LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Cumulo pene: incluse anche le pene già espiate

La Corte di Cassazione ha stabilito che nel calcolo del cumulo pene devono essere incluse anche le pene già interamente scontate, qualora ciò possa portare un vantaggio concreto al condannato, come un più agevole accesso ai benefici penitenziari. La Corte ha annullato la decisione di un giudice dell’esecuzione che aveva negato la formazione di un cumulo ‘allargato’, ritenendolo erroneamente inutile solo perché tutti i reati erano ‘ostativi’. La Cassazione ha precisato che esiste un interesse meritevole di tutela quando i reati, seppur tutti ostativi, appartengono a ‘fasce’ diverse con requisiti differenti per l’accesso alle misure alternative.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Cumulo Pene: La Cassazione Chiarisce l’Inclusione delle Pene Già Scontate

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato una questione cruciale nell’ambito dell’esecuzione penale: la corretta formazione del cumulo pene. Il principio affermato è di grande importanza: anche le pene già interamente espiate devono essere incluse nel provvedimento di unificazione, a condizione che ciò comporti un vantaggio concreto per il condannato. Questa decisione apre nuove prospettive per l’accesso ai benefici penitenziari, anche in presenza di reati ostativi.

Il Fatto: La Richiesta di un Cumulo Pene “Allargato”

Il caso trae origine dal ricorso di un condannato al quale il Giudice dell’esecuzione aveva negato la possibilità di includere, nel provvedimento di esecuzione di pene concorrenti, anche le sanzioni che risultavano già scontate al momento della commissione dell’ultimo reato. La Corte di Appello aveva motivato il rigetto sostenendo la totale inutilità di tale operazione. Secondo i giudici di merito, poiché tutti i reati commessi dal soggetto erano di natura ‘ostativa’ (ovvero, ostacolavano l’accesso a benefici penitenziari), l’inclusione delle pene passate non avrebbe prodotto alcun effetto favorevole per il condannato.

Il ricorrente, invece, ha insistito sulla necessità di un cumulo ‘allargato’, evidenziando una differenza sostanziale tra i reati commessi. Sebbene tutti ostativi, alcuni (già espiati) rientravano in una categoria (‘seconda fascia’) con requisiti meno stringenti per l’accesso a misure alternative, mentre l’ultimo reato (da espiare) apparteneva a una categoria (‘prima fascia’) con condizioni molto più severe. L’unificazione di tutte le pene, a suo avviso, gli avrebbe consentito un accesso più agevole ai benefici penitenziari.

La Decisione della Cassazione sul Cumulo Pene

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando l’ordinanza impugnata e rinviando il caso alla Corte di Appello per un nuovo esame. La decisione si fonda su un consolidato orientamento giurisprudenziale che valorizza l’interesse concreto e attuale del condannato.

L’Interesse Concreto del Condannato

Il punto centrale della decisione è che la formazione di un cumulo che comprenda anche pene già eseguite è ammessa quando il condannato può trarne un risultato utile. Questo ‘risultato utile’ non si limita alla semplice riduzione della sanzione complessiva (come previsto dall’art. 78 c.p.), ma si estende anche al miglioramento delle condizioni per accedere a misure alternative alla detenzione.

La Distinzione tra Reati Ostativi di Prima e Seconda Fascia

La Corte di Cassazione ha ritenuto fallace il ragionamento del giudice di merito. L’errore è stato non considerare che l’appartenenza generica dei reati alla categoria ‘ostativa’ non li rende tutti uguali. La legge (art. 4-bis dell’ordinamento penitenziario) prevede infatti diverse ‘fasce’ di reati ostativi, con requisiti differenti per la concessione dei benefici. Ad esempio, per i reati di ‘prima fascia’ (come l’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti), l’accesso ai benefici è quasi sempre subordinato alla collaborazione con la giustizia. Per i reati di ‘seconda fascia’ (come la rapina aggravata), invece, le condizioni possono essere meno stringenti, specie per quanto riguarda la distribuzione dell’onere della prova.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che il giudice dell’esecuzione deve sempre valutare in concreto l’interesse del condannato alla formazione di un cumulo giuridico ‘allargato’. Trascurare la diversa natura dei reati, pur all’interno della medesima categoria ostativa, costituisce un vizio di legittimità. Stando alla prospettazione del ricorrente, unificare tutte le pene avrebbe potuto modificare il quadro normativo di riferimento per la concessione delle misure alternative. Pertanto, l’interesse a tale operazione non era astratto o ipotetico, ma concreto e meritevole di un’attenta valutazione che non era stata effettuata.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale di garanzia per il condannato. In conclusione, stabilisce che il calcolo del cumulo pene non è un mero esercizio matematico, ma uno strumento che deve tenere conto di tutte le possibili implicazioni favorevoli per il percorso rieducativo. Anche le pene già scontate fanno parte della storia criminale e giuridica di un individuo e possono avere un peso nel determinare le modalità di esecuzione della pena residua. Per i professionisti del diritto, ciò significa dover analizzare attentamente la natura di ogni singolo reato per cui è intervenuta condanna, al fine di individuare ogni possibile vantaggio derivante da un’unificazione onnicomprensiva delle pene, anche di quelle appartenenti al passato.

Le pene già interamente scontate devono essere incluse nel cumulo pene?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, devono essere incluse nel cumulo non solo le pene ancora da espiare, ma anche quelle già espiate, a condizione che possano avere un riflesso utile per il condannato, come un migliore accesso ai benefici penitenziari.

Quale può essere l’utilità di includere nel cumulo pene sentenze già espiate?
L’utilità risiede nella possibilità di ottenere un risultato favorevole, come il contenimento della sanzione complessiva (secondo l’art. 78 c.p.) o, come nel caso di specie, la creazione di presupposti temporali e giuridici più vantaggiosi per l’ammissione a misure alternative alla detenzione.

L’appartenenza di tutti i reati alla categoria dei ‘reati ostativi’ esclude l’interesse a un cumulo pene ‘allargato’?
No. La Corte ha chiarito che anche all’interno della categoria dei reati ostativi esistono differenze normative significative (‘fasce’) con requisiti diversi per l’accesso ai benefici. Pertanto, l’interesse del condannato a un cumulo onnicomprensivo sussiste e deve essere valutato caso per caso, senza fermarsi a una generica classificazione dei reati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati