Custode Veicolo Sequestrato: la Firma sul Verbale è Prova Inconfutabile
Diventare custode di un veicolo sequestrato comporta responsabilità precise, la cui violazione può avere conseguenze penali significative. Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: la firma apposta sul verbale di nomina a custode è un atto che prova pienamente l’assunzione dell’incarico, rendendo vane le successive contestazioni basate su una presunta errata identificazione. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere i limiti del ricorso in sede di legittimità e le conseguenze di una nomina accettata, anche solo con una firma.
I Fatti di Causa
Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo contro una sentenza della Corte d’Appello che lo aveva condannato per il reato di violazione di sigilli, previsto dall’art. 349, comma 2, del codice penale. Il ricorrente, nominato custode di un veicolo sottoposto a sequestro, era accusato di non aver adempiuto ai suoi obblighi. La sua difesa si basava su un unico motivo: un vizio di motivazione della sentenza d’appello, sostenendo che non vi fosse stata una corretta identificazione della sua persona quale custode del bene.
La Questione Giuridica e i Limiti del Ricorso
La Corte di Cassazione ha immediatamente inquadrato la questione, chiarendo che la doglianza del ricorrente non rientrava tra le censure ammissibili in sede di legittimità. Il ricorso per cassazione, infatti, non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare le prove e ricostruire i fatti. Il suo scopo è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata.
Lamentare una scorretta identificazione, a fronte di una sentenza di merito che ha già valutato le prove, si traduce in una richiesta di riesame del fatto, attività preclusa alla Suprema Corte. I giudici hanno sottolineato che le determinazioni del giudice di merito sono insindacabili in Cassazione se, come nel caso di specie, sono supportate da una motivazione congrua, esauriente e logicamente coerente.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato e, pertanto, inammissibile. La motivazione della sentenza d’appello è stata giudicata precisa e circostanziata. I giudici di secondo grado avevano esaminato attentamente le prove e le argomentazioni difensive, giungendo a una conclusione di responsabilità basata su una disamina completa degli atti processuali.
Il punto cruciale della decisione risiede nell’analisi del verbale di fermo amministrativo redatto dalla polizia municipale. In tale atto, l’imputato era stato compiutamente identificato. Non solo: egli aveva apposto la propria firma proprio nella parte del documento relativa alla nomina a custode. Sul verbale era inoltre indicato il suo indirizzo come luogo di custodia del bene. Questi elementi, secondo la Corte, erano sufficienti a fugare ogni dubbio sulla sua identificazione e sull’assunzione consapevole degli obblighi di custodia. La ricostruzione dei fatti operata dalla Corte d’Appello è stata quindi ritenuta immune da vizi di razionalità o illogicità.
Le Conclusioni: l’Inammissibilità e le Sue Conseguenze Pratiche
Sulla base di queste considerazioni e richiamando la giurisprudenza della Corte Costituzionale (sentenza n. 186 del 2000), la Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Poiché non sono emersi elementi per ritenere che il ricorrente avesse proposto il ricorso senza colpa, a questa declaratoria è seguita, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, una duplice condanna. Il ricorrente è stato obbligato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione riafferma con forza che l’assunzione di un ruolo giuridicamente rilevante, come quello di custode di un veicolo sequestrato, si perfeziona con atti formali chiari, come la firma di un verbale, e che contestare tale evidenza in sede di legittimità è una strategia processuale destinata al fallimento quando la motivazione del giudice di merito è solida e coerente.
La firma su un verbale è sufficiente per essere legalmente nominati custodi di un veicolo sequestrato?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, la firma apposta sulla parte del verbale di fermo amministrativo relativa alla nomina a custode costituisce prova sufficiente dell’accettazione dell’incarico e delle relative responsabilità.
Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene giudicato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, equitativamente fissata dal giudice, in favore della Cassa delle ammende. In questo caso la somma era di 3.000 euro.
La Corte di Cassazione può riesaminare le prove per decidere chi ha ragione sui fatti?
No, la Corte di Cassazione non è un giudice di merito e non può effettuare una nuova valutazione delle prove o una diversa ricostruzione dei fatti. Il suo compito è verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza impugnata sia logica e non contraddittoria.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 23024 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 23024 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 15/03/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 19/09/2023 della CORTE APPELLO di L’AQUILA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
NOME COGNOME NOME ricorre per cassazione avverso sentenza di condanna in ordine al reato di cui agli artt. 99 , 349 comma 2 cod. pen.’ lamentando, con motivo unico di ricorso, v della motivazione in ordine all’affermazione della responsabilità, non essendo sta correttamente identificato il custode del veicolo sottoposto a sequestro.
La doglianza non rientra nel numerus clausus delle censure deducibili in sede di legittimi investendo profili di valutazione della prova e di ricostruzione del fatto riservati alla co del giudice di merito, le cui determinazioni, al riguardo, sono insindacabili in cassazion siano sorrette da motivazione congrua, esauriente ed idonea a dar conto dell’iter logic giuridico seguito dal giudicante e delle ragioni del decisum. Nel caso di specie, dalle cade motivazionali della sentenza d’appello è enucleabile una ricostruzione dei fatti preci circostanziata, avendo i giudici di secondo grado preso in esame tutte le deduzioni difensive essendo pervenuti alle loro conclusioni, in punto di responsabilità, attraverso una disam completa ed approfondita delle risultanze processuali, in nessun modo censurabile, sotto il prof della razionalità, e sulla base di apprezzamenti di fatto non qualificabili in te contraddittorietà o di manifesta illogicità e perciò insindacabili in questa sede, come si de dalle considerazioni formulate dal giudice a quo alla pagina 3 della sentenza gravata, laddo ha affermato che l’imputato è stato compiutamente identificato negli atti redatti dalla p municipale e in particolare nel fermo amministrativo, ove peraltro è apposta la sua firma n parte relativa alla nomina della qualità di custode e ove viene indicato il suo indirizzo luogo di custodia del bene.
Tenuto altresì conto della senténza 13 giugno 2000, n. 186, della Corte ‘costituzionale rilevato che, nella fattispecie, non sussistono elementi per ritenere che «la parte abbia prop il ricorso senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità», declaratoria dell’inammissibilità medesima consegue, a norma dell’art. 616 cod. proc. pen l’onere delle spese del procedimento nonché quello del versamento della somma, in favore della Cassa delle ammende, equitativamente fissata in euro tremila.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processua ed al versamento della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma il 15 marzo 2024
Il Consigliere estensore