LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Corruzione propria: Cassazione chiarisce e prescrive

La Corte di Cassazione ha analizzato un complesso caso di corruzione vedendo coinvolto un funzionario pubblico e diversi imprenditori. La Corte ha distinto i reati in corruzione propria per atti contrari ai doveri d’ufficio e corruzione funzionale. A causa di questa riqualificazione e del tempo trascorso, il reato è stato dichiarato estinto per prescrizione. Tuttavia, sono state confermate le statuizioni civili a favore di un Comune e la confisca delle somme illecite, sottolineando che l’estinzione del reato non cancella le conseguenze patrimoniali.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Corruzione Propria: la Cassazione Annulla per Prescrizione ma Conferma la Confisca

Con la sentenza n. 7670 del 2024, la Corte di Cassazione affronta un complesso caso di corruzione propria, offrendo importanti chiarimenti sulla distinzione con la corruzione per l’esercizio della funzione. La decisione, pur dichiarando l’estinzione dei reati per prescrizione, conferma le statuizioni civili e la confisca dei proventi illeciti, dimostrando come le conseguenze patrimoniali del reato possano sopravvivere alla sua estinzione.

I Fatti: Un Funzionario Pubblico al Servizio degli Imprenditori

Il caso riguarda un funzionario di un assessorato regionale, accusato di aver messo a disposizione le sue funzioni a favore di diversi imprenditori attivi nel settore della gestione dei rifiuti e dell’energia. In cambio di denaro e altre utilità, il funzionario avrebbe garantito un trattamento di favore nei procedimenti autorizzativi, fornito consulenza, informazioni riservate e si sarebbe adoperato per superare ostacoli burocratici e tecnici.

Le indagini hanno fatto emergere un sistema consolidato in cui il funzionario era, di fatto, “a libro paga” di uno degli imprenditori principali, agendo come dominus delle procedure amministrative per favorirne gli interessi. Anche altri imprenditori si erano avvalsi dei suoi “servizi” per ottenere autorizzazioni o risolvere problematiche connesse alle loro attività.

L’Analisi della Corte sulla Corruzione Propria

I giudici di merito avevano condannato il funzionario e gli imprenditori per corruzione. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha operato una distinzione cruciale tra i diversi periodi in cui le condotte si sono verificate, modificandone la qualificazione giuridica.

La Differenza tra Corruzione Propria e Funzionale

La Corte ha stabilito che, fino a una certa data, le condotte del funzionario integravano il reato di corruzione propria (art. 319 c.p.). Questo perché egli aveva compiuto atti specifici contrari ai suoi doveri d’ufficio, come occultare i verbali relativi a un guasto in un impianto di smaltimento per evitare ispezioni e sanzioni. Tale comportamento costituiva una palese violazione dei doveri di controllo e vigilanza.

Successivamente, a seguito di una riforma regionale, le competenze del funzionario in materia di autorizzazioni per i rifiuti sono state trasferite a un altro ufficio. Da quel momento, secondo la Cassazione, le sue attività a favore dell’imprenditore non potevano più configurarsi come atti contrari ai doveri d’ufficio specifici, ma rientravano in una più generica messa a disposizione della funzione, qualificabile come corruzione per l’esercizio della funzione (o “corruzione funzionale”, art. 318 c.p.).

L’Effetto sulla Prescrizione

Questa riqualificazione giuridica ha avuto un impatto decisivo sui termini di prescrizione. Applicando i termini previsti per le diverse fattispecie di reato, la Corte ha concluso che tutti i reati contestati, sia quelli di corruzione propria che quelli di corruzione funzionale, erano ormai estinti per il decorso del tempo.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione centrale della Corte risiede nell’analisi puntuale delle competenze del pubblico ufficiale nel tempo. La corruzione propria richiede la commissione o l’omissione di un atto specifico contrario ai doveri del proprio ufficio. Nel momento in cui il funzionario ha perso la competenza diretta a compiere tali atti, la sua condotta, pur rimanendo illecita, è mutata in una vendita generica della sua funzione. La Corte ha identificato l’occultamento di un fermo impianto come l’atto specifico che integra la corruzione propria nel primo periodo. Per il periodo successivo, l’attività del funzionario è stata declassata a consulenza e mediazione, rientrando nell’alveo della corruzione funzionale.

Inoltre, la sentenza ha rigettato le eccezioni relative all’inutilizzabilità delle intercettazioni, ritenendole legittime. Infine, ha confermato le statuizioni civili e la confisca, basandosi sul principio consolidato secondo cui, anche in caso di prescrizione, se vi è stata una condanna in primo grado, le conseguenze patrimoniali del reato restano valide. La confisca del prezzo del reato, qualificata come diretta, non è una sanzione ma una misura di sicurezza volta a ristabilire l’ordine economico violato, e pertanto può essere mantenuta.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza di condanna per intervenuta prescrizione. Tuttavia, ha confermato la condanna degli imputati al risarcimento dei danni in favore del Comune costituitosi parte civile e ha mantenuto ferma la confisca delle somme di denaro, considerate prezzo dei reati di corruzione. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: l’estinzione del reato non cancella l’illecito arricchimento che ne deriva, permettendo allo Stato di recuperare i proventi del crimine.

Qual è la differenza tra corruzione propria e corruzione funzionale secondo la sentenza?
La corruzione propria (art. 319 c.p.) si configura quando il pubblico ufficiale riceve un compenso per compiere uno specifico atto contrario ai doveri del suo ufficio (nel caso di specie, occultare un fermo impianto). La corruzione funzionale (art. 318 c.p.), invece, si ha quando il pubblico ufficiale mette a disposizione la sua funzione in cambio di denaro, senza che sia necessario individuare un singolo atto contrario ai doveri.

Perché il reato è stato dichiarato prescritto?
Il reato è stato dichiarato prescritto perché, a seguito della riqualificazione giuridica di parte delle condotte da corruzione propria a corruzione funzionale e applicando i relativi termini di legge, è trascorso il tempo massimo previsto dalla legge per poter giungere a una condanna definitiva.

Nonostante la prescrizione del reato, perché la confisca è stata confermata?
La confisca è stata confermata perché, secondo la giurisprudenza consolidata, quando interviene la prescrizione dopo una sentenza di condanna di primo grado, le statuizioni patrimoniali, inclusa la confisca del prezzo o del profitto del reato, possono essere mantenute. La confisca del denaro, in questo caso, è considerata una misura di sicurezza “diretta” e non una pena, volta a rimuovere i proventi illeciti dal patrimonio del reo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati