motivazione della sentenza d’appello, sostenendo che non vi fosse stata una corretta identificazione della sua persona quale custode del bene.

La Questione Giuridica e i Limiti del Ricorso

La Corte di Cassazione ha immediatamente inquadrato la questione, chiarendo che la doglianza del ricorrente non rientrava tra le censure ammissibili in sede di legittimità. Il ricorso per cassazione, infatti, non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare le prove e ricostruire i fatti. Il suo scopo è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata.

Lamentare una scorretta identificazione, a fronte di una sentenza di merito che ha già valutato le prove, si traduce in una richiesta di riesame del fatto, attività preclusa alla Suprema Corte. I giudici hanno sottolineato che le determinazioni del giudice di merito sono insindacabili in Cassazione se, come nel caso di specie, sono supportate da una motivazione congrua, esauriente e logicamente coerente.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato e, pertanto, inammissibile. La motivazione della sentenza d’appello è stata giudicata precisa e circostanziata. I giudici di secondo grado avevano esaminato attentamente le prove e le argomentazioni difensive, giungendo a una conclusione di responsabilità basata su una disamina completa degli atti processuali.

Il punto cruciale della decisione risiede nell’analisi del verbale di fermo amministrativo redatto dalla polizia municipale. In tale atto, l’imputato era stato compiutamente identificato. Non solo: egli aveva apposto la propria firma proprio nella parte del documento relativa alla nomina a custode. Sul verbale era inoltre indicato il suo indirizzo come luogo di custodia del bene. Questi elementi, secondo la Corte, erano sufficienti a fugare ogni dubbio sulla sua identificazione e sull’assunzione consapevole degli obblighi di custodia. La ricostruzione dei fatti operata dalla Corte d’Appello è stata quindi ritenuta immune da vizi di razionalità o illogicità.

Le Conclusioni: l’Inammissibilità e le Sue Conseguenze Pratiche

Sulla base di queste considerazioni e richiamando la giurisprudenza della Corte Costituzionale (sentenza n. 186 del 2000), la Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Poiché non sono emersi elementi per ritenere che il ricorrente avesse proposto il ricorso senza colpa, a questa declaratoria è seguita, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, una duplice condanna. Il ricorrente è stato obbligato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione riafferma con forza che l’assunzione di un ruolo giuridicamente rilevante, come quello di custode di un veicolo sequestrato, si perfeziona con atti formali chiari, come la firma di un verbale, e che contestare tale evidenza in sede di legittimità è una strategia processuale destinata al fallimento quando la motivazione del giudice di merito è solida e coerente.

La firma su un verbale è sufficiente per essere legalmente nominati custodi di un veicolo sequestrato?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, la firma apposta sulla parte del verbale di fermo amministrativo relativa alla nomina a custode costituisce prova sufficiente dell’accettazione dell’incarico e delle relative responsabilità.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene giudicato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, equitativamente fissata dal giudice, in favore della Cassa delle ammende. In questo caso la somma era di 3.000 euro.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove per decidere chi ha ragione sui fatti?
No, la Corte di Cassazione non è un giudice di merito e non può effettuare una nuova valutazione delle prove o una diversa ricostruzione dei fatti. Il suo compito è verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza impugnata sia logica e non contraddittoria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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