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Cumulo pene: vanno incluse le pene già espiate

La Corte di Cassazione ha stabilito che, ai fini del cumulo pene, devono essere incluse anche le sentenze per le quali la pena è già stata interamente espiata. La decisione si fonda sulla necessità di applicare correttamente il criterio moderatore previsto dall’art. 78 c.p., che limita la pena complessiva. Il caso riguardava una condannata che chiedeva di includere un vecchio cumulo di pene, già scontato, in un nuovo provvedimento di unificazione. Il giudice di primo grado aveva respinto la richiesta, ma la Cassazione ha annullato tale decisione, precisando che il giudice deve verificare se i reati appartengono allo stesso periodo storico e quindi allo stesso ‘cumulo parziale’, indipendentemente dall’avvenuta espiazione.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Cumulo Pene: Anche le Pene Già Scontate Contano nel Calcolo Finale

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 9280/2024) ha riaffermato un principio fondamentale in materia di esecuzione penale: nel calcolo del cumulo pene, devono essere considerate anche quelle condanne la cui pena è già stata interamente espiata. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche per la determinazione della pena finale da scontare, specialmente in relazione all’applicazione del cosiddetto ‘criterio moderatore’ previsto dall’articolo 78 del codice penale.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso di una persona condannata, la quale stava scontando una pena unificata in un provvedimento emesso dalla Procura di Trieste. La ricorrente aveva chiesto al Giudice dell’Esecuzione di includere in questo provvedimento anche le condanne contenute in un precedente e più vecchio cumulo, emesso dalla Procura di Messina, la cui pena era già stata interamente scontata. L’obiettivo era beneficiare del limite massimo di pena previsto dalla legge, noto come ‘quintuplo’.

Il Tribunale di Trieste, in funzione di giudice dell’esecuzione, aveva respinto la richiesta, sostenendo che le pene già espiate non potessero più incidere su un cumulo attualmente in esecuzione. La condannata, tramite il suo difensore, ha impugnato questa decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando una violazione di legge.

L’Importanza del Cumulo Pene Corretto

L’istituto del cumulo pene è disciplinato dall’articolo 663 del codice di procedura penale e serve a unificare tutte le pene concorrenti in un unico provvedimento esecutivo. Questo non è un mero calcolo aritmetico. L’articolo 78 del codice penale introduce un ‘criterio moderatore’: la pena complessiva non può superare il quintuplo della pena più grave tra quelle concorrenti, e in ogni caso non può eccedere i 30 anni di reclusione.

Il punto cruciale è che, per un corretto calcolo, è necessario considerare tutte le pene che, sebbene già scontate, possono influenzare l’applicazione di questo limite. Ometterne alcune potrebbe portare a un calcolo errato, con un potenziale pregiudizio per il condannato.

La Decisione della Cassazione e il Concetto di ‘Cumulo Parziale’

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando l’ordinanza del Tribunale di Trieste e rinviando per un nuovo giudizio. Gli Ermellini hanno ribadito un principio consolidato: ai fini dell’esecuzione, nel provvedimento di cumulo pene devono essere inserite non solo le pene ancora da espiare, ma anche quelle già espiate che possano incidere sul criterio moderatore dell’art. 78 c.p.

Il giudice dell’esecuzione non avrebbe dovuto limitarsi a verificare se le pene del cumulo di Messina fossero state scontate. Avrebbe invece dovuto accertare se i reati di quel cumulo fossero stati commessi nello stesso periodo storico dei reati inclusi nel cumulo di Trieste. La lettura degli atti, infatti, mostrava la presenza di condanne nel cumulo di Trieste per reati commessi nello stesso arco temporale di quelli del cumulo di Messina. Questo li rendeva parte di un medesimo ‘cumulo parziale’, che doveva essere considerato unitariamente per l’applicazione del limite di pena.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte si fonda sulla necessità di garantire una corretta e completa applicazione dei principi che regolano l’esecuzione delle pene concorrenti. L’esclusione di pene già scontate, ma pertinenti allo stesso ‘blocco’ temporale di reati, falserebbe il calcolo del limite massimo previsto dall’art. 78 c.p. La Corte ha chiarito che il criterio moderatore va applicato non solo alla fine, ma attraverso la formazione di ‘cumuli parziali’ relativi ai reati commessi prima di ogni periodo di detenzione. La circostanza che una pena sia stata espiata non ne cancella la rilevanza giuridica ai fini della determinazione complessiva della sanzione da eseguire, qualora essa concorra con altre pene.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza rafforza la tutela del condannato, assicurando che il calcolo della pena complessiva sia sempre effettuato tenendo conto di tutte le condanne concorrenti, a prescindere dal fatto che alcune siano già state scontate. Il Giudice dell’Esecuzione ha il dovere di effettuare una verifica approfondita sulla contestualità temporale dei reati, formando cumuli parziali corretti per applicare il limite massimo di pena. Questa decisione sottolinea come la fase esecutiva non sia una mera operazione matematica, ma un momento cruciale per la salvaguardia dei diritti e delle garanzie previste dalla legge.

Una pena già interamente scontata può essere inserita in un nuovo provvedimento di cumulo pene?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, anche le pene già interamente espiate devono essere inserite nel provvedimento di unificazione delle pene concorrenti se possono incidere sul calcolo del limite massimo di pena previsto dall’art. 78 del codice penale.

Qual è lo scopo di includere le pene già espiate nel cumulo?
Lo scopo è applicare correttamente il ‘criterio moderatore’ dell’art. 78 c.p., che limita la pena complessiva da scontare (generalmente al quintuplo della pena più grave). Includere tutte le pene concorrenti, anche quelle scontate, garantisce che questo limite sia calcolato su una base corretta e completa, a beneficio del condannato.

Cosa deve verificare il giudice dell’esecuzione in questi casi?
Il giudice dell’esecuzione non deve solo verificare se una pena sia stata espiata o meno, ma deve accertare se i reati oggetto delle varie condanne (sia quelle espiate che quelle da espiare) siano stati commessi nello stesso periodo storico. In caso affermativo, essi rientrano nel medesimo ‘cumulo parziale’ e devono essere considerati insieme.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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