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Cumulo pene: decorrenza e reati successivi

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un condannato che chiedeva di retrodatare l’inizio del suo cumulo pene. La Corte ha stabilito che, in caso di reati commessi in tempi diversi, specialmente dopo l’inizio di una carcerazione, non si può formare un cumulo unitario. Si deve invece procedere con cumuli parziali e cronologici, facendo decorrere la pena residua dalla data di commissione dell’ultimo reato. Questo per evitare la creazione di un “credito di pena” che incentiverebbe a delinquere.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Cumulo Pene: La Cassazione Chiarisce la Decorrenza in Caso di Nuovi Reati

La gestione del cumulo pene rappresenta uno degli aspetti più tecnici e complessi del diritto dell’esecuzione penale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti su come calcolare la decorrenza della pena quando un condannato commette nuovi reati dopo aver già iniziato a scontarne una. La decisione sottolinea un principio fondamentale: evitare che il tempo già trascorso in carcere si trasformi in un incentivo a delinquere.

I Fatti del Caso: Un Complesso Calcolo della Pena Residua

Il caso ha origine dal ricorso di un uomo condannato per diversi reati, il cui ultimo illecito era stato commesso nel gennaio 2017. Il Tribunale di Bologna, in qualità di Giudice dell’esecuzione, aveva emesso un provvedimento di cumulo delle pene concorrenti, fissando la data di decorrenza proprio al 31 gennaio 2017.

Il condannato, tuttavia, ha impugnato questa decisione, sostenendo che il calcolo dovesse partire da una data molto precedente, ovvero dal suo primo arresto avvenuto nel gennaio 2004. Secondo la sua difesa, si sarebbe dovuto operare un unico cumulo di tutti i reati, considerando unitariamente le frazioni di pena già scontate nel corso degli anni.

La Questione sulla Decorrenza del Cumulo Pene

Il cuore della questione giuridica verteva sull’interpretazione delle norme che regolano il cumulo pene, in particolare l’articolo 657 del codice di procedura penale. La domanda centrale era: se un individuo commette un nuovo reato mentre sta già espiando una pena (o dopo un’interruzione della stessa), la nuova condanna deve essere semplicemente aggiunta alla precedente in un unico calderone, facendo partire il tutto dalla detenzione più vecchia? Oppure è necessario seguire un approccio diverso?

La difesa del ricorrente insisteva per un cumulo unitario, ritenendo che questo fosse l’unico modo per rispettare pienamente il principio del favor rei. La Procura e il Tribunale di Bologna, invece, avevano seguito un orientamento più rigoroso, basato sulla successione cronologica dei reati e dei periodi di detenzione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la correttezza della decisione del Tribunale di Bologna. I giudici hanno ribadito un principio consolidato in giurisprudenza: quando si tratta di pene inflitte per reati commessi in momenti diversi, specialmente se alcuni sono successivi all’inizio della carcerazione per altri, non è possibile effettuare un cumulo unitario e globale.

Occorre, invece, procedere per cumuli parziali. In pratica, si ordinano cronologicamente sia i reati commessi sia i periodi di detenzione sofferti. Si calcola un primo cumulo per i reati commessi prima di un determinato periodo di carcerazione e da questo si detrae il tempo scontato. Se successivamente vengono commessi altri reati, si crea un nuovo cumulo parziale che include la pena residua del blocco precedente e le nuove pene, e così via.

La decorrenza della pena residua finale viene fissata alla data dell’ultimo arresto o, come nel caso di specie, alla data di commissione dell’ultimo reato. La ratio di questa regola, come specificato dalla Corte, è di evitare il risultato aberrante e pericoloso per cui un condannato possa contare su una sorta di “credito di pena”. Se la detenzione già scontata potesse essere usata per “coprire” reati futuri, verrebbe meno ogni effetto dissuasivo della pena, creando un inammissibile incentivo a delinquere.

Il Ruolo della Liberazione Anticipata Revocata

Un altro punto sollevato dal ricorrente riguardava la revoca di un periodo di liberazione anticipata. La Corte ha chiarito che anche questo elemento non cambiava le sorti del calcolo. La frazione di pena “rivissuta” a seguito della revoca poteva essere inserita solo in un cumulo parziale successivo, poiché la revoca stessa era avvenuta in un momento posteriore alla data di decorrenza (gennaio 2017) del cumulo impugnato.

Le Conclusioni: Nessun “Credito di Pena” per Chi Delinque Ancora

La sentenza riafferma con forza un principio di logica e di politica criminale: l’esecuzione della pena non può mai precedere cronologicamente la commissione del reato. L’applicazione rigorosa del metodo dei cumuli parziali garantisce che ogni periodo di detenzione sia imputato correttamente ai reati commessi in precedenza, senza creare “sconti” indebiti per illeciti futuri. Questa decisione consolida un orientamento che mira a preservare la funzione deterrente della pena e a garantire un’ordinata e coerente gestione dell’esecuzione penale.

Da quale momento decorre l’esecuzione di un cumulo pene se un nuovo reato viene commesso durante l’espiazione di una pena precedente?
L’esecuzione del cumulo pene decorre dalla data di commissione dell’ultimo reato. La Corte stabilisce che si devono effettuare cumuli parziali e cronologici, evitando di unificare pene per reati commessi in momenti diversi in un unico calcolo con una data di decorrenza retroattiva.

Perché non si può creare un unico cumulo per tutti i reati commessi in tempi diversi, includendo periodi di detenzione antecedenti?
Perché ciò creerebbe un risultato aberrante e un “inammissibile incentivo a delinquere”. Un condannato potrebbe contare su una sorta di “credito di pena” derivante dalla detenzione già sofferta, che di fatto annullerebbe l’effetto deterrente della pena per reati futuri. L’esecuzione della pena non può precedere la commissione del reato.

La revoca della liberazione anticipata come incide sul calcolo del cumulo pene?
La revoca della liberazione anticipata comporta la “reviviscenza” della frazione di pena che era stata condonata. Tuttavia, questo periodo di pena non rientra automaticamente nel cumulo precedente, ma può essere inserito solo in un cumulo parziale successivo, creato dopo la data del provvedimento di revoca.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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