LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Costituzione di parte civile: vale come querela?

Un individuo condannato per lesioni stradali gravi ha contestato la procedibilità dell’azione penale per mancanza di querela. La Cassazione ha respinto il ricorso, affermando che la costituzione di parte civile equivale a una valida querela, anche alla luce della Riforma Cartabia. La Corte ha inoltre ribadito il principio di ‘immanenza’, secondo cui la parte civile resta presente nel processo in ogni grado, anche se inattiva in appello.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Costituzione di Parte Civile: Quando Equivale a Querela Dopo la Riforma Cartabia

La recente Riforma Cartabia ha modificato la procedibilità di alcuni reati, tra cui le lesioni stradali gravi, subordinandola alla querela della persona offesa. Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale: la costituzione di parte civile effettuata dalla vittima equivale a una valida querela, anche per i fatti commessi prima dell’entrata in vigore della riforma. Questa decisione rafforza la tutela della persona offesa e offre importanti spunti sul principio di ‘immanenza’ della parte civile nel processo penale.

I Fatti del Caso: Un Incidente Stradale e le Sue Conseguenze Giudiziarie

La vicenda trae origine da un incidente stradale avvenuto a Milano. Un automobilista, omettendo di dare la precedenza a un incrocio regolato da semaforo a luce gialla lampeggiante, si scontrava con un altro veicolo, causandone il ribaltamento. Il conducente di quest’ultimo riportava lesioni personali giudicate guaribili in un periodo superiore a 40 giorni, configurando così il reato di lesioni stradali gravi (art. 590 bis c.p.).

Il Tribunale di primo grado condannava l’imputato a quattro mesi di reclusione (pena sospesa) e al risarcimento dei danni in favore della vittima, che si era costituita parte civile. La Corte d’Appello, pur confermando la responsabilità penale, revocava le statuizioni civili e concedeva all’imputato il beneficio della non menzione della condanna.

La questione della Procedibilità e la costituzione di parte civile in Cassazione

L’imputato proponeva ricorso in Cassazione sollevando due questioni principali. La più rilevante riguardava la procedibilità dell’azione penale. Con l’entrata in vigore del d.lgs. n. 150/2022 (Riforma Cartabia), il reato di lesioni stradali gravi è diventato procedibile a querela, salvo la presenza di specifiche aggravanti. Secondo la difesa, mancando una querela formale, il processo non poteva proseguire. Si sosteneva che la costituzione di parte civile non potesse essere considerata un atto equipollente, soprattutto a fronte della totale ‘inerzia’ della parte civile nel giudizio d’appello e della revoca delle statuizioni civili da parte della stessa Corte territoriale.

Le Motivazioni della Cassazione: Il Principio di Immanenza

La Corte di Cassazione ha dichiarato il motivo manifestamente infondato, offrendo una chiara interpretazione delle norme.

Il principio cardine affermato dai giudici è che la costituzione di parte civile manifesta in modo inequivocabile la volontà della persona offesa di ottenere una punizione per il colpevole, assolvendo così alla funzione tipica della querela. Questo orientamento consolidato non è stato scalfito dalla Riforma Cartabia. Anzi, la nuova disciplina, essendo più favorevole all’imputato, si applica retroattivamente, ma la volontà punitiva espressa tramite la costituzione di parte civile prima della riforma rimane pienamente valida.

Inoltre, la Corte ha richiamato il cosiddetto principio di ‘immanenza’ della costituzione di parte civile, sancito dall’art. 76, comma 2, del codice di procedura penale. Secondo tale principio, ‘la costituzione di parte civile produce i suoi effetti in ogni stato e grado del processo’. Ciò significa che, una volta ammessa, la parte civile rimane tale per tutta la durata del procedimento, senza bisogno di rinnovare la propria costituzione in ogni grado di giudizio. La sua eventuale assenza o inattività in appello non equivale a una revoca tacita della volontà di perseguire l’imputato. La revoca, infatti, può essere solo espressa o desunta da comportamenti specifici previsti dalla legge (art. 82 c.p.p.), come la mancata presentazione delle conclusioni in primo grado, ma non in appello.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, consolida la tutela delle vittime di reato, garantendo che la loro volontà di ottenere giustizia, espressa attraverso la costituzione di parte civile, conservi la sua efficacia anche a seguito di modifiche normative sulla procedibilità. In secondo luogo, chiarisce che l’inattività della parte civile nei gradi di giudizio successivi al primo non ne inficia la posizione processuale. Il principio di immanenza assicura stabilità e certezza al processo, evitando che questioni procedurali possano vanificare l’accertamento della responsabilità penale.

La costituzione di parte civile vale come querela per i reati resi procedibili a querela dalla Riforma Cartabia?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la costituzione di parte civile, anche se avvenuta prima dell’entrata in vigore della riforma, equivale a una valida querela perché manifesta in modo inequivocabile la volontà punitiva della persona offesa.

Se la parte civile non partecipa attivamente al giudizio d’appello, la sua costituzione perde di efficacia?
No. In base al principio di ‘immanenza’ previsto dall’art. 76 cod. proc. pen., una volta che la parte civile si è costituita, la sua presenza e i suoi effetti sono validi per tutto il processo, in ogni stato e grado, anche se non compare o non presenta nuove conclusioni in appello.

La revoca delle statuizioni civili da parte della Corte d’Appello influisce sulla dichiarazione di colpevolezza dell’imputato?
No. La decisione sul risarcimento del danno (statuizioni civili) è separata dall’accertamento della responsabilità penale. Nel caso specifico, la Corte d’Appello ha confermato la condanna penale dell’imputato, pur revocando le disposizioni relative al risarcimento civile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati