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Cumulo di pene: inclusa la pena già scontata

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza della Corte d’Appello che negava l’inclusione di una pena già espiata in un provvedimento di cumulo di pene. La Suprema Corte ha stabilito che, ai fini dell’unificazione, rileva la data di commissione del reato e non il fatto che la pena sia stata scontata. Tutte le pene per reati commessi prima dell’inizio dell’esecuzione penale in corso devono essere incluse nel cumulo, anche se già espiate, per garantire la corretta determinazione della situazione esecutiva del condannato e l’accesso ai benefici penitenziari.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Cumulo di pene: anche le sentenze già scontate vanno incluse

Il principio del cumulo di pene è un cardine della fase esecutiva nel diritto penale, essenziale per definire con certezza la posizione di un condannato e garantire un trattamento equo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. n. 26601/2024) ha ribadito un concetto fondamentale: anche una pena già interamente espiata deve essere inclusa nel provvedimento di unificazione, se il reato a cui si riferisce è stato commesso prima dell’inizio dell’esecuzione delle altre pene. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un condannato si era rivolto al giudice dell’esecuzione chiedendo di integrare un provvedimento di cumulo di pene già esistente. Nello specifico, chiedeva di inserire una condanna a quattro anni di reclusione, inflittagli nel 2009, la cui pena era già stata interamente scontata, anche attraverso l’affidamento al servizio sociale e benefici come la liberazione anticipata.

La Corte di Appello, in funzione di giudice dell’esecuzione, aveva respinto la richiesta. La sua motivazione si basava su un criterio temporale: la pena del 2009 era stata espiata completamente prima che venisse commesso l’ultimo reato ricompreso nel cumulo esistente. Secondo la Corte territoriale, questo fatto ne impediva l’inclusione.

Il condannato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo l’illogicità di tale decisione e l’errata applicazione delle norme processuali.

La Decisione sul Cumulo di Pene della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando la decisione della Corte di Appello e rinviando il caso per un nuovo esame. I giudici di legittimità hanno ritenuto che il ragionamento della corte territoriale fosse errato e contrario ai principi consolidati in materia di esecuzione penale.

Il provvedimento impugnato, secondo la Cassazione, non ha fatto buon governo dei principi che regolano l’unificazione delle pene concorrenti. L’esclusione della pena già scontata sulla base del solo dato cronologico della sua espiazione è stata giudicata una violazione delle norme e della giurisprudenza consolidata.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della decisione risiede nella riaffermazione di un principio chiave: ai fini del cumulo di pene, il presupposto non è se una pena sia stata o meno già scontata, ma la data di commissione dei reati. La regola generale, funzionale all’interesse del condannato e dell’ordinamento a un’esecuzione ordinata e unitaria, è che nel cumulo devono essere inserite tutte le pene relative a reati commessi prima dell’inizio dell’esecuzione penale in corso.

La Corte ha specificato che escludere una pena già espiata può creare disparità di trattamento basate su eventi casuali, come i ritardi nell’emissione di una sentenza o nell’esecuzione del cumulo da parte del pubblico ministero. Includere tutte le pene concorrenti, anche quelle già espiate, ha l’indubbio vantaggio di:
1. Dare certezza al condannato: Permette di conoscere con esattezza e completezza la propria situazione esecutiva.
2. Garantire uniformità: Evita che la posizione del condannato sia influenzata da fattori procedurali casuali.
3. Consentire l’accesso a benefici: Una corretta determinazione del cumulo è fondamentale per calcolare i requisiti temporali per l’ammissione a benefici penitenziari, come in questo caso la liberazione anticipata speciale.

La Cassazione ha chiarito che il provvedimento di unificazione delle pene è un’attività doverosa, volta a creare un rapporto esecutivo unitario. Pertanto, vanno inserite non solo le pene ancora da espiare, ma anche quelle già scontate che possono avere un riflesso sui criteri di calcolo della pena complessiva (art. 78 c.p.) o sul cumulo materiale.

Le Conclusioni

Questa sentenza rafforza un orientamento giurisprudenziale garantista e volto alla certezza del diritto nella fase esecutiva. Stabilisce in modo inequivocabile che il criterio per il cumulo di pene è l’anteriorità del reato rispetto all’inizio dell’esecuzione, non l’ordine in cui le pene vengono scontate. Questa decisione ha implicazioni pratiche significative: assicura che i condannati non siano penalizzati da ritardi o casualità procedurali e possano avere una visione chiara e completa del loro percorso esecutivo, presupposto indispensabile per un efficace cammino rieducativo e per l’accesso ai benefici previsti dalla legge.

Una pena già interamente espiata può essere inserita in un successivo provvedimento di cumulo di pene?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che una pena già scontata deve essere inclusa nel cumulo se il reato a cui si riferisce è stato commesso prima dell’inizio dell’esecuzione delle altre pene oggetto di unificazione.

Qual è il criterio principale per determinare quali pene includere nel cumulo?
Il criterio fondamentale è la data di commissione dei reati. Tutte le pene per reati commessi prima dell’inizio dell’esecuzione in corso devono essere unificate, a prescindere dal fatto che alcune di esse siano già state espiate o meno.

Perché è importante per un condannato ottenere l’unificazione di tutte le pene concorrenti, anche quelle già scontate?
È fondamentale per avere una definizione esatta e completa della propria situazione esecutiva, che è un presupposto per la corretta applicazione dei limiti di pena, per il calcolo del cumulo materiale e per la maturazione dei requisiti temporali necessari ad accedere ai benefici penitenziari, come la liberazione anticipata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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